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ISIL, STRATEGIE SOTTO INCHIESTA: QUEL VIDEO NON CONVINCE

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Tempo di lettura 5 minuti L’Osservatore d’Italia comincerà a rendere pubbliche le analisi dei grandi analisti e degli economisti che con sguardo al di sopra delle parti stanno delineando scenari inquietanti

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di Cinzia Marchegiani


Bruxelles
– Nel mondo dell’ipocrisia c’è lo sdegno per l’attività del gruppo armato islamico ISIL, quello sostenuto per anni dai principali alleati mediorientali degli Stati Uniti e di Israele: Turchia, Arabia Saudita e Qatar contro il Governo siriano di Bashar Al Assad?

E’ vero ci sono sgozzamenti e sgozzamenti, alcuni sono applauditi, altri condannati, anche questa è una bella fotografia dei nostri tempi, quando l’informazione viaggia tranquillamente andando a colmare quelle necessità di perbenismo e paure indotte amplificate da informazioni che spesso non raccontano mai la verità, lontana anni miglia da qualsiasi lettore o osservatore. Anche l’attivista per la pace americano degli Stati Uniti, Rick Rozoff, direttore di Stop NATO International Network con poche parole rispondendo a PressTv espone questa preoccupazione sulla ambigua situazione creatasi, anzi lancia un vero ammonimento:"che il gruppo terrorista ISIL rappresenta una minaccia chiara e immediata per gli Stati Uniti è un espediente disonesto e in malafede per giustificare l'intervento militare in Iraq.” E come dargli torto! D’altronde la storia si ripete, ora l’occidente unito ha pensato bene ad armare fino ai denti i Curdi per poter sostenere la guerriglia contro l’ISIL…insomma la pace è un obiettivo sostenuto con armi legalizzate da decreti legge che con una propria logica insegue obiettivi lontani dalla nostra portata. In un mondo che si sta preparando ad una grande guerra mondiale innescata da logiche anche troppo evidenti, con il gioco delle parti si è tessuta una bella crisi economica in paesi troppo civilizzati, dove fino a poco tempo fa il benessere e il consumismo tenevano lontani i problemi di coscienza…quelle stesse persone difficilmente avrebbero indossato un fucile. Ora basta guardare con occhio neanche tanto esperto i cambiamenti geopolitici europei dove la morsa letale del lavoro sta esasperando i cittadini, che increduli però ancora ripongono flebile la loro speranza nei propri governanti, attendono il miracolo pregato!
Rozoff continua:”Questo è un gioco di prestigio da parte della Casa Bianca, in primo luogo, che è stato utilizzato nel corso degli ultimi decenni, per giustificare l'intervento militare USA / l'aggressione degli Stati Uniti che assieme ai loro alleati sostengono un’insurrezione armata all'interno di uno stato nazione e poi sostengono che la risposta del governo per l'intervento armato sta destabilizzando la situazione e che si presenta una minaccia non solo per la regione, ma una minaccia diretta per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti…. Questo è ridicolo, naturalmente.”

Ma l’UE c’è! C’è anche economicamente, il 19 agosto 2014, ha annunciato una maggiore assistenza umanitaria agli iracheni in fuga dalla violenza, la Commissione europea intende aumentare l'assistenza umanitaria all'Iraq da € 5.000.000 a seguito dello spostamento di centinaia di migliaia di persone a causa dei recenti attacchi perpetrati dallo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL) e di altri gruppi armati. Questo finanziamento supplementare porterà il totale 2014 aiuti umanitari per l'Iraq a € 12 milioni.

Kristalina Georgieva, commissario per la Cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e la protezione civile così ha dichiarato: "Questa nuova ondata di violenza ha conseguenze terribili per i bambini vulnerabili, donne e uomini. Il nostro nuovo finanziamento arriva sulla cima di 3 milioni di euro annunciati a marzo durante la mia visita a Baghdad e la regione curda dell'Iraq in previsione di un ulteriore deterioramento della sicurezza del Paese. Esso contribuirà ad alleviare la sofferenza, fornendo servizi e assistenza di base. Faccio appello a tutte le parti in lotta per garantire la sicurezza dei civili e di rispettare il ruolo umanitari di lavorare in condizioni pericolose. "

Puntuale l’UE spiega che la recente ondata di spostamento è stato precipitato dalla cattura della città di Mosul da ISIL e attacchi da parte di gruppi armati di opposizione governatorati di Ninewah, Salah Al-Din, Diyala e Al Anbar. Fino a mezzo milione di persone sono state sfollate dalle Ninewah finora, aggiungendo ai più di 400.000 persone già sfollate negli ultimi sei mesi.

