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di Maurizio Costa
Losanna – Dopo giorni di attesa, finalmente in Svizzera si è raggiunto l'accordo sul nucleare iraniano: Teheran dovrà chiudere o rimodulare le centrali nucleari, tranne una, che manterrà il suo scopo ma solo per ricerca e non per la costruzione della bomba atomica.
Il consiglio dei 5+1, formato da Usa, Russia, Cina, Francia, Regno Unito e Germania, è riuscito a convincere il premer iraniano Hassan Rohani. Tutte le sanzioni che da anni impediscono a Teheran di ricevere e esportare prodotti all'estero verranno revocate, provocando un rientro economico stimato di almeno 800 miliardi di euro.
In cambio, un solo impianto nucleare non cambierà destinazione d'uso in tutto l'Iran, ma avrà solamente scopi scientifici e non verrà utilizzato per produrre la bomba atomica. Gli altri siti, come quello di Fordow e di Arak, verranno convertiti in strutture di ricerca scientifica, senza ospitare materiale fissile. Le scorte iraniane saranno portate all'estero, forse in Russia.
Questo accordo di massima dovrà essere ratificato entro il 30 giugno. Da quella data in poi, l'accordo durerà 10 anni e potrà essere prolungato di decennio in decennio. Se le parti convergessero in un'unità di intenti, l'accordo potrebbe durare anche per 25 anni consecutivi.
Contrario all'accordo è Israele, che, attraverso le parole del suo neo-eletto premier Benyamin Netanyahu, ha fatto sapere di essere preoccupato per la potenza dell'Iran, che senza l'embargo imposto dai paesi occidentali potrebbe diventare il paese più forte del Medio oriente, mettendo Israele in una posizione di subalternità. Inoltre, secondo Netanyahu l'Iran non smetterà di produrre bombe atomiche, ma si limiterà a tenere le scorte da un'altra parte.
Il problema è che il premier israeliano ha scritto su Twitter che ci sono ipotesi di intervento armato nei confronti dell'Iran. "Non abbiamo altra scelta – ha scritto Netanyahu – tra le scelte possibili quella militare rimane sul tavolo". Parole pesanti che gettano un alone di paura nello storico accordo.
Obama e l'Iran, dopo anni di incomprensioni, sembrano aver raggiunto un accordo importante per rendere il mondo più sicuro, sempre che i punti vengano rispettati.
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