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di Luca Andreassi, Professore Università Roma Tor Vergata e consigliere delegato ai Rifiuti del Comune di Albano Laziale
C’è un impianto di gestione dei rifiuti. Uno di quei vecchi TMB in cui entra il rifiuto dei cassonetti stradali ed esce rifiuto che finisce in discarica o incenerito.
L’impianto è quello di Roncigliano ad Albano.
Ed era il 2016 quando andò a fuoco. (Mica solo quello di Roncigliano. Perché gli impianti TMB oltre che inutili – se si fa una buona differenziata – sono anche dannosi).
Ad inizio estate, ci comunicano che i vecchi proprietari del sito industriale di Roncigliano hanno ceduto in locazione ad una terza società un ramo d’azienda.
Guarda caso proprio quello che comprende l’impianto TMB andato a fuoco.
Contestualmente, i nuovi proprietari ci comunicano che è loro intenzione riattivare l’impianto.
Ma come?! – diciamo noi – Non serve un impianto TMB! Un impianto che tratti l’indifferenziato dei cassonetti stradali in una città che è all’82% di differenziata e, comunque in un’area vasta, i Castelli Romani, estremamente virtuosa in termini di differenziazione dei rifiuti!
E poi l’autorizzazione scade ad agosto.
Anche la Regione Lazio la pensa come noi. L’autorizzazione è scaduta. Se proprio i nuovi proprietari vogliono realizzare un impianto TMB che presentino il progetto e attivino tutta la procedura di richiesta autorizzativa.
Fin qui la logica.
Da qui in poi, un susseguirsi di colpi di scena.
A settembre la Regione Lazio, per mano della stessa dirigente che aveva affermato che l’autorizzazione era scaduta (come se fosse una cosa su cui ci possa essere discussione) afferma che “contrariamente a quanto ritenuto e precedentemente affermato”, a seguito della cessione del ramo d’azienda, l’autorizzazione doveva intendersi prorogata. Fino al 2023.
Autorizzando di fatto la rimessa in funzione dell’impianto.
E’ evidentemente una cosa folle.
La Città di Albano pertanto propone ricorso al TAR, con il supporto dell’ Associazione Culturale Contro Tutte Le Nocività, richiedendo la sospensiva. Convinti che la procedura di proroga di un’autorizzazione scaduta effettuata in questo modo abbia dei dubbi di liceità. E richiedendo un intervento immediato perché, come certificato da ARPA Lazio, ufficio tecnico della Regione Lazio (dalla cui penna è uscita la proroga dell’autorizzazione), esistono anche problemi di superamento di sostanze inquinanti nei pozzi spia.
Due giorni fa ci viene notificato la decisione del TAR, ovvero che la nostra richiesta è respinta perché il TAR ritiene che si tratti di una mera volturazione.
Caspita. Mera volturazione. Ma è quello l’oggetto del nostro ricorso! Ovviamente nessun interesse nei confronti dell’impatto ambientale.
Aspettiamo il merito del TAR. Ricorreremo al Consiglio di Stato. Intraprenderemo ogni tipo di protesta che riterremo adeguata ad impedire l’ipotesi di una riapertura.
La situazione di Roncigliano è figlia di una totale assenza di programmazione in materia di gestione dei rifiuti.
Caro Presidente Zingaretti, cara Sindaca Raggi continuate a discutere litigando, o facendo finta di farlo, sull’ubicazione della nuova discarica che dovrebbe risolvere il problema di Roma.
Consapevoli, escludo l’ipotesi alternativa, ovvero che non sappiate di cosa state parlando, che una discarica non risolve assolutamente nulla e che, probabilmente, non serve neanche a gestire l’emergenza romana.
E mentre questo accade, città come Albano che vincono premi su premi e sono all’82% di differenziata diventano vittime di questa totale assenza di programmazione. Non ve lo consentiremo. Albano non pagherà la vostra incapacità.
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