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IMMIGRAZIONE, OBAMA: "IN LIBIA E' CAOS". BAN KI-MOON TELEFONA A RENZI

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Tempo di lettura 2 minutiApprezzamento per il ruolo dell'Italia e una convinzione della "responsabilità condivisa" di proteggere migranti e profughi

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In Libia è il caos più totale. In un'intervista tv, interviene per la prima volta sulla tragedia del Canale di Sicilia anche Barack Obama, puntando il dito soprattutto sulla instabilità politica della Libia: "Il problema dei rifugiati è in gran parte il risultato di conflitti tribali e differenze religiose in Libia, che stanno creando il caos". Ma – sottolinea il presidente americano – le vittime del disastro vengono da varie parti dell'Africa e del Medio Oriente e fuggono da guerre, povertà e persecuzione. "Dobbiamo rimanere concentrati su questa visione: il Medio Oriente e il Nordafrica stanno attraversando un periodo di cambiamenti che non vedevamo da una generazione. Penso – ha proseguito Obama – che il mondo islamico stia attraversando un processo dove è necessario isolare e respingere ogni tipo di estremismo, come quello che vediamo incarnato nell'Isis. Ci vorrà tempo"

Renzi e Ban Ki-moon al telefono. Apprezzamento per il ruolo dell'Italia e una convinzione comune della "responsabilità condivisa" della comunità internazionale di proteggere migranti e profughi che si imbarcano nel pericoloso viaggio nel Mediterraneo per raggiungere l'Europa: questo il tenore della telefonata tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che sta preparando il vertice Ue di domani, e il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. Ban – nel corso della telefonata a Renzi il cui contenuto è stato reso noto dalle Nazioni unite – ha sottolineato il bisogno di assicurare un "robusto meccanismo congiunto europeo di ricerca e salvataggio in mare". Il segretario generale Onu ha anche fatto presente la necessità di assicurare percorsi sicuri e regolari di migrazione e accesso a protezione per i migranti. L'emergenza immigrazione è arrivata in Consiglio di sicurezza. In una dichiarazione alla stampa, i membri del massimo organo di governo politico del mondo hanno espresso "forte solidarietà" ai paesi coinvolti dal traffico illegale dei migranti e "profonda preoccupazione" che l'impatto di questo traffico ha sulla stabilità regionale. "La voce dell'Italia è stata ascoltata, non solo a Bruxelles ma anche a New York", ha detto il rappresentante permanente italiano all'Onu Sebastiano Cardi, sottolineando come la dichiarazione del Consiglio sia "un passo significativo in un percorso che passa per il vertice europeo di giovedì per arrivare a misure per debellare il fenomeno del traffico illegale con il sostegno dell'Onu e in una cornice di legalità internazionale"

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