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Intervista a Tagliente sul “113 soccorso pubblico pronto”: il suo impegno per i cittadini tra passato, presente e futuro
Tempo di lettura 5 minutiContinua ad arricchirsi di testimonianze il dossier de L’Osservatore d’Italia dedicato “al 113 con tanto amore”
Published
7 anni agoon
di Chiara Rai
Il 113, come numero unico e gratuito da utilizzare per le richieste di soccorso pubblico e di pronto intervento in caso di emergenza, dopo una breve sperimentazione nel Lazio e in Umbria, venne istituito, in ambito nazionale dal 1^ marzo 1968. Con questa pubblicazione abbiamo raccolto una testimonianza fondamentale, quella del Prefetto Francesco Tagliente, già Questore di Roma, per conoscere da vicino il 113.
Prefetto Francesco Tagliente, lei quando venne pensato e reso operativo il 113 era già in servizio. Cosa rappresentò per le istituzioni italiane l’attivazione del numero telefonico unico a livello nazionale per le richieste di soccorso pubblico?
R “Il 113, negli anni 70, rappresentò una vera e propria rivoluzione culturale dei servizi di Polizia. L’attivazione del Servizio rappresentò soprattutto il punto di arrivo di un progetto fortemente voluto ed estremamente complesso, la cui riuscita fu il risultato del caparbio superamento delle evidenti difficoltà tecniche, legate all’assetto frammentario della rete telefonica, e della paziente rimodulazione degli aspetti burocratici e amministrativi, che offrono resistenza ogni volta che si attivano nuove misure organizzative e gestionali.
Quali furono le difficoltà tecniche incontrate e i risvolti, operativi e amministrativi, connessi alla unificazione nazionale del servizio di soccorso pubblico istituzione 113?
L’unificazione nazionale del servizio di soccorso pubblico impose, la completa ristrutturazione logistica delle sale operative che, divenute centrali operative di telecomunicazioni (COT), acquisirono il compito di raccogliere le chiamate dei cittadini per attivare tempestivamente gli interventi di soccorso generico e specifico, raccogliere e dare informazioni oltre che per coinvolgere negli eventi anche gli altri enti competenti (servizio sanitario, Vigili del fuoco, municipalità, ecc).
Si determinò, quindi, anche quella ristrutturazione degli Uffici i cui caratteri generali sono divenuti oggi ordinari: mentre il servizio degli equipaggi di “Volante” continuò a svolgere le attività di prevenzione e repressione dei reati, la Squadra Mobile venne destinata esclusivamente alle attività investigative ed operative nel settore della criminalità, che cominciò a svolgere esclusivamente in abiti borghesi.
Con il passare degli anni, quale evoluzione organizzativa e operativa comportò il Servizio 113?
Una volta avviato, il “113” proseguì la sua evoluzione organizzativa e operativa su un doppio binario: professionale e tecnologico.
L’evolversi della normativa, il panorama sociale sempre più complesso e la possibilità di adottare metodologie sempre più efficaci di contatto col cittadino e di risoluzione delle emergenze come risultato di esperienze maturate e condivise a livello nazionale nel corso degli anni, faceva emergere la necessità sempre più concreta di una maggiore e costante specializzazione del personale addetto al Servizio 113.
Peraltro, il superamento dei confini della provincia per un nuovo orizzonte nazionale, impose da subito un investimento sulla formazione del personale, per uniformare il modus operandi e le capacità di valutazione delle emergenze su tutto il territorio del Paese agli standard più alti di accessibilità e disponibilità.
Quali furono i primi risultati dell’investimento sulla formazione degli operatori del 113?
La progressione professionale degli incaricati del settore non si limitò ad affrontare i criteri di comunicazione e le procedure di coordinamento dei servizi di pronto intervento ma consentì di istituire servizi specifici per fronteggiare situazioni di estrema delicatezza collegate a reati o fenomeni che coinvolgevano le cosiddette “fasce deboli” (minori, anziani, disabili, donne vittime di violenza, ecc).
Quali furono le iniziative e i progetti attuati a livello nazionale?
