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Sara Galea
Ci sono momenti in cui bisogna vivere dei piccoli silenzi interagendo fortemente con se stessi, per comprendersi, ascoltarsi, conoscersi, amarsi e rispettarsi. Questi attimi d’intimità con il proprio io servono a prendere coscienza di ciò che si vuole lasciare indietro di quello che si è vissuto della vita, e cosa si vuole portare avanti. Si tratta di riconoscere quali sono le priorità, le cose importanti della vita, quelle che ci possono aiutare a crescere e non che ci sabotino togliendoci energie. Spesso accade che molte situazioni ritornano perché non sono mai state abbandonate; perché si sono trascinate per abitudine; perché si crede sia scontata la loro presenza, che magari esiste soltanto nell’immaginario; questo provoca che l’umano si senta infastidito dalla presenza di fantasmi del passato; dall’idea che la propria vita sia soggetta all’influenza di terzi, instaurandosi uno stato di crisi, di bisogno, che per essere sanato necessita di un intenso contatto con se stessi per ripristinare le proprie forze interiori, energie che devono condurre oltre quelli che potrebbero essere individuati come blocchi, limiti, problemi, e che, effettivamente, sono soltanto immagini riflesse di un passato che vuole rivivere nel presente. Il passato serve al presente? Ovviamente sì, se non rappresenta un deterrente per vivere nuove esperienze, sensazioni, emozioni. Sì, se fa parte di un’esperienza che si era sospesa per essere ripresa con più grinta, maturità, desiderio. Come sapere di cosa si tratta? Come rendersi conto di cosa rappresenta? Ascoltando le proprie emozioni, osservando il movimento che queste caoticamente attivano dentro la propria mente, e ‘’sentendo’’ quali sentimenti lasciano dentro di se: benessere, situazioni positive e propositive; malessere, situazioni che sono tornate soltanto per insegnare qualcosa che era rimasto sospeso nel passato. L’introspezione è una pratica potente che fa rendere conto l’essere umano di ciò che accade dentro di se, di cosa sta diventando, quindi dell’importanza di ciò che sta per fare o non, e se questo può dare risultati piacevoli oppure disdicevoli. Ognuno è responsabile di ciò che crea e si crea; tutto si può comprendere semplicemente se si pratica un sincero ascolto di se e degli altri. Osservare, ascoltare, e sentire senza dare delle interpretazioni illusorie significa vivere semplicemente ciò che è perché è, se lo si vuole vivere, altrimenti via verso altre spiagge, oltre quello che potrebbe sembrare l’orizzonte ma che effettivamente è soltanto un confine illusorio dettato dai limiti indicati della mente.
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