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iPhone 15, Apple svela le sue novità per il nuovo anno

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iPhone 15 arriva puntuale come ogni anno a settembre, ma questa volta i nuovi smartphone di Apple hanno la porta Usb-C, in linea con le norme europee sul caricabatterie unico. L’annuncio ufficiale, atteso da tempo e anticipato da diverse indiscrezioni, è arrivato alla presentazione della nuova linea di melafonini a Cupertino. Il Parlamento Europeo ha approvato lo scorso ottobre in via definitiva la norma, entro la fine del 2024 tutti i produttori tecnologici devono adeguarsi. Apple abbandona così il cavo Lightening adottato nel 2012 in occasione del lancio dell’iPhone 5. “Parleremo di Apple Watch e iPhone, che aiutano a salvare le vite e come la gente li usa ogni giorno. A giugno abbiamo fatto vedere il visore Apple Vision Pro che sta attirando l’immaginazione degli sviluppatori, stanno creando esperienze incredibili sulle piattaforme. Arriverà all’inizio del prossimo anno”, ha iniziato così Il Ceo Tim Cook il keynote sul palco dello Steve Jobs Theater di Cupertino. E’ stato introdotto da un video che ha mostrato le storie di diverse persone nel mondo che si sono salvate con le app Salute o con il sistema Sos emergenza satellitare, presenti su iPhone e Apple Watch.

