Impatto del Coronavirus su blockchain e criptovalute

L’emergenza Coronavirus ha avuto un impatto importante sul mondo dell’economia. In questo particolare periodo anche il mondo delle criptovalute sta subendo rallentamenti. Sono tante le difficoltà cui sta andando incontro la criptoindustria. Quantificare i danni non risulta ancora possibile, dipenderà tutto da come la pandemia si svilupperà nelle prossime settimane e dalla capacità di adattamento dell’intero comparto. Al momento è importante per chi investe guardare quotazione e grafico degli andamenti delle criptovalute per verificare la situazione.

Il nuovo virus infatti sta impattando pesantemente sulla buona riuscita delle operazioni, le aziende interessate non rientrano tra le attività essenziali e per questo sono state costrette a mandare a casa i propri dipendenti. L’effetto che la quarantena e l’isolamento stanno avendo sull’estrazione di Bitcoin è notevole, visto che gli impedimenti ai lavoratori influenzano le capacità di produzione di ognuna. L’accesso alle miniere e agli uffici è di fondamentale importanza come sottolineato dalle stesse società che operano nel settore.

Il lockdown imposto in Cina ha fatto ha fatto crollare l’hash rate, l’unità di misura della potenza di elaborazione della rete Bitcoin, da 136,2 quintilioni di hash al secondo dell’1 marzo ai 75,7 quintilioni del 26 dello stesso mese.

La situazione della blockchain

Anche il mondo della blockchain sta subendo ritardi, anche se secondo gli esperti questa tecnologia può aiutare a far fronte alla crisi sanitaria mondiale, e pure alle sue conseguenze socio-economiche.

Grazie alla blockchain è possibile sviluppare piattaforme di formazione progettate per adattarsi ai sistemi e ai programmi di gestione dell’apprendimento esistenti nelle varie istituzioni educative, consentendo agli educatori di “rilasciare certificati digitali di completamento dei corsi e di verifica” per rendere efficace l’insegnamento delle lezioni online.

Con l’utilizzo di tali piattaforme si è in grado di tracciare l’attività degli studenti da remoto, in modo che quando torneranno a scuola le istituzioni saranno in grado di capire esattamente il programma già realizzato da casa perché i relativi certificati di completamento e le valutazioni di rendimento saranno stati registrati sulla blockchain e persino integrati nei loro tradizionali sistemi di accreditamento.

Un esempio importante, dal punto di vista dell’assistenza sanitaria, arriva dalla Cina dove Ant Financial, tramite la sua preesistente piattaforma “Xiang Hu Bao”, basata su blockchain e regolata da smart contract, che fornisce assistenza agli individui per forti esigenze mediche, ha aggiunto il Coronavirus al suo elenco di condizioni critiche ammissibili al pagamento assistenziale. Così ha fatto anche la Blue Cross Insurance di Hong Kong per la propria piattaforma, che, rispetto a quella cinese di Ant Financial, permette agli utenti di seguire l’intera pratica assistenziale, ottenendo il primo responso addirittura anche solo uno o due giorni dopo la visita in ospedale.

La natura decentralizzata della blockchain e la sua indipendenza dalla fiducia tra le parti hanno permesso di elaborare facilmente i reclami e di rendere più rapidi i pagamenti ai partecipanti alla piattaforma. Quest’ultimi, infatti, possono più semplicemente presentare come prova i propri documenti giustificativi, mentre le agenzie investigative vi ottengono accesso immediato e utilizzano la blockchain stessa per vedere l’intero percorso.