Molte iniziative interessavano porzioni limitate del territorio. Alcuni progetti invece, dopo una prima fase sperimentale, furono resi operativi sull’intero territorio nazionale, come il “113 antidroga”, per garantire l’intervento della Polizia e anche l’assistenza sanitaria in caso di richiesta di soccorso o segnalazione di attività delittuose riguardanti l’assunzione di sostanze stupefacenti, il “113 anziani”, come servizio di soccorso e guida per la terza età dopo i pesanti disagi causati dal caldo torrido monitorati nell’estate del 1988 e il “dispositivo DTS” per i sordi attivato nel 1991.
Le modalità di organizzazione del 113 si arricchivano intanto delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie, prime fra tutte quelle digitali in sostituzioni delle tecnologie analogiche, che consentirono un considerevole incremento della capacità di ricezione e gestione del numero di chiamate e, conseguentemente, di interventi.
Risultò anche possibile predisporre una “rete di controllo sui sistemi di allarme” di banche, uffici, esercizi commerciali che ancora oggi, aggiornata nel tempo al passo con le ulteriori innovazioni, garantisce il controllo in remoto di obiettivi ritenuti sensibili.
Quale furono i primi investimenti per potenziare le installazioni per la sicurezza dei cittadini?
Il “Servizio 113” si dotò, anche delle prime postazioni telematiche e di terminali che permisero e consentono ad oggi di consultare in tempo reale banche dati per fornire all’operatore su strada informazioni preziose e spesso determinanti al fine della soluzione di un evento, di una emergenza o per garantire una maggiore efficacia dell’intervento (archivi di veicoli, pregiudicati, documenti, ecc).
A che epoca risale il “Servizio 113 on line”?
Risale a una decina di anni fa. Tra le innovazioni dell’epoca oltre al “Servizio 113 on line”, per le informazioni e le segnalazioni via Internet, ricordo il “Sistema di controllo del territorio (SCT)” di supporto delle decisioni.
Il “Servizio 113 on line”, fu inaugurato nel febbraio del 2006 (sito http://www.commissariatodips.it). Rappresentava il primo Commissariato totalmente virtuale in Europa. Suddiviso in ufficio denunce, passaporti, minori, immigrazione, concorsi, sicurezza telematica e polizia amministrativa e sociale, possiede una sezione informativa interforze su minori scomparsi, auto ed oggetti rubati, documenti smarriti e banconote false, oltre ad un catalogo Il 113 al passo con i tempi: connessi con il web ed i servizi on line delle armi e dei latitanti. In questo Commissariato virtuale i cittadini reali possono inoltrare denunce per reati telematici, per furto o per smarrimento, oltre che effettuare segnalazioni, richiedere consigli o suggerimenti ad esperti in telematica, accedere a forum tematici e a specifiche aree con segnalazioni riguardanti soprattutto la sicurezza per chi naviga in Internet.
Mi stava parlando “Sistema di supporto delle decisioni”
Il “Sistema di controllo del territorio”, per mezzo di sofisticate tecnologie e strumenti informatici, garantisce il controllo ininterrotto dell’evoluzione degli eventi che hanno dato luogo ad una richiesta da parte dei cittadini di un intervento della Polizia.
Questa possibilità di controllo si estende alla gestione delle risorse sul territorio, i cui equipaggi sono monitorati in un sistema cartografico (vettoriale) capace di utilizzare sia mappe telematiche che riproduzioni fotografiche (ortofoto) del luogo del fatto, e permettere così un coordinamento più razionale e rapido degli interventi in favore della maggiore incisività ed efficacia della risposta concreta alle richieste dei cittadini. Gli stessi equipaggi che operano su strada vengono progressivamente dotati di un navigatore satellitare e di una tastiera per lo scambio dati con la sala operativa, che si aggiungono all’ordinaria comunicazione sostenuta con i tradizionali apparati radio. Per realizzare ciò, il Sistema di controllo del territorio si avvale anche dell’interconnessione con le centrali operative delle altre Forze di Polizia, oltre che con le telecamere fisse e mobili presenti in ambito urbano e di una parete video–wall predisposta per proiettare ingrandimenti di mappe, foto e immagini per l’uso condiviso delle risorse nei grandi e medi eventi.
L’informatizzazione del sistema, con la raccolta costante dei dati relativi agli eventi e alle loro soluzioni, ha consentito l’adozione del “Sistema di supporto delle decisioni”: si tratta di un apparato che, permettendo di analizzare gli interventi per natura, localizzazione, periodicità e contesto urbano, consente di pianificare ed effettuare previsioni oggettive per un sempre più efficace servizio di prevenzione della commissione di reati.
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