I NUOVI MODELLI DI IPHONE 15

“Ogni anno cerchiamo di innovare la nostra linea di iPhone, per renderla più funzionale e utile. Questa volta siamo andati oltre”, ha aggiunto Cook svelando la nuova gamma di iPhone 15. Come da previsioni, tutte le versioni, a partire dall’iPhone 15 di base, integrano la Dynamic Island, la tacca superiore ridotta, che mostra notifiche e controlli multimediali interattivi. Al suo interno, si trova la fotocamera per i selfie. Al fianco dell’iPhone 15 da 6,1 pollici c’è l’iPhone 15 Plus da 6,7 pollici. Entrambi sono stati rivisti nel design, con angoli più arrotondati e quattro colori disponibili: rosa, giallo, verde, blu e nero. Con un retro in nano-cristallo, secondo Apple, gli smartphone oggi sono ancora più resistenti, anche nella parte frontale, che contiene lo schermo, grazie alle innovazioni del Ceramic Shield. Come da politica di Apple, i nuovi iPhone abbracciano la sostenibilità: per costruirli, l’azienda ha usato il 75% di alluminio riciclato e il 100% di cobalto riciclato. Sul retro di iPhone 15 e 15 Plus, una fotocamera principale da 48 megapixel mentre in basso il tanto atteso connettore di ricarica Usb-c, con cui Apple si allinea alle indicazioni dell’Unione Europea sul caricatore universale. L’Usb-c permette di caricare, trasferire dati, audio e video in maniera veloce tra i dispositivi supportati. Tutta la linea di prodotti Apple vedrà l’arrivo dello standard unico, anche la custodia delle cuffiette AirPods. Dal lato della ricarica, l’azienda introduce il nuovo MagSafe, ossia un metodo di ricarica wireless più veloce quando si usano caricatori, sia della Mela che di terze parti, compatibili con il protocollo. Il cuore dei telefoni è A16, il nuovo chip di Apple che promette prestazioni grafiche migliorate del 50% e funzionalità che integrano maggiormente l’uso dell’intelligenza artificiale, come la trascrizione di una telefonata in testo, in tempo reale. La Mela non dimentica la connettività: la novità qui è la seconda generazione della tecnologia Ultra Wideband che consente all’iPhone di individuare la posizione esatta degli amici che condividono la posizione dal loro iPhone, in maniera simile a ciò che accade con i localizzatori AirTag. Con l’opzione Voice Isolation invece, il telefono riesce a ridurre i rumori di fondi, per restituire una voce chiara durante una chiamata. Lo scorso anno, Apple ha introdotto la comunicazione di emergenza via satellite. Il passo ulteriore è il soccorso stradale via satellite, un modo con cui, a partire dagli Usa, gli automobilisti potranno sfruttare l’iPhone per richiedere assistenza per problemi durante il viaggio. La novità di iPhone 15 Pro e 15 Pro Max è una scocca in alluminio. Apple ha lavorato per ridurre al minimo le cornici, con un profilo ancora più curvo agli angoli. Il titanio, secondo il colosso americano, permette di realizzare un dispositivo durevole ed estremamente leggero. Il resto dei materiali vede l’utilizzo di elementi riciclati e una scocca che si potrà sostituire in maniera più semplice in caso di problemi. L’iPhone 15 Pro ha uno schermo da 6,1 pollici mentre il Pro Max conserva un pannello da 6,7 pollici. Sul lato destro dei 15 Pro, Apple ha inserito un pulsante personalizzabile, chiamato Action Button. Sarà possibile configurarlo per richiamare le app preferite oppure per accendere la torcia o far partire la fotocamera. Spostandolo su e giù si seleziona la modalità “muto” per la suoneria, come avviene sugli iPhone attuali. Il chip A17 Pro dei modelli di fascia alta si concentra su prestazioni e privacy. Senza mandare i dati personali sul cloud, la porzione definita Neural Engine impara dall’utente le modalità di utilizzo del telefono, per dosare le energie durante la giornata ma anche per rendere Siri più utile e pronta a rispondere alle necessità di ognuno. Le possibilità grafiche dell’iPhone 15 Pro e 15 Pro Max sono un punto su cui Apple si è concentrata in fase di presentazione. “È la nostra innovazione hardware più grande finora” sottolinea un ingegnere del gruppo. “Oltre a rendere i videogame più verosimili e belli da giocare, la scheda Gpu usa meno energia del passato, così da preservare anche la ricarica”. La fotocamera dei modelli si basa su un sensore principale da 48 megapixel che include una nuova tecnologia in grado di restituire foto più nitide anche con condizioni di scarsa luminosità. Il sistema di scatto vede una più ampia serie di impostazioni per i fotografi, che possono regolare ogni livello nell’applicazione Camera, portando l’iPhone a diventare ulteriormente uno strumento non solo per lo svago ma anche per l’attività professionale. Un design definito “tetra-prism” simula un gioco di specchi all’interno della lente telefoto, per aumentare la distanza possibile quando si vuole catturare un ambiente più largo. iPhone 15 e 15 Plus saranno in vendita da, rispettivamente, 799 e 899 dollari. Il 15 Pro parte da un cartellino di 999 dollari mentre il 15 Pro Max da 1.199 dollari con disponibilità dal 22 settembre, anche in Italia. Nel nostro paese iPhone 15 Pro ha un prezzo di partenza di 1.239 euro con capacità di archiviazione di 128GB, 256GB, 512GB e 1TB.iPhone 15 Pro Max ha un prezzo di partenza di 1.489 euro con capacità di archiviazione di 256GB, 512GB e 1TB. iPhone 15 e iPhone 15 Plus saranno disponibili nei modelli da 128GB, 256GB e 512GB a partire da 979 euro 1.129, rispettivamente. L’aggiornamento del sistema operativo iOS 17 sarà disponibile dal 18 settembre.

