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7 anni faon
A monte della scomposta bagarre in corso, la rissosa ed aspra polemica, supera a volte ogni decenza, come nel caso delle frasi “ipocrite” proclamate da qualche capo di stato e altre frasi volgari pronunciate da dirigenti del partito di sua appartenenza. Travolto da un grande dibattito, in gran parte ideologizzato, il caso Aquarius ha il merito di avere scoperchiato impegni disattesi, diritti contestati e assurde invasioni di campo da stroncare. Gli attori sul proscenio sono l’Europa, il governo italiano e le organizzazioni non governative. Come è stato detto da qualche parte, Salvini ha gettato un masso nel mediterraneo e rischia di scompaginare i progetti politici e commerciali di chi giudica “Roma, cinica e irresponsabile”. Il vaso di coccio tra questi tre vasi di ferro, ahinoi, questa volta lo fa l’immigrazione non governata.
In una delle tante trasmissioni trash di questi giorni, si è aggiunta al coro dei “chi la spara più grossa”, la portavoce AOI, Silvia Stilli che intervenendo sul blocco dei porti alle navi delle Ong, la signora Stilli, non si sa a quale titolo, si è dichiarata disponibile ad incontrare il ministro Salvini per discutere il problema immigrazione. Qualcuno ha mormorato: Silvia Stilli chi? Le Ong sono un corpo estraneo al governo del paese e qualcuno bisogna che si dia una calmata. Il Registro delle associazioni e degli Enti che svolgono attività (le più svariate) a favore degli immigrati superano di gran lunga il numero 750. Più che ovvio che tutti, proprio tutti sarebbero disponibili a partecipare e discutere dei problemi dell’immigrazione. Sull’organo ufficiale della AOI, la Stilli non si sdegna di fare scudo di storie pietose, un logorato dejà-vue, per difendere il suo punto di vista personale.
“623 disperati, anche bambini, raccolti nel Mediterraneo dalla nave Aquarius, sono bloