IN RICORDO DEI MARTIRI DELLE FOIBE E DEGLI ESULI DI ISTRIA, FIUME E DALMAZIA

Redazione

Ricordare è un atto politico. Una scelta per il futuro del nostro popolo.
Sono passati appena 65 anni da quel triste giorno piovoso in cui l’Italia, firmando il Trattato di pace, perdeva per sempre l’intera regione dell’Istria. Solo 65 anni nei quali per troppo tempo si è fatto finta di nulla, si è provato a dimenticare questo frammento di storia troppo triste e pesante per le spalle di un paese in ginocchio, lacerato al suo interno da una guerra civile durata molti anni oltre la sua fine ufficiale.
Eppure la storia di una regione perduta per sempre è anche la tragedia del suo popolo: diviso fra chi trovò una fine atroce gettato ancora vivo nella profondità delle foibe e chi, centinaia di migliaia, scelse di abbandonare dalla sera alla mattina le proprie terre e i propri beni per cercare rifugio in un’Italia che non seppe accogliere questi suoi figli fedeli, e che anzi li guardò sempre con diffidenza quando non con disprezzo.
Il “Comitato 10 Febbraio”, che per la giornata di oggi organizza decine di commemorazioni in tutta Italia, ha come scopo proprio quello di aiutare i più giovani a non dimenticare. E per non dimenticare è fondamentale che i più giovani studino la storia del nostro popolo con le sue luci e le sue ombre, con le contraddizioni e le vergogne, perché è proprio agli studenti di oggi che è dato il compito di non dimenticare mai più e di riattaccare le pagine strappate dal grande libro della storia nazionale.
La Giornata del Ricordo è un paradosso. Per ricordare la propria storia il nostro popolo ha bisogno di giornate istituite per legge, di celebrazioni ufficiali finalizzate a sconfiggere quello che è il pericolo peggiore: che si dimentichi ciò che è stato. Per questo ricordare è un atto politico, cioè un atto rivolto al bene della “polis”: perché solamente attraverso il ricordo della nostra storia, della storia dei nostri padri e dei nostri nonni, del bene e del male fatto e ricevuto, solamente attraverso il mantenimento vivo della memoria della nostra comunità nazionale sarà possibile prometterci che mai più nessun popolo subirà nell’indifferenza e nell’ostilità dei suoi fratelli, quello che ha subito il popolo giuliano.
Comitato 10 Febbraio