APPLE WATCH SERIE 9 E ULTRA 2

Sul palco di Cupertino, la Mela ha svelato i nuovi Apple Watch Series 9. “Se lasciaste uno dei due a casa, scommetto che tornereste indietro a prenderlo”. Si parte con il Watch Series 9, che ha una più profonda integrazione con Siri, l’assistente digitale di Apple. Il focus è sulla salute: basterà chiedere all’IA il proprio peso o il livello di battito cardiaco affinché l’orologio esegua le misurazioni dovute, in autonomia e senza toccare lo schermo. Su Watch Series 9 debuttano anche le “gestures”, movimenti delle dita che permettono di interagire con l’orologio. Basterà un doppio tap di pollice e indice per rispondere ad una chiamata o accendere il display. Una serie di funzionalità che guarda anche a chi ha difficoltà nei movimenti e potrebbe sentirsi limitato dall’uso del dispositivo. “Una volta cominciato ad usarlo, non ne farete più a meno” spiegano i manager di Apple durante la conferenza. Uno dei cambiamenti principali, dal punto di vista dell’hardware, è il nuovo chip Sip S9 (System in Package), con 5,6 miliardi di transistor, una scheda grafica più veloce del 30% e un motore neurale maggiorato. L’orologio è inoltre dotato di un chip a banda ultralarga di seconda generazione per una localizzazione più precisa da altri dispositivi della casa. L’Apple Watch Series 9 è, secondo l’azienda, il primo prodotto della casa a emissioni zero, come certificato da organizzazioni di terze parti. “Abbiamo ripensato e rinnovato i nostri sistemi di produzione per migliorare l’impatto della tecnologia sul Pianeta. Dal 2030, tutti i dispositivi Apple saranno prodotti con zero emissioni di carbonio da Cupertino. “Il prossimo passo è proseguire con la conversione delle nostre attività affinché siano tutte carbon neutral. Seguiremo tre filoni: materiali, elettricità e trasporti, assicurandoci che l’intera catena di fornitura segua i nostri principi”. Apple Watch Series 9 si inserisce in tale scenario, essendo prodotto in fabbriche che usano il 100% di energia rinnovabile. Il nuovo confezionamento, ridotto, permette inoltre di spedire il 25% di orologi in più con lo stesso ingombro di prima. “Per noi, vuol dire aver abbassato di un ulteriore 78% l’impronta di carbonio a livello globale”. Al fianco del Watch 9, Apple ha svelato anche Ultra 2, l’orologio dedicato agli sportivi e alle attività all’aperto. Il design dell’Ultra 2 è abbastanza simile alla prima generazione, con il grosso delle novità all’interno. Tra queste, l’autonomia capace di arrivare a 36 ore di uso normale e 72 ore a basso consumo e l’utilizzo del 95% di materiale riciclato in fase di produzione. Può sopportare immersioni fino a 40 metri e gira, come il Series 9, con watchOs 10. Apple Watch Series 9 parte da un prezzo di 399 dollari (459 euro), l’Ultra 2 da 799 dollari (909 euro), con preordini già aperti e arrivo nei negozi dal 22 settembre. Insomma, anche quest’anno gli appassionati della Mela morsicata non possono lamentarsi, in quanto la selezione dei nuovi device è veramente ricchissima.

F.P.L.

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Luigi’s Mansion 2 HD, il titolo icona del 3DS torna su Switch in alta definizione

