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ITALIA E FRANCIA: TUTTI CONTRO UBERPOP
Tempo di lettura 2 minuti La polizia ha fermato i due capi della filiale francese di UberPop, Thibault De Saint-Phalle e Pierre-Dimitri Gore-Coty
di Christian Montagna
Parigi – In seguito alle indagini sulla controversa applicazione statunitense che il prefetto di Parigi ha vietato nei giorni scorsi dopo le manifestazioni dei tassisti, la polizia ha fermato i due capi della filiale francese di UberPop, Thibault De Saint-Phalle e Pierre-Dimitri Gore-Coty. Al momento, i due soggetti sono in stato di fermo e sono sotto interrogatorio dalla Polizia in merito alle indagini su servizi illegali e dissimulazione di dati informatici.
La protesta. Il 25 giugno i taxi di Parigi e di diverse città della Francia hanno messo in atto una protesta contro l’applicazione che consente a chiunque di potersi improvvisare tassista con la propria automobile. Durante la protesta non sono mancati i duri scontri e non sono mancati gli episodi di violenza e il prefetto di Parigi ha deciso di vietare UberPop per decreto. In seguito alla manifestazione contro l’App americana, sono stati dispiegati circa duecento agenti per individuare i tassisti abusivi dall’autorità francesi. Il controllo dell’attività e del controllo dei taxi è in mano alla brigata “Boers” della polizia di Parigi. La brigata da settimane effettua controlli per smascherare i tassisti clandestini che usano UberPop.
Duecento militari per fermare Uber Pop. La Francia ha reagito concretamente affiancando i tassisti in questa battaglia: dopo la dura manifestazione dei tassisti contro la contestata app americana, le autorità hanno deciso di dispiegare duecento agenti in più per individuare e fermare gli autisti clandestini. Ad occuparsene sarà la brigata 'Boers', specializzata nel controllo e nell'attività dei taxi. Già da settimane, la polizia ha aumentato i controlli per smascherare gli autisti UberPop, ritenuta dalle stesse istituzioni illegale. Anche il ministro dell'Interno, Cazeneuve ha manifestato la sua vicinanza ai tassisti.
Uber Pop in Italia. Anche in Italia, il sorgere dell’app Uber Pop ha scatenato non poche rivolte: in tutte le città, i tassisti sono scesi in piazza per poter ribadire la volontà di essere tutelati nel proprio lavoro. La società è stata costretta a disattivare il servizio e per il prossimo 7 Luglio, è prevista l’udienza sul ricorso di merito. La battaglia contro Uber pop nasce dall’unione di tassisti e Unione Artigiani che legalmente hanno intenzione di combattere l’app. Il tribunale di Milano, lo scorso 26 Maggio aveva ordinato la sospensione del servizio e lo stesso ricorso presentato dai legali Uber è stato respinto.
La filiale italiana dell’azienda ha incominciato a mandare mail ai clienti, chiedendo solidarietà e aiuto nella lotta contro la sospensione. Poi l’appello: “Aiutaci a non fermare il cambiamento”, con il link per pubblicare un tweet indirizzato anche a Matteo Renzi.