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di Simonetta D'Onofrio
Isernia – La sala grande della Provincia di Isernia stracolma, con alcune decine di partecipanti costretti a vedere la proiezione del documentario in piedi, è stata la cornice che ha accompagnato la presentazione di “Moulin – Il poeta del pastello”.
Un film nato, oltre che dall’esigenza di raccontare una storia poco conosciuta, ma di particolare valore storico e culturale, anche dall’impegno che una piccola amministrazione comunale ha profuso per valorizzare il territorio, nello splendido panorama delle Mainarde, immerse nel Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise.
L’incontro tra il giovane sindaco di Rocchetta al Volturno, paese arrampicato sui monti che delimitano il confine tra , determinato a realizzare un percorso museale per mantenere vivo il ricordo del pittore che ha scelto questo angolo di terra per condurre la sua esistenza da eremita, e un regista innamorato dell’eccentrico personaggio, tanto da averlo studiato e seguito da venticinque anni, ha dato vita a un prodotto originale, apprezzato dal pubblico presente.
Il documentario ha rappresentato per il regista Perluigi Giorgio una prova impegnativa. Da circa venticinque anni ha raccolto informazioni sul pittore, ha visitato i luoghi dove conduceva la sua esistenza da eremita, si è immedesimato talmente nell’esperienza di vita dell’artista, che è stato naturale per lui prestare il suo volto a Moulin sulla pellicola.
Abbiamo chiesto a Teodoro Santilli, sindaco di Rocchetta a Volturno, di raccontarci come è nata questa collaborazione:
È stato il Comune di Rocchetta a cercare Pierluigi Giorgio, o è stato lui a cercare voi?
In realtà tramite l’avvocato Roberto Iocca, col quale abbiamo fatto questo progetto di valorizzare Moulin, la sua figura, e tutta la valle del Volturno con la sua arte, lui conosceva Pierluigi Giorgio, me l’ha presentato. Subito è nata questa collaborazione, non ci sono state mai divergenze, siamo andati d’accordo dall’inizio. È stata una unione, una condivisione d’intenti, anche perché lui aveva già l’intenzione di realizzare questo documentario, e gli serviva solo uno spunto e un appoggio da parte di questa amministrazione.
Questo documentario ora è un trampolino per cercare di valorizzare il territorio di Rocchetta, e di Castelunovo. Quali sono i prossimi passi che verranno realizzati?
Stiamo facendo un museo tutto dedicato a Moulin, un percorso che porta, a piedi ovviamente, dal museo fino al rifugio dove viveva, tabellato con le frasi più importanti di Moulin e la rappresentazione delle sue opere, poi delle mostre e un catalogo di arte, con tutte le sue opere, catalogate e criticate da studenti.
Le istituzioni superiori, Provincia e Regione, hanno partecipato al progetto?
La Regione ci ha dato una mano, la Provincia ci ha supportato, con questa sala per la proiezione, ma il grosso dell’onere è ricaduto sul Comune.
Nel documentario si vede come molti paesani erano affezionati al pittore. Anche qualche suo parente era tra costoro?
Personalmente no, non ho avuto parenti che l’hanno frequentato, e questo mi dispiace quasi, però ho conosciuto molte persone che hanno avuto a che fare con lui, e che mi raccontano molti aneddoti.
Il 7 gennaio si replicherà a proiezione a Campobasso, presso l’auditorium dell’ex GIL, alle ore 19:30
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