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Chiara Rai
I capricci dei ragazzini sono giustificabili, quelli di Grillo no. I suoi scudieri hanno puntato i piedi e sono pronti allo schianto frontale. E per giunta c’è il niet di andare in televisione, vige l’ordine di dire di no a Bersani su tutto, bandite le iniziative di comunicazione via Facebook o altro perché potrebbero essere usate contro il Movimento.
Stalin plaudirebbe senza meno. Sono stati rimessi i microchip ai più indisciplinati e riaccorpate le Cinque Stelle: adesso non resta che aspettare la pioggia di meteoriti al nome di Bersani premier. Ma visto che vederla sempre catastrofica non porta a nulla cerchiamo di raccogliere la parte buona di queste ore che precedono le consultazioni che comincerà Napolitano oggi al Quirinale. In poche ore sono state abolite le Province regionali in Sicilia.
L'Ars (Assemblea regionale siciliana) ha approvato un maxi-emendamento della maggioranza che sospende le elezioni previste a fine maggio; manca solo il voto finale al Ddl. Gli enti saranno commissariati ed entro l'anno dovranno essere sostituiti, con una nuova legge, da liberi consorzi di Comuni. Le Province sono uno spreco di soldi così come le indennità Parlamentari. A dare il buon esempio il presidente del Senato, Pietro Grasso che ha annunciato nel corso della conferenza dei capigruppo che ridurrà del 30% la sua indennità. E qui si è sollevato l’entusiasmo di Crimi, un sentimento che può diventare fumo negli occhi del Mentore che ha dovuto riassemblare l’ingranaggio e tirare avanti difendendo il suo gregge nonostante le critiche. Ma come si dice, quando si rompe qualcosa e poi si rimette insieme l’effetto non sarà mai lo stesso di prima. Il presidente dei senatori M5s, Vito Crimi, al termine della conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha ritenuto molto positivo che Grasso abbia accolto la sollecitazione del Movimento di dare maggiore velocità ai lavori parlamentari, a prescindere dalla formazione del governo.
Prossima tappa “trasparenza e taglio dei costi”. intanto Maroni in Lombardia ha presentato la giunta: 14 assessori di cui la metà donne. Il “Guvernatur” ha detto che sta col Pdl ma… “un governo serve”. Dunque a parole ha rinsaldato l’intesa col Cav ma di fatto potrebbe essere pronto ad appoggiare Bersani qualora quest’ultimo gli porgesse sul piatto il tanto agognato federalismo fiscale.
E mentre al livello nazionale oggi vedremo il muro di gomma dei Cinque Stelle a Reggio Emilia i due schieramenti fanno coppia e approvano il regolamento che riconosce, ma non ancora concede, parità di diritti alle coppie dello stesso sesso. In passato i due “amici nemici”, Pd e cinque Stelle, votarono insieme per il ritorno dell'acqua pubblica. Che non siano dunque soltanto amorevoli schermaglie? Nel frattempo Roberta Lombardi, capogruppo dei Cinque Stelle alla Camera, con un post sul blog di Beppe Grillo ha ribadito che l’unico contatto con gli elettori rimarrà il web. Ma la prima investitura fuori dalla rete, in tema di comunicazione già c’è stata.
Si chiama Claudio Messora, neo responsabile della comunicazione a Cinque Stelle al Senato, il quale per far tornare la strizza ai bersaniani ha sparato subito qualche colpo: "Bersani è stato bravo, ha fatto una mossa astuta con Boldrini e Grasso, ma il Movimento non darà mai la fiducia a un governo guidato da lui. Nemmeno se adotta il nostro programma e nemmeno se cammina di notte sui ceci", ha detto Messora. La maniera di mettersi d’accordo, storia politica insegna, si trova sempre. Oggi ne vedremo delle belle.
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