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Un inchino al capostipite Harry Potter, un po’ di adrenalina alla Hunger Games, di mistero alla Stranger things… si potrebbero trovare anche altri riferimenti visivi ma non bastano: il fenomeno delle Winx, sembra un’araba fenice, è lì a crescere bambine determinate da quasi due decenni (il debutto dei cartoni animati fu su Rai2 nel gennaio 2004, con la produzione lungimirante di Luca Milano di Rai Fiction oggi a Rai Ragazzi) ed a ritrovare un successo che va da tempo oltre il nostro paese.
Iginio Straffi, il talento marchigiano di Rainbow, guarda i dati della sua nuova creatura, Fate: The Winx Saga, sei episodi della serie live action ispirata a quel cartoon, una serie originale Netflix creata da Archery Pictures Production, in associazione con Rainbow. Ha debuttato il 22 gennaio su Netflix ed è al top, tra le 10 produzioni originali. E non solo in Italia.
La seconda stagione è già nell’aria. Firmata da Brian Young (The Vampire Diaries), girata con mezzi da kolossal in Irlanda, in mezzo alla natura e in location per interni diventate set, la serie racconta le avventure di cinque fate che frequentano Alfea, il collegio di magia di Oltre Mondo e si rivolge ad un pubblico Young Adult come si dice in gergo, 16-30 anni, che ama storie forti giovanili in cui riconoscersi e viaggiare con la fantasia, un target centrale per la piattaforma streaming.
“Le bambine, in Italia e nel mondo, cresciute pane e Winx, attraverso 10 serie tv, 3 film, musical, spettacoli on ice, si sono incuriosite di vedere come le fate siano cresciute con loro e oggi siano in carne ed ossa in questa serie. Al live action ho sempre creduto, sapevo che Netflix era l’interlocutore giusto e così è stato perché la produzione è davvero imponente: le Winx lo meritavano”, dice all’ANSA Straffi, convinto che la fan base che le fatine hanno sempre avuto si trasformasse in pubblico tv e così è stato
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