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ITALIA SOTTO SCACCO DEL MALTEMPO

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Tempo di lettura 6 minuti La Toscana è tra le aree più colpite, sferzata da un forte vento, con raffiche oltre i 100 km/h.

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Redazione

Un'ondata di maltempo interesserà tra sabato e domenica le regioni centro meridionali e le Isole Maggiori con piogge e temporali diffusi. Questo a causa di una intensa perturbazione, alimentata da venti tiepidi di Scirocco ricchi di umidità e quelli più freddi dal Nord Atlantico.Le regioni ad essere più colpite saranno Sicilia (specie trapanese, agrigentino, messinese, Peloritani ed ennese), Calabria ( soprattutto Stretto, basso Ionio reggino, Aspromonte, Serre, Catanzarese e Sila), la Campania e la Puglia (qui special modo il Salento). Col movimento del vortice mediterraneo verso Nord Est toccherà anche a Molise, basso Lazio, Marche ed Abruzzo. Acquazzoni e colpi di vento sulla Sardegna. Soffieranno venti forti di Scirocco ed i mari saranno agitati, rischio di mareggiate sui tratti esposti. Il tempo permarrà diffusamente instabile anche a seguire per via di altri impulsi freschi attesi la prossima settimana
 
Neve nel Lazio. Nuova ondata di maltempo in Ciociaria, dove è tornata anche la neve. Nevica nella zona a nord della provincia e alcuni comuni sono coperti da uno strato bianco, che è già di alcuni centimetri. La nevicata sta interessando la zona intorno a Fiuggi, in particolare i comuni a più alta quota. Si segnalano i primi disagi. A Filettino lavorano gli spazzaneve.  Ai Castelli Romani imbiancate le cime più alte nelle località di Monte Cavo a Rocca di Papa e Rocca Priora. Temperature vicino lo zero a Monte Compatri, Nemi e Velletri. A causa del forte vento che sta interessando la città di Viterbo, e che potrebbe provocare il distacco di rami e l'instabilità di piante ed alberi, il sindaco Leonardo Michelini, con l'ordinanza n. 23 del 6/03/2015, ha disposto la chiusura di Pratogiardino e di tutti i parchi pubblici della città.
 
In Alto Adige raffiche di vento a 140 Km l'ora. Anche l'Alto Adige non è stata risparmiato dal vento forze che sta sferzando la penisola. Questa notte sulla Dannelspitz, nella zona di Fundres, sono stati raggiunti ben 137 chilometri orari. Se nei fondovalle la media delle raffiche è stata tra i 50 ed i 70 chilometri orari sulle montagne non si è scostata dai 100. Tutta colpa del Foehn che ha anche causato, oltre all'incidente di ieri della cabinovia in Val Gardena, anche lo scoperchiamento di tetti e schianti di alberi su strade o su autovetture. Diversi anche nella notte gli interventi da parte dei vigili del fuoco. Per cause in fase di accertamento dall'alba 150 vigili del fuoco volontari sono impegnati nello spegnimento di un incendio di grandi dimensioni a Oris, piccola frazione della Val Venosta.
 
Crolla una impalcatura a Napoli. Vento forte a Napoli. Le raffiche, intorno alle 8 dmattina, hanno fatto crollare l'impalcatura di un palazzo tra via Santa Lucia e via Cesario Console, a poca distanza dal lungomare; molte le auto danneggiate, anche se non si registrano feriti. Ma il pericolo e' tuttora costante, anche perche' molte sono ancora le lamiere che penzolano in balia del vento. Sul posto vigili del fuoco e polizia
 
Molise, scuole chiuse e paesi isolati. Nella notte, a Campobasso, sono caduti circa cinquanta centimetri di neve, ma la situazione piu' difficile si registra nei comuni interni della provincia di Isernia sepolti dal manto bianco che sfiora i due metri. Capracotta, Pescopennataro e Vastogirardi sono isolati. Pullman fermi anche ad Agnone dove sono al lavoro vigili del fuoco, polizia, carabinieri e mezzi comunali per raggiungere le fattorie sparse nell'agro. Traffico paralizzato sulla statale 650 che da Isernia porta alla costa. Nel primo tratto, tra Sessano del Molise e Pescolanciano, da ieri sera sono bloccati alcuni Tir, che impediscono il transito. In tutta la regione le attivita' scolastiche sono state fermate dai sindaci. Uffici semivuoti e servizi ridotti ovunque a causa dei collegamenti difficili. I centri adriatici devono fare i conti, invece, con gli allagamenti e le violente mareggiate che hanno provocato danni ingenti nel litorale Sud di Termoli. Tra Termoli e Petacciato, in alcuni tratti, la statale 16 e' sommersa dall'acqua. Cancellate, per il secondo giorno consecutivo, le corse con le isole Tremiti a causa del mare mosso.
 
