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di Matteo La Stella
Fiumicino (RM) – Il terminal 3 dell'aeroporto di Fiumicino, distrutto da un rogo divampato nella notte tra il 6 e il 7 maggio, torna a far parlare di sé. Parte integrante dello stesso è infatti il molo D, chiuso dopo le fiamme e successivamente riaperto il 18 maggio scorso. L'agibilità del molo era stata accordata alla fine di una riunione svolta presso la sede della direzione Sistema Aeroporti Lazio dell'Enac, a cui avevano partecipato gli attori aeroportuali ed un rappresentante dell'Asl RmD, poiché nella zona dell'aerostazione non si era riscontrato : “ alcun rischio per la salute di lavoratori e passeggeri”.
Ora però la Procura della Repubblica di Civitavecchia ne ha disposto il sequestro preventivo, effettuato nel tardo pomeriggio di martedì dalla Polaria. La chiusura del molo D giungerebbe sulla scorta degli ultimi rilievi effettuati dall'Agenzia regionale per l'ambiente (Arpa) che, secondo quanto appreso, avrebbero evidenziato la presenza di diossina in quantità 10 volte superiore ai limiti consentiti dalla legge.
Determinante, dunque, la presunta presenza di sostanze tossiche e cancerogene nell'aria che avrebbero spinto la Procura a sigillare il molo. I dati risultano però essere ancora incerti: la Asl RmD, in merito ai dati rilevati dall'Arpa, ha passato la palla all'Istituto superiore della sanità che dovrà valutare le misure da prendere in caso di comprovata contaminazione. A tirare in ballo l'Istituto della sanità è stato anche l'Enac, che ha affidato a questo dei nuovi rilievi per conto della società di gestione Aeroporti di Roma (AdR). Dunque sarebbe questo il quadro incerto che ha spinto la procura al sequestro preventivo.
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