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Editoriali

IMU: E' CAOS

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Tempo di lettura 2 minuti Cgil: "L' unica cosa seria è rimetterla". Unimpresa: Decreto su Imu troppo a ridosso scadenze, probabili contenziosi

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Redazione

E' allarme nei Caf per il calcolo della seconda rata: l'approvazione del decreto legge che cancella solo parzialmente il versamento di dicembre sulle abitazioni principali, è arrivata infatti troppo a ridosso delle scadenze

"L'unica cosa seria sarebbe rimetterla": è secca la risposta del segretario della Cgil Susanna Camusso a commento dell'Imu e delle proteste che vengono dai comuni italiani. E' allarme nei Caf per il calcolo della seconda rata: l'approvazione del decreto legge che cancella solo parzialmente il versamento di dicembre sulle abitazioni principali, è arrivata infatti troppo a ridosso delle scadenze. Lo sostiene Unimpresa, a cui aderiscono 900 Centri di assistenza fiscale distribuiti in 60 province in tutta Italia. Ma soprattutto – rileva Unimpresa – la confusione generata dalla norma che consente ai comuni di far pagare la quota di imposta relativa all'eventuale aumento stabilito nel 2012 e nel 2013 rispetto all'aliquota ordinaria rende estremamente probabili errori nella determinazione degli importi da pagare entro il 16 gennaio.   Il risultato – sottolinea Unimpresa – "è un elevatissimo rischio di dare il via a un enorme contenzioso tra contribuenti e amministrazioni locali". Su 8.000 comuni complessivi – osserva Unimpresa – finora sono stati approvati circa 4.000 regolamenti Imu: "c'è tempo fino al 5 dicembre ed è assai probabile che si assisterà ad aumenti selvaggi. I bilanci delle amministrazioni locali sono al collasso e l'opportunità offerta dal Governo col decreto approvato mercoledì consente di fare cassa rapidamente".  "Il decreto – osserva il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi – è una barzelletta. In un colpo solo sono stati spostati due termini, quello per le delibere comunali e quello per il versamento, ed è stata portata dal 16 dicembre al 16 gennaio la scadenza per i versamenti. E poi c'è l'aspetto politico. Il Governo Letta si è rimangiato la promessa e alla fine, anche se per cifre non rilevanti, obbliga le famiglie a una ministangata".