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Luigi’s Mansion 2 ritorna, a più di 10 anni dalla sua uscita originale su Nintendo 3DS, in versione rimasterizzata per Nintendo Switch. Questa nuova edizione in alta definizione del piccolo capolavoro del colosso nipponico offre l’opportunità di rivivere una delle avventure più amate del fratello di Mario, con una veste grafica rinnovata e alcune migliorie tecniche. Ma come si comporta questo titolo del 2013 nel panorama videoludico attuale? Analizziamo nel dettaglio questa riedizione per scoprire se il fascino di Cupavalle resiste ancora alla prova del tempo oppure è destinato a soccombere sotto il peso degli anni. Seguendo in modo abbastanza diretto dal primo episodio, uscito su Game Cube nel lontano 2001, Luigi’s Mansion 2 HD (al tempo Luigi’s Mansion 2 o Luigi’s Mansion Dark Moon negli Usa) catapulta i giocatori nuovamente nell’avventura con un incipit decisamente semplice: dopo la vittoria dell’idraulico in verde nel primo capitolo, i fantasmi si sono acquietati e vivono in serenità con gli umani, permettendo al Professor Strambic di continuare i suoi studi con grande efficienza. Un “misterioso intervento esterno”, però, distrugge e frammenta la pietra a forma di luna che teneva sotto controllo gli spiriti, mandandoli in agitazione e costringendo lo scienziato a chiedere il soccorso del miglior acchiappafantasmi in circolazione. Così in men che non si dica quel fifone di Luigi si trova nuovamente impegnato a catturare spettri con aspirapolvere alla mano e gambe tremolanti. Questa volta però non si troverà più in una sola, vasta, magione, ma dovrà spostarsi in differenti aree per recuperare i pezzi del cristallo, scoprire chi si nasconde dietro le quinte e ripristinare tutto alla normalità, assicurandosi che nessuno dei suoi amici sia finito nei guai. Il tutto è possibile grazie al genio di Strambic, che oltre a essere il massimo esperto di fantasmi è anche riuscito a sviluppare una tecnologia chiamata “pixeltrasporto”, in grado di muovere Luigi da una parte all’altra del mondo sfruttando schermi e telecamere come veicolo. Da qui inizia un’avventura tendenzialmente in linea con gli altri episodi, che vede il buon Luigi esplorare ogni angolo delle location da lui visitate alla ricerca di tesori, chiavi, fantasmi e segreti: insomma, tutto il necessario per proseguire di livello in livello e soddisfare le richieste di Strambic. Idealmente la progressione ricorda un po’ quella di un metroidvania, in quanto c’è la libertà di muoversi in aree tutto sommato limitate, da sbloccare di volta in volta, mentre vengono mostrati al tempo stesso tanti passaggi apparentemente inaccessibili, muri misteriosi che sembrano nascondere qualcosa, stanze prive di accesso o sistemi di controllo che sembrano non rispondere alle sollecitazioni di chi gioca.

Luigi questa volta avrà insomma un bel da fare dovendo ripuloire ben cinque magioni infestate nel tentativo di ricomporre la pietra a forma di Luna e domare gli ectoplasmi aiutato dal fido aspirapolvere Poltergust 5000, versione potenziata del modello 3000 comparso in Luigi’s Mansion, e da una torcia multifunzione. Sulla carta per avere la meglio basterebbe “sparaflashare” gli evanescenti invasori per poi pescarli con l’aspirapolvere assecondando i loro movimenti. Nella pratica, però, i dispettosi fantasmi faranno di tutto per vendere cara la melma ricorrendo a trucchetti, armature o alla forza bruta: tutte cose che costringeranno i giocatori a indebolirli, aggirarli o quant’altro prima di poter procedere con la cattura. Su 3DS, come accennato, queste meccaniche soffrivano un poco i limiti del sistema di controllo, ma qui sono una vera goduria e bastano davvero pochi minuti per prenderci la mano e farsi trascinare dalla moltitudine di interazioni escogitata da Next Level Games e Nintendo per spremere fino all’ultima goccia le possibilità del Poltergust 5000 e il pensiero laterale dei giocatori. Il Poltergust 5000 nasce per aspirare i fantasmi, OK, ma nulla vieta di invertire il flusso e/o sfruttarlo per sollevare tappeti, afferrare tende, tovaglie e in generale passare al setaccio le magioni infestate svelandone i vari segreti o espugnandone le ricchezze in modo da potenziare il proprio arsenale. Sempre grazie all’aspirapolvere si può, ad esempio, afferrare oggetti congelati e trasportarli fino alla fiamma più vicina, oppure gonfiare dei palloncini e creare una piccola mongolfiera per raggiungere aree altrimenti inaccessibili; e queste sono solo alcune delle tante interazioni possibili per sfruttare o aggirare i limiti fisici del gioco. La torcia a sua volta non si limita a rendere vulnerabili gli spiriti ma consente di attivare interruttori e meccanismi, mentre l’Arcobaluce – sorta di versione “mariesca” degli ultravioletti – è in grado di svelare porte e oggetti nascosti aggiungendo di fatto una dimensione extra all’avventura, obbligando così il giocatore a prestare particolare attenzione a tubi mancanti, zerbini e persino ai complementi d’arredo apparentemente asimmetrici. Attorno a queste dinamiche gli sviluppatori hanno costruito un sistema di enigmi incredibilmente sofisticato; le missioni inizialmente appaiono circoscritte, ma col procedere del gioco diventano sempre più elaborate facendo “esplodere” il level design delle singole magioni e servendo alcune delle boss fight più creative mai viste in un videogioco Nintendo. Di contro il cuore dell’esperienza resta la caccia, e anche sotto questo aspetto dopo le prime semplici battute è necessario ricorrere all’astuzia e a tutte le opportunità offerte dai propri strumenti, senza contare le occasionali disinfestazioni da ragni, piante carnivore e altre simpatiche creaturine che infestano le aree di gioco.

