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Cronaca

Imperia, siccità: il sindaco di Prelà razionalizza l’acqua

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IMPERIA – Il sindaco di Prelà (Imperia) Eliano Brizio ha disposto la razionalizzazione dell’acqua potabile, chiudendo i rubinetti, dalle 21 alle 7, a causa della persistente siccità. “Purtroppo siamo stati costretti a farlo – ha detto Brizio – visto che è da febbraio che non piove. Tra l’altro non possiamo neppure permetterci di procedere ai rifornimenti idrici visto che il primo è gratuito ma dal secondo in poi ci è stato detto che bisogna pagare su direttiva del ministero dell’Interno. Noi che siamo un Comune di circa 550 abitanti non possiamo permetterci questa spesa”.

La siccità è un vero problema nella zona. Dopo mesi caratterizzati dalla quasi totale assenza di precipitazioni, ci troviamo ora davanti ad una situazione drammatica che ha segnato profondamente il territorio dell’Imperiese: il settore olivicolo e quello legato all’approvvigionamento del fieno per il bestiame sono ormai allo stremo e le conseguenze si ripercuoteranno anche il prossimo anno». Lo evidenzia la Coldiretti di Imperia, spiegando che l’assessorato regionale all’Agricoltura, su richiesta di Coldiretti Imperia, è pronto a chiedere al Governo lo stato di calamità naturale. Spiega il presidente imperiese di Coldiretti Antonio Fasolo: «Nel mese di luglio avevamo avanzato una proposta alla Regione fornendo alcune informazioni che abbiamo ritenuto utili per cercare di risolvere il problema dell’approvvigionamento di acque dell’imperiese. Si è analizzato il fatto che ogni giorno vengono “sprecati” circa 15 mila metri cubi di acque reflue trattate dal depuratore consortile di Imperia, pompate in mare ad un paio di chilometri dalla costa e ad una profondità di circa quaranta metri. Queste sono acque “pulite” che potrebbero essere meglio utilizzate invece che eliminate, tramite l’irrigazione dell’entroterra o l’utilizzo per lo spegnimento di incendi». Aggiunge il direttore provinciale Domenico Pautasso: «L’idea potrebbe essere realizzata per gradi. La prima tappa potrebbe essere quella di invertire la direzione di pompaggio. Praticamente con la stessa spesa, le pompe che oggi spingono le acque reflue in mare potrebbero mandarle a monte, ed utilizzarle ad uso irriguo per il verde urbano e per le coltivazioni in bassa quota».

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