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Editoriali

Incongruenze e Paradossi del Nuovo Codice della Strada

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La sicurezza alla guida è un dovere collettivo, ma le recenti modifiche al Codice della Strada pongono interrogativi inquietanti.

I dati del primo semestre 2024 mostrano un lieve aumento degli incidenti rispetto allo stesso periodo del 2023, con un incremento del 4% dei morti. Questo è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. Tuttavia, ciò che desta preoccupazione è l’introduzione di controlli severi sulla guida sotto l’influenza di sostanze, che ora include anche farmaci comuni come la Tachipirina.

Il paracetamolo, utilizzato per trattare febbre e dolori, potrebbe lasciare tracce nei test salivari fino a due giorni dopo l’assunzione, anche in assenza di effetti reali sulla capacità di guida. Ciò significa che un automobilista che assume Tachipirina per un banale malanno potrebbe vedersi ritirata la patente e il veicolo in caso di controllo. La lotta alla guida in condizioni alterate è certamente necessaria, ma la nuova normativa, eliminando la necessità di dimostrare uno “stato di alterazione psicofisica”, può portare a sanzioni sproporzionate per chi assume farmaci da banco senza alcuna compromissione della lucidità.

Inoltre, la tolleranza zero per i farmaci contrasta con il trattamento differenziato per l’alcol, punito solo oltre una certa soglia. Questo solleva dubbi sulla proporzionalità delle sanzioni, mettendo in discussione l’equità delle disposizioni. La questione si complica ulteriormente con i test antidroga preliminari, noti per generare falsi positivi. Sebbene la legge preveda test di conferma, i ritardi burocratici e le conseguenze immediate, come la sospensione della patente, creano disagio per gli automobilisti.

Le modifiche non riguardano solo la sicurezza, ma anche l’impatto economico sui cittadini. Negli ultimi anni, le polizze auto hanno subìto un notevole aumento. Nel 2020 i premi medi erano in calo, ma dal 2022 si è assistito a una risalita dei costi, con un’impennata nel 2024: il prezzo medio della RC Auto ha raggiunto i 416 euro, segnando un incremento del 7,4% rispetto allo stesso mese del 2023. In alcune regioni, gli aumenti hanno sfiorato l’11%. Il contesto economico, segnato dall’inflazione e dalla ripresa della circolazione, ha aggravato una situazione già complicata.

In questo scenario, i cittadini sembrano diventare “bancomat” per le amministrazioni in deficit e per le compagnie assicurative, le quali continuano a fare profitti a scapito di chi è costretto a pagare per una sicurezza stradale che, paradossalmente, non sembra migliorare. A fronte di un sistema di trasporto pubblico in difficoltà e di costi di viaggio alle stelle, si ha l’impressione che il cittadino sia sempre l’ultima ruota del carro.

In conclusione, le nuove norme sul Codice della Strada, pur mirando a una maggiore sicurezza, rischiano di generare più confusione che soluzioni. È lecito chiedersi se sia possibile implementare una normativa senza ricorrere a una “macelleria sociale” che colpisce i più vulnerabili. La situazione attuale è insostenibile e richiede una riflessione profonda su come garantire sicurezza e giustizia senza penalizzare chi già affronta le difficoltà quotidiane.