Se il titolo originale ha proposto una più che discreta esperienza portatile, in questa occasione è opportuno chiedersi se e quanto abbia giovato la transizione a una nuova piattaforma. La risposta è a nostro avviso: decisamente più performante ma meno “peculiare” rispetto alla piccola console portatile della grande N. A livello puramente visivo, nulla da dire: pur non raggiungendo le vette di Luigi’s Mansion 3, questa edizione HD del secondo capitolo risulta comunque molto curata, potendo godere di modelli e texture ricreati da zero e un impatto scenico dovuto al cambio di proporzioni dello schermo decisamente più efficace. Molto bene invece per quello che concerne il lato controlli, che tornano a contemplare l’utilizzo dell’analogico destro (assente su 3DS) per rendere più agile il movimento che su portatile risultava piuttosto sacrificato. Forse il cambiamento più importante che il gioco ha vissuto in positivo. Esplorazione e combattimenti risultano quindi più fluidi e divertenti, così come tutte le prove “speciali” che vedono variare il gameplay. Dove si paga lo scotto è nella trasposizione dell’esperienza “stereoscopica” originale: in particolare basta vedere i boss, comunque tuttora apprezzabili, per cogliere come la messinscena sia frutto di un design collegato allo speciale effetto visivo offerto dallo schermo superiore di Nintendo 3DS, risultando sacrificata, se non quasi banalizzata, quando riprodotta in modo tradizionale. E’ necessario, quando si parla di Luigi’s Mansion 2 HD evidenziare due note sulla longevità e il multigiocatore. Per quanto concerne la durata, il titolo si assesta sui livelli del terzo capitolo, quindi intorno alle 10/15 ore per una partita classica, salendo se si va alla ricerca del completismo, sebbene il tutto possa risultare un po’ allungato per via del continuo “vai e vieni” dovuto alla struttura a missioni. Per quanto riguarda il multigiocatore tocca constatare come il tutto sia in linea con il titolo d’origine, mancando quindi di una modalità storia cooperativa e limitandosi invece alla Torre del Caos in cui collaborare fino a 4 giocatori, in wireless locale o online, per superare le tante e appassionanti sfide proposte. Tirando le somme, poter tornare a giocare a Luigi’s Mansion 2 HD è sempre un piacere, soprattutto perché in termini di level design, struttura degli enigmi e gestione dell’arsenale è sicuramente il capitolo più interessante della serie, persino al netto del terzo. In più il salto in avanti per quanto riguarda il sistema di controllo offerto a suo tempo da 3DS rappresenta una vera benedizione, persino più gradita del passaggio all’alta definizione. Certo, aggiornare anche il sistema dei salvataggi sarebbe stato un gradito cambiamento, ma tutto sommato non possiamo lamentarci. Tuttavia tra gioco base, contenuti extra e tutte le cose da fare per completare il titolo al cento per cento, ci sarà da spassarsela davvero per molte ore.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8,5

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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iPhone pieghevole nel 2027, un nuovo brevetto online fa esplodere i rumors

