Italiani, tedeschi, olandesi e austriaci si appellano da Bruxelles alla solidarietà economica europea per fronteggiare l’emergenza coronavirus

di Alessandro Butticé

Grande
fermento nella comunità italiana e internazionale nella capitale d’Europa in attesa
delle decisioni del consiglio, rimandate di due settimane, sulle misure
economiche speciali per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Esperia – circolo
di ispirazione centro-destra europea, nato più sull’esempio dell’Agorà greco
che di un vero e proprio circolo politico – ha lanciato una petizione pubblica in
favore dell’istituzione degli Eurobond, che in poche ore ha raggiunto oltre
1.600 firme.

https://www.change.org/p/policy-experts-we-call-on-the-european-council-to-agree-a-common-eurobond

Nel
farlo ha ricordato che “in queste ore drammatiche si sta combattendo la
battaglia politica tra chi vuole cambiare l’Europa e costruire finalmente una
casa comune solidale, semplice e vicina ai popoli europei e quanti, soprattutto
nel Nord Europa, pensano che proseguire ad oltranza nella difesa dei propri
egoismi nazionali possa ancora essere la soluzione, nonostante tutto”. 

“Se
credete in una vera solidarietà Europea, con responsabilità e sforzi condivisi,
vi invitiamo a firmare, diffondere e condividere sui vostri social questa
petizione” – scrive Esperia con spirito costruttivo e certamente europeista.   “Vogliamo contribuire a costruire la
volontà politica indispensabile per andare oltre le tattiche e i bizantinismi,
con il coraggio che ebbero i padri fondatori dell’Europa alla fine della
seconda guerra mondiale”, ha dichiarato 
Antonio Cenini, uno dei promotori del Circolo.

Ma non sono solo gli ambienti italiani a mobilitarsi

Ma
anche cittadini tedeschi, olandesi e austriaci hanno lanciato analoga petizione
rivolta ai loro governi nazionali

https://www.change.org/p/deutsche-bundesregierung-europäische-solidarität-jetzt-institutionalisieren-eurobonds-gegen-die-coronakrise?recruiter=641320904&utm_source=share_petition&utm_medium=copylink&utm_campaign=share_petition

“La
solidarietà europea fallisce di fronte alla crisi del coronavirus”, si legge. “Sebbene
la crisi del covid-19 colpisca tutti gli stati membri dell’Unione Europea, i
governi nazionali – e in particolare l’Aia, Berlino e Vienna – continuano a
cercare di guadagnare e sottrarsi alle loro responsabilità condivise.  Al
fine di garantire la stabilità dell’area dell’euro e consentire la
ricostruzione dell’economia europea dopo la crisi, sono inevitabili #Eurobonds,
ovvero la responsabilità solidale per i debiti che devono necessariamente
essere coperti e a beneficio dell’economia europea.

 I
nostri sistemi sanitari, e in particolare quelli del Sud europeo, sono sotto
pressione non solo a causa della diffusione aggressiva del virus corona, ma
anche e soprattutto a causa di anni di misure di austerità che sono state
imposte agli Stati membri sotto il mantra dell’austerità.  La complicità
degli stati che ora rifiutano la solidarietà è innegabile.

Come cittadini europei della Repubblica Federale Tedesca, del Regno dei Paesi Bassi e della Repubblica Federale d’Austria, invitiamo i nostri governi ad assumersi le proprie responsabilità e ad usare la crisi del Coronavirus per istituzionalizzare la solidarietà europea.  I principali economisti di tutta Europa sono a favore di questo sviluppo dell’Unione Europea e forniscono regolarmente prove dell’effetto positivo dei cosiddetti Eurobond.  Il primo ministro portoghese Costa, il presidente italiano Mattarella e il primo ministro Conte sottolineano il dramma della situazione attuale e fanno appello alla Comunità europea affinché agisca finalmente. Perfino Jacques Delors, il padre dell’euro, che di solito non si esprime più politicamente, rompe il suo silenzio e mette in guardia dalla disgregazione del progetto comune europeo di fronte al travolgente egoismo nazionale.

Ci
uniamo a questi appelli e con la presente invitiamo i nostri governi ad agire
finalmente.”