Val Gardena, cade un albero su una cabinovia.
Resta per il momento chiusa la cabinovia che da Selva Gardena porta alla vetta del Ciampinoi in Alto Adige dove ieri pomeriggio, a causa della caduta di un albero per il forte vento, e' stata sfiorata la tragedia. In corso le operazioni di ripristino dell'impianto. Le funi portanti sono state danneggiate a seguito della caduta di un albero. I 184 passeggeri rimasti bloccati all'interno delle singole cabine (nessuno e' rimasto ferito) sono stati tratti in salvo grazie all'imponente macchina dei soccorsi allestita con personale del soccorso alpino giunto appositamente anche dalle vallate limitrofe come Badia e Fassa. Le persone sono state fatte evacuare cabina per cabina con l'ausilio dell'elicottero dell'Aiut Alpin Dolomites. Dopo due giornate di forte vento questa mattina le raffiche si sono placate e il Sellaronda, il carosello attorno al gruppo del Sella, e' stato riaperto in entrambi i sensi ovviamente esclusa la cabinovia Ciampinoi.
 
Tormenta di neve sul Valico Colfiorito. Una tormenta di neve sta interessando il valico di Colfiorito sulla statale Val di Chienti tra Umbria e Marche. Diverse le auto in difficoltà e i mezzi finiti di traverso.
Sono al lavoro spazzaneve dell'Anas ma l'intensa precipitazione sta rendendo difficile la situazione. Sono intervenute pattuglie della polizia stradale da Umbria e Marche che hanno incontrato la loro volta problemi. Numerose le richieste di aiuto ai vigili del fuoco anche loro subito giunti a Colfiorito.
 
Statale Adriatica chiusa a Chieti per allagamenti. Nella mattinata anche sulla strada statale 16 Adriatica un tratto è stato provvisoriamente chiuso al km 480, a causa dell'allagamento della rotatoria di Fossacesia, in provincia di Chieti, in direzione nord. Lo comunica l'Anas. Il personale dell'Anas è al lavoro senza sosta per ripristinare la circolazione il prima possibile nei tratti ancora interdetti al traffico.
 
A Caserta cade un albero sull'Appia. L'Anas comunica che la strada statale 7 Appia è provvisoriamente chiusa in entrambe le direzioni al km 166,800 in provincia di Caserta, tra il bivio per Cellole/Innesto strada statale 430 Valle del Garigliano e il bivio per Sessa Aurunca, a causa di un albero caduto sul piano viabile. Il percorso alternativo è indicato in loco. Il personale dell'Anas è presente sul posto per ripristinare la circolazione il prima possibile.
 
La Toscana tra le aree più colpite. La Toscana è tra le aree più colpite, sferzata da un forte vento, con raffiche oltre i 100 km/h. Cinque persone sono rimaste ferite colpite da un palo di cemento crollato a Figline Valdarno (Firenze). Problemi alla circolazione in molte strade e autostrade, in particolare sull'A12. Stop o rallentamenti sulle linee ferroviarie, mentre sono stati sospesi i traghetti per l'Elba. Voli dirottati o cancellati all'aeroporto di Firenze; problemi e danni anche all'ospedale Careggi. Chiuse le scuole a Pistoia, Prato e in molti comuni delle province di Arezzo, Firenze e Lucca. Tanti i danni in Versilia: centinaia gli alberi caduti, in particolare a Forte dei Marmi dove è stata danneggiata anche Villa Bertelli, sede del Comune. A Prato, il vento ha fatto crollare una porzione delle mura storiche della città e parte di una ex fabbrica adiacente a un centro sanitario: sono state evacuate circa 150 persone. Scoperchiata la terrazza di una scuola a Grosseto, per fortuna nessun ferito. Ferite, invece, a Ponte a Moriano (Lucca) due donne, un'insegnante e una bidella, colpite da due pannelli staccatisi per il forte vento dal tetto della scuola. A Cortona è crollato il campanile della chiesa di Mezzavia risalente al Seicento. Circa 100mila utenze sono rimaste nella regione senza energia elettrica e il presidente, Enrico Rossi, ha annunciato che firmerà lo stato di emergenza regionale
 
Liguria, compromessi i collegamenti ferroviari. Forte vento anche in Liguria, con pesanti riflessi sui collegamenti ferroviari per la caduta di alberi sulle rotaie. La Cosco Africa, la nave che ha rotto gli ormeggi la scorsa notte nel porto di Prà-Voltri, a causa delle raffiche di vento, è stata costretta a lasciare il posto d'ormeggio per essere portata alla fonda in posizione di sicurezza. Situazione difficile anche nella zona di Senigallia, nelle Marche – già devastata da una alluvione il 3 maggio scorso – dove le forti piogge hanno fatto salire i livelli del fiume Misa e di vari torrenti. Anche nella provincia di Fermo è scattata l'allerta alluvione per la piena dell'Ete. Forte vento su gran parte dell'Umbria dove ha cominciato a nevicare sulla fascia appenninica della provincia di Perugia e circa 13mila utenze sono rimaste senza energia elettrica. Alberi caduti, allagamenti, semafori non funzionanti e traffico in tilt a Roma; colpito anche il tribunale dove é crollata una parte del controsoffitto a causa probabilmente delle infiltrazioni d'acqua. Tromba d'aria e allagamenti sul litorale
 
Sardegna, raffiche di maestrale.  Investita dall'ondata di maltempo pure la Sardegna con raffiche di maestrale fino a ottanta chilometri orari, onde alte fino a sette metri e disagi nei collegamenti marittimi (la Tirrenia e la Moby hanno sospeso per oggi i collegamenti con la Penisola) mentre in Sicilia due voli Ryanair da Parma e Bologna diretti a Trapani sono stati dirottati a Palermo a causa delle cattive condizioni meteo nelle scalo di Birgi.
 

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

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“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

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