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iPhone pieghevole? Tornano i rumors. Le ultime indiscrezioni arrivano proprio da un nuovo brevetto che Apple ha registrato negli Stati Uniti. Il lancio però dovrebbe avvenire tra qualche anno, non prima del 2027. Il nome del documento, ripreso dal sito Cnet, è “dispositivi elettronici con display pieghevoli durevoli”, depositato nel 2021 ma concesso il 16 luglio di quest’anno. Al suo interno, alcune soluzioni che la Mela potrebbe seguire per realizzare l’iPhone Flip, ossia un telefono che si chiude a conchiglia, come il recente Motorola Razr 50 Ultra. Il testo elenca in modo dettagliato la presenza delle varie componenti del prodotto, dalla batteria alla ricarica wireless, connettività Bluetooth e Wi-Fi, display led o lcd, microfoni e sensori capacitivi, tattili e così via. C’è un riferimento esplicito ad un display pieghevole di 180 gradi, o completamente piatto, in linea con le declinazioni attualmente sul mercato anche a marchio Samsung e Oppo. Se sembra alquanto certo che Apple stia esplorando la possibilità di lanciarsi nel mercato dei pieghevoli, più dubbi sussistono sulle tempistiche. L’analista Ross Young ha affermato che un modello del genere è stato posticipato ad almeno il 2025. Più o meno la stessa tempistica suggerita dall’analista esperto di Apple, Ming Chi Kuo, che ha ribadito la possibile finestra di presentazione. C’è chi va anche oltre: i ricercatori di TrendForce sottolineano che le rigorose procedure di controllo qualità di Cupertino e l’aumento nella richiesta di pannelli flessibili porterà l’azienda a concludere un primo lotto di disponibilità dell’iPhone Flip non prima del 2027, quanto Samsung sarà alla nona generazione di Galaxy Z Flip. Insomma, stando alle nuove indiscrezioni nel futuro degli smartphone della Mela il dispositivo pieghevole sembra essere presente. Non resta altro che aspettare per saperne di più.

F.P.L.

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Elden Ring: Shadow of the Erdtree, molto più che una semplice espansione

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Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un’espansione enorme e sorprendente, che conferma la posizione di FromSoftware tra i migliori team di sviluppo in circolazione nel panorama videoludico contemporaneo. Il dlc (anche se chiamarlo così è riduttivo) è ovviamente disponibile su Pc, Xbox e PlayStation, quindi tutti coloro che hanno potuto giocare a Elden Ring (qui la nostra recensione), potranno cimentarsi in questa nuova avventura e proseguire il loro cammino. Ricordiamo a tutti coloro che sono interessati a intraprendere questo nuovo viaggio che per entrare nell’universo offerto da Shadow of the Erdtree è necessario aver ucciso Radahn e Mohg. Una volta fatto ciò si deve interagire col bozzolo di Miquella, parlando prima con un NPC che si troverà proprio lì davanti. Essendo una macro-area da visitare dopo l’endgame, il livello di difficoltà dei nemici al suo interno è piuttosto sostenuto. Questo vuol dire che provare a esplorare stando al di sotto di un livello medio che si aggira attorno al 140, o addirittura di parecchio inferiore, si va incontro alla morte anche coi nemici più insignificanti. Prendere sotto gamba il livello è un errore da non fare in quanto per chi volesse provare l’ebbrezza di addentrarsi nel “nuovo mondo”, l’impatto sarà assolutamente traumatico. Gli antagonisti sono capaci di uccidere con uno o due colpi e le zone più avanzate, assieme a quelle segrete e ai boss facoltativi, risultano quasi impossibili da completare. Eppure Elden Ring Shadow of the Erdtree, così come il gioco principale, non è mai scorretto col giocatore. Ovviamente il titolo impartirà dure lezioni ancora una volta, ma quando si inizierà a comprendere il gioco delle minacce che piagano la Terra delle Ombre, affrontare ogni ostacolo sarà fonte di assoluta soddisfazione. Differentemente da quanto i più possano pensare, l’aumento di livello non è la chiave per poter dominare sul campo di battaglia. Stavolta From Software ha applicato una sorta di sistema di potenziamento interno all’espansione che funziona grossomodo come i pezzi di maschera già visti in Sekiro. Va da sé che le reali differenze durante l’avanzamento, e soprattutto durante gli scontri coi boss, si notano solo raccogliendo i frammenti sparsi per la mappa di gioco, taluni ben nascosti o accessibili solo dopo alcune fasi di sbarramento. Una volta fermi ai Luoghi di Grazia, si potrà consultare il menù arricchito con una nuova voce che consente di migliorare in modo permanente alcune delle statistiche passive. Questa scelta adottata per Elden Ring Shadow of the Erdtree ha una duplice funzione: non rendere il contenuto troppo semplice anche per i veterani e obbligare i giocatori a esplorare davvero a fondo ogni angolo di mappa. L’esperta FromSoftware non ha però reso semplice l’accesso a tutte le aree, e in questa espansione si percepisce un senso della scoperta ancora più meraviglioso e sbalorditivo, reso tale da un design delle aree molto più articolato e complesso.