Il fondo scala del disastro umanitario non è ancora chiaro, come molte famiglie sfollate sono attualmente ospitati da parenti e comunità di origine. Il numero di sfollati è previsto in aumento a causa della gravità dei combattimenti. La città di Mosul (Ninewah governatorato) cadde sotto il controllo di gruppi armati di opposizione (AOGs), tra cui lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL). Tutti gli ospedali di Mosul, con una popolazione di quasi due milioni di persone, sono segnalati per essere chiusi. Una crisi umanitaria su larga scala si sta sviluppando, l'ONU ha riportato vittime negli centinaia e massicci spostamenti di popolazione. La violenza continua a causare lo spostamento sul centro e nord dell'Iraq, causando il numero di sfollati interni a salire. Le stime attuali indicano che fino a 500 mila persone sono state sfollate da gennaio. Si stima che circa 300 mila sfollati sono arrivati a Erbil e Dohuk nei giorni scorsi.

Le agenzie umanitarie continuano ad organizzare l'assistenza alle famiglie sfollate. Anche se le condizioni per gli sfollati ospitati dalle comunità locali sono stabili per il momento, ci sono preoccupazioni circa la capacità delle comunità curde che già ospitano un gran numero di sfollati interni da Al-Anbar e profughi iracheni. Sul confine contese tra Ninive e governatorati curdi, sono stati segnalati scarsità di cibo sui mercati locali, nonché l'interruzione dei servizi di elettricità e acqua. Le agenzie umanitarie continuano a lavorare sulla creazione di ospitare temporanea Shikan e Khabat, e la distribuzione di prodotti alimentari e di emergenza. Il restauro e il potenziamento dei servizi sanitari nelle zone dove gli sfollati stanno raccogliendo è una priorità.

Il commissario Georgieva ricorda: "l'Europa sta con il popolo iracheno nel momento del bisogno. L'attivazione del meccanismo di protezione civile dell'UE garantisce che l'aiuto europeo può raggiungere rapidamente le zone più colpite dai combattimenti, a nome delle vittime di questa crisi, ringrazio il Regno Unito, Italia e Svezia per l'assistenza che forniscono e per quegli Stati membri che sono pronti a inviare il supporto e la competenza."

La Commissione europea è intervenuta all'inizio della crisi irachena e gradualmente ha intensificato la sua risposta dal precedente visita del Commissario Georgieva per il paese a marzo. Un ufficio umanitario dell'UE opera a Erbil da maggio. Nel mese di giugno, la Commissione ha fornito 5 milioni di euro in risposta alle crescenti esigenze derivanti dal movimento di massa di persone, e altrettanti 5 milioni di euro sono stati assegnati la scorsa settimana portando il finanziamento complessivo per l'Iraq a 17 milioni di euro nel 2014. Il sostegno umanitario totale della Commissione europea in Iraq dal 2007 ammonta a quasi 145 milioni  di euro, compreso il sostegno ai profughi siriani in Iraq. Il programma umanitario risponde alle esigenze degli iracheni sfollati nel paese e dei rifugiati iracheni in Giordania e in Libano con  7 milioni di euro nel 2013 ed 12 milioni nel 2014.
Le agenzie umanitarie continuano ad organizzare l'assistenza alle famiglie sfollate….mentre i diritti nei paesi membri sono gambizzati dalle politiche europee. C’è chi parla di un nuovo conflitto mondiale, questa volta l’occidente si armerà per difendere quello poco che gli rimarrà, basta fare zapping con la tv per vedere i focolai attivi che a macchia di leopardo si stanno espandendo…Ancorati ancora alle logiche di appartenenza politica, comprendiamo solo a carte scoperte gli obiettivi reali, eppure la fotografia appena scattata sul mondo vede delineare strade ancora reversibili….ma l’Europa troppo legata agli Stati Uniti da accordi economici e strategie visibili, si sta omologando all’America che ha fatto della lotta contro il terrorismo una vera guerra giustificata con operazioni antiterroristiche… e ora sostenendo i Curdi con le armi non si fa altro che sostenere quel disegno di divisione dell’Iraq e quindi ad una sua ulteriore destabilizzazione. l’ISIL una creatura che si sta ribellando al padrone o anche questa è una strategia?

L’Osservatore d’Italia comincerà a rendere pubbliche le analisi dei grandi analisti e degli economisti che con sguardo al di sopra delle parti stanno delineando scenari inquietanti, gli stessi che ognuno di noi forse inconsciamente vuole allontanare, ma lo spettro della povertà nell’occidente creato con logiche sovranazionali, è stato tessuto con molta maestria e devono allarmare chi ancora vive in un’ampolla di vetro….

E ora fanno discutere le immagini al rallentatore del video dell’ISIL, dove i particolari sulla decapitazione del giornalista Foley non convincono molto…il coltello puntato alla gola dopo tanti movimenti non produce sangue….e il caso diventa virale, l’FBI è a caccia del boia britannico o del regista maldestro? Le parole di Rozoff devono far riflettere….ma soprattutto se il video è un falso, l'Italia e il resto dell'Occidende quale causa stanno sostenendo se  continuano ad armare i Curdi?

