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di Maurizio Costa
L’Isis, l’organizzazione militare che sta mettendo paura al mondo intero, ha introiti giornalieri paragonabili ad una piccola economia statale. Più di 3 milioni di dollari al giorno riempiono le casse del califfato; questi soldi provengono dal petrolio, dalle estorsioni, dai furti e dal traffico di esseri umani.
Il quotidiano “The Independent” pubblica questa sconvolgente inchiesta che fa luce sull’Isis e che svela particolari incredibili.
Conquistando vasti territori di Siria e Iraq, paragonabili all’estensione dell’Ungheria, l’Isis si è appropriato di ben 11 possedimenti petroliferi in quelle zone. Attraverso delle reti di contrabbando, l’oro nero viene venduto per rafforzare l’economia del califfato.
Anche i sequestri di persona portano molti soldi; dopo aver rapito gruppi di persone, l’Isis chiede riscatti altissimi alle famiglie di appartenenza. Per questo motivo, gli Usa e il Regno Unito non pagano i riscatti dei giornalisti e dei volontari rapiti per poi essere decapitati dallo Stato Islamico.
Il petrolio che vende l’Isis ha un prezzo bassissimo: dai 25 ai 60 dollari a barile, contro i 100 dollari che servono per acquistare un barile nel mercato internazionale.
È proprio per questo che l’Isis è diventata l’organizzazione terrorista più ricca di tutta la storia dell'umanità. Obama sta cercando di fermare questo commercio sotterraneo, ma la missione è difficilissima.
Il califfato, inoltre, riesce a vendere e ad esportare i beni archeologici e le antichità che riesce a trovare e a rubare in Iraq e Siria, due zone che sono state la culla dell’umanità.
Infine, lo Stato Islamico, quando conquista le roccaforti e le città, riesce sempre a rubare milioni di dollari alle banche, senza contare le tasse illecite che impone ai cittadini. Chi non le paga viene fatto fuori, questa è la legge dell’Isis.
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