ISCHIA, TANGENTI: IL SINDACO FERRANDINO AI DOMICILIARI

di Christian Montagna

Napoli – Questa mattina il Tribunale del Riesame di Napoli ha concesso gli arresti domiciliari a Giosi Ferrandino, sindaco del Comune di Ischia. Recluso nel carcere di Poggioreale per corruzione nell'ambito dell'inchiesta napoletana sulle tangenti per la metanizzazione dell'isola affidata a Cpl Concordia, il sindaco, proprio ieri, aveva ritirato le sue dimissioni da Primo Cittadino inviando una lettera al Prefetto di Napoli.

L'inchiesta cominciata nel 2013 ha portato alla luce un sistema di corruzione basato sulla costituzione di fondi neri in Tunisia da parte della CPL Concordia con cui retribuire pubblici ufficiali in cambio dell' aggiudicazione degli appalti. Il gip Amelia Primavera ha disposto l'arresto per otto persone oltre al Sindaco Ferrandino tra cui il fratello, Massimo Ferrandino, il responsabile delle relazioni istituzionali del Gruppo CPL Concordia Francesco Simone, l'ex presidente Roberto Casari, il responsabile commerciale dell'area Tirreno Nicola Verrini, il responsabile del Nord Africa Bruno Santorelli, il presidente del consiglio di amministrazione della CPL distribuzione Maurizio Rinaldi e l'imprenditore casertano Massimiliano D'Errico. Arresti domiciliari, invece, per il dirigente dell'Ufficio tecnico del Comune di Ischia Silvano Arcamone, mentre per Massimo Continati e Giorgio Montali, rispettivamente direttore amministrativo e consulente esterno della CPL, è stata disposta la misura cautelare dell'obbligo di dimora nel Comune di residenza. I reati attualmente contestati vanno dall'associazione per delinquere, alla corruzione internazionale, turbata libertà degli incanti al riciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

L'accusa. Secondo quanto è stato scoperto dall'accusa, l'appalto di metanizzazione del Comune di Ischia oltre a quelli di Lacco Ameno e Casamicciola Terme sarebbe stato affidato alla CPL con il benestare del Sindaco e la complicità dell'architetto Silvano Arcamone. La cooperativa d'altra parte invece avrebbe provveduto al pagamento di una tangente attinta dai fondi neri mediante l'emissione di fatture inesistenti con una società tunisina riconducibile al responsabile della relazioni istituzionali del gruppo Cpl Concordia. Inoltre, i responsabili della Cpl avrebbero preso accordi anche con esponenti della criminalità organizzata di Caserta.

Spunta il nome di D'Alema. A far tingere questa vicenda ancor più di giallo infine le intercettazioni che vedono chiamato in causa Massimo D'Alema e secondo le quali bisognava " investire negli Italiani Europei dove D'Alema stava per diventare Commissario Europeo visto che …D'Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi ci ha dato delle cose". Un giro di corruzione che riguarderebbe anche il politico italiano che naturalmente si è dichiarato subito estraneo ai fatti ed ha addirittura affidato ad un avvocato la difesa della sua persona in ogni sede.