in calo gli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti

Prefetto Raffaele Grassi è sempre importante condividere tempestivamente le informazioni fra forze di polizia ed i professionisti dell’informazione
 
 
Si è tenuta ieri presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale in Roma una riunione dell’Organismo permanente di supporto al “Centro di Coordinamento delle attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti”, presieduto dal Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza – Direttore Centrale della Polizia Criminale Prefetto Raffaele Grassi e composto da rappresentanti di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
 
Nel corso dell’incontro, nel quale è stato illustrato l’andamento del fenomeno nel primo semestre del 2023, sono intervenuti il Vice Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Angelo Baiguini, il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana Vittorio Di Trapani, il presidente del Sindacato unitario giornalisti della Campania (nonché segretario generale aggiunto della Federazione Nazionale) Claudio Silvestri ed  i giornalisti Mimmo Rubio e Marilena Natale, che hanno avuto modo di testimoniare le proprie esperienze di operatori dell’informazione impegnati nel denunciare con i loro articoli contesti di illegalità in alcune aree del nostro Paese.
 
L’iniziativa ha rappresentato l’occasione per valutare l’andamento del fenomeno sul territorio nazionale. Il primo semestre ha evidenziato che gli episodi segnalati alle Forze di polizia sono stati 46, in calo del 28% rispetto all’analogo periodo del 2022, in cui erano stati censiti 64 eventi.
 
Il Prefetto Raffaele Grassi ha posto l’accento sul fatto che il fenomeno delle intimidazioni ai giornalisti – sia pur in diminuzione – deve essere oggetto di attento monitoraggio. Al riguardo è sempre importante condividere tempestivamente le informazioni fra forze di polizia ed i professionisti dell’informazione, per consentire un’analisi sempre più puntuale ed approfondita del deprecabile fenomeno e al fine di garantire la prevenzione e il contrasto di ogni forma di compressione del diritto della libertà di stampa.
 
 

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