(IN)GIUSTO PROCESSO UN TEMA SEMPRE PIU' DI ATTUALITA'
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(in)Giusto Processo è stato il tema affrontato nei giorni scorsi in un convegno tenutosi presso gli Uffici di. Rappresentanza della Regione Basilcata in via Nizza 56 – Roma e condotto con successo da Domenico Leccese, ottimo moderatore. Numerosi gli intervenuti, qualificati gli interventi di esperti in ambito giudiziario che si sono richiamati ad un recente libro di Ferdinando Imposimato, Gennaro Francione e Paolo Franceschetti con la prefazione del prof. Saverio Fortunato e Avv. Antonella Montano
Dal convegno sono emerse numerose criticità che coinvolgono i casi rimasti per mesi, anzi per anni, nella più assoluta incertezza giudiziaria come quello di Amanda e Raffaele per menzionarne uno che è di più recente attualità e che ha visto una imprevedibile(?) determinazione da parte della Cassazione.
Ma è proprio questa specie di roulette russa ad irretire l’interesse morboso dei cittadini di tutti gli strati sociali. Possiamo dire che in Italia siamo tutti investigatori e giudici. Questa vicenda, nei giorni scorsi, ha fatto esprimere anche il principe del Foro americano Alan Dershowtz: “Che fortuna (per Amanda e Raffaele) essere stati processati in Italia!”. Ma con questi presupposti torniamo al nostro convegno partecipativo, egregiamente organizzato da Domenico Leccese, che ha appunto visto un grande coinvolgimento di tutti gli intervenuti.
Nella ripresa pomeridiana ha analizzato i risvolti più approfonditi della casistica il prof. Saverio Fortunato, esperto di criminologia clinica, con un’analisi a tutto campo mettendo in luce tutte le contraddizioni delle fasi che precedono il processo e tutte le carenze di preparazione di tanti addetti ai lavori. “Ormai – ha detto Fortunato – siamo tutti criminologi, provenienti da tante discipline diverse, anche se nelle Università non si insegna più Criminologia clinica. Un indizio non è una prova, – ha proseguito – così, in assenza di certezze, ci si affida alle perizie. Una perizia da una parte ed una perizia dall’altra”. Tutte le tesi sono valide, deduciamo noi! E Fortunato porta a sostegno l’opinione di Imposimato che mette sotto torchio il “Pm” ed un certo modo di condurre l’indagine.
Estremamente critico poi il processo minorile. Freud ha detto che il minore si lascia condizionale dall’adulto, mentre l’adulto è condizionato dal pregiudizio, pertanto, spesso ci si trova di fronte a contraddizioni non scientifiche. Sempre secondo Imposimato, spesso il sospettato subisce una gogna mediatica e non si comprende perché la Procura a volte si trova a fare le conferenze stampa. Invece, non si dovrebbe pubblicare nulla prima della sentenza. Anche se assolto, l’individuo subisce lo stigma e residui arcaici di tortura (altro tema di attualità dopo la sentenza di condanna della Corte Europea). In questa confusione mediatico-giudiziaria spesso si fa confusione tra peccato e reato, concetto già posto in evidenza dal Beccaria.
Nel finale del congresso, infine, i partecipanti sono stati coinvolti dopo la proiezione di uno sceneggiato riguardante il caso Franzoni, ed il giudice Gennaro Francione ha assunto il ruolo di presidente di Corte di Assise per la raccolta del giudizio degli astanti. Tre i giudizi da esprimere: colpevole, innocente o responsabile ma incapace di intendere e di volere. Il verdetto dei partecipanti al convegno si è espresso per la terza ipotesi.