Il Regno delle Ombre è una mappa affascinante e con un design complesso e raffinato che conquista. Tuttavia è doveroso fare una menzione speciale ai dungeon/legacy, che presentano le medesime qualità. Anche qui il team di From Software è riuscito a creare livelli pieni di anfratti, percorsi alternativi, uscite, scorciatoie e connessioni all’interno di architetture colossali e uniche. Tra quelle esplorate ce ne sono due in particolare che abbiamo apprezzato. Autentiche opere di ingegneria studiate nei minimi dettagli: dalla disposizione dei nemici a quella delle sezioni interconnesse con una naturalezza disarmante. Un altro aspetto positivo positivo di Elden Ring: Shadow of the Erdtree riguarda la significativa riduzione del numero di mini-dungeon. Ora ce ne saranno di meno, ma più interessanti, elaborati e complessi. Spesso con meccaniche uniche e con boss sempre differenti, che garantiranno uno stimolo costante per quanto concerne l’esplorazione. Altro punto di forza della produzione sono i boss. In Elden Ring: Shadow of the Erdtree ce ne sono circa una decina, e sono tutti assolutamente straordinari sia per design che per le meccaniche di combattimento. E’ davvero sorprendente vedere come il team di From Software continui a sorprendere la sua fan base con creature così imponenti e ricche di personalità, capaci di proporre battaglie uniche, intense e sempre molto complesse da affromntare. Oltre a quanto detto, quest’espansione di Elden Ring ha un altro merito, ovvero: riuscire a sorprendere anche per il numero smodato di armi, talismani e magie aggiuntive, oggetti peraltro pensati per modificare sensibilmente lo stile di qualunque giocatore. Si vede chiaramente che l’intento di FromSoftware nella Terra delle Ombre è stato chiaramente uno solo: offrire un gran quantitativo di strumenti adatti a ogni genere di build, dotati di mosse e poteri così unici da spingere i giocatori a testarli anche se non necessariamente ottimali. E se da una parte alcune combinazioni del gioco base restano spettacolarmente efficaci e difficilmente sostituibili, riteniamo che FromSoftware abbia davvero trovato la chiave di volta qui, perché è stato praticamente impossibile non cambiare varie volte specializzazioni ed equipaggiamento dinanzi a certe novità. Ci sono ben otto categorie di armi del tutto nuove, e alcune di queste coprono delle mancanze significative del gioco base. A tutto ciò va anche sommato un discreto numero di ottime nuove stregonerie e un mix incredibile di incantesimi Il risultato finale? Un vero paradiso per chi ama sperimentare con statistiche ed equipaggiamento. Tirando le somme, questo Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un’espansione incredibile, un lavoro di grande pregio che torna in parte alle origini dei souls, senza però tradire lo spirito del gioco base né abbandonare le caratteristiche che lo hanno fatto amare da così tanti giocatori. Si tratta di un lavoro impressionante, capace di stupire sia per il suo incredibile map design sia per la varietà delle novità introdotte. Impossibile, davanti a un’opera simile, non confermare il già notevole voto del gioco base. Impossibile lasciarselo sfuggire se avete amato il titolo originale.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9,5

Sonoro: 9,5

Gameplay: 9,5

Longevità: 9,5

VOTO FINALE: 9,5

Francesco Pellegrino Lise

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