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Esteri

Trump in vantaggio su Biden: ecco gli ultimi sondaggi

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Donald Trump è in vantaggio su Joe Biden nei sette principali Stati in bilico.

Lo rivela l’ultimo sondaggio del New York Times. Si tratta in particolare di Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin. Il margine più stretto è in Michigan, dove il tycoon ha il 42% delle preferenze contro il 40% del presidente, e in Pennsylvania (43% contro 40%). 

Quasi i due terzi dei democratici ritengono che Joe Biden dovrebbe ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca e consentire al partito di nominare un altro candidato. E’ quanto rileva un sondaggio di Ap-Nord Center for Public Affairs Research. 

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Libano, visita del Cardinale Parolin alle strutture umanitarie dell’Ordine di Malta

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Spirito di vicinanza e comunione d’intenti al centro del ciclo ravvicinato di incontri tra il Governo dell’Ordine di Malta e la Santa Sede iniziato con l’arrivo del Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, in Libano per visitare le opere assistenziali del Sovrano Ordine di Malta, e che si è concluso il 27 giugno proprio in concomitanza con il vertice di Stato in Vaticano tra Papa Francesco e il Gran Maestro dell’Ordine, Frà John Dunlup.
 
Nel corso della visita in Libano, Parolin ha celebrato una solenne Santa Messa in memoria di San Giovanni Battista, patrono dell’Ordine di Malta, alla presenza dell’Ambasciatore dell’Ordine in Libano, Maria Emerica Cortese e di alte cariche dello Stato. Il Segretario di Stato si è successivamente recato in alcuni dei centri umanitari gestiti dall’Associazione Libanese dell’Ordine e ha partecipato ad alcune attività caritative.
 
La visita è stata fortemente voluta dal Governo del Sovrano Ordine di Malta proprio per rafforzare lo spirito di comunione e collaborazione con la Santa Sede. Promuovere il viaggio in Libano del Segretario di Stato il Cardinale Parolin, contestualmente alla visita ufficiale del Gran Maestro dal Santo Padre, testimonia l’attenzione a sostegno dei tanti progetti umanitari che l’Ordine porta avanti nel mondo.  Da oltre 70 anni, l’Ordine di Malta è in prima linea nel fornire assistenza sanitaria di base e servizi di sostegno sociale alla popolazione di tutto il Libano. Dal 2020 l’Ordine ha focalizzato il suo impegno su progetti “agro-umanitari” riconoscendo nell’agricoltura un fattore cruciale nell’affrontare le principali questioni umanitarie e in particolare, dopo la crisi economica del 2019 che ha colpito il Paese, per garantire la sicurezza alimentare, promuovere la ripresa economica e sostenere le fasce della popolazione più vulnerabili del Libano. Oggi l’azione umanitaria dell’Ordine di Malta si inserisce nel contesto di una crisi socio economica che vede l’80% della popolazione vivere in una condizione di povertà multidimensionale e in una situazione che, a causa del conflitto Israelo-Palestinese, ha gettato il Paese in uno stato di continuo allarme.
 
Alla luce delle pressanti sfide umanitarie, il programma agro-umanitario è la testimonianza dell’impegno dell’Ordine di Malta nel Paese che attraverso un’ampia rete di iniziative mira a dotare le comunità degli strumenti e delle risorse necessarie per resistere e riprendersi efficacemente dagli shock avversi. Attualmente l’Ordine di Malta gestisce sei Centri agro-umanitari in tutta la nazione e l’attuale copertura di terreni agricoli riguarda il 69,26% del territorio libanese, con l’obiettivo di arrivare al 75% entro la fine di quest’anno.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Uk, svolta a sinistra: Starmer chiede unità

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Il leader del Partito Laburista, Keir Starmer, è diventato primo ministro e ha esortato il Paese a unirsi a un “governo di servizio”. Nel suo discorso inaugurale, Starmer ha sottolineato l’importanza di superare le divisioni politiche e sociali per affrontare le sfide che il Regno Unito deve affrontare. Ha evidenziato la necessità di collaborazione tra partiti politici, settori economici e comunità per costruire un futuro più prospero e giusto per tutti i cittadini.

Starmer ha delineato le priorità del suo governo, che includono il rafforzamento del sistema sanitario nazionale, la promozione dell’istruzione e della formazione, la lotta al cambiamento climatico, e il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei diritti dei lavoratori. Ha anche promesso di affrontare le disuguaglianze economiche e sociali, investendo in infrastrutture e servizi pubblici essenziali.

Il nuovo primo ministro ha chiesto a tutti i cittadini di partecipare attivamente a questo progetto comune, mettendo da parte le differenze ideologiche e lavorando insieme per il bene comune. Ha concluso il suo discorso con un appello all’unità nazionale e alla solidarietà, invitando tutti a contribuire alla costruzione di un futuro migliore per il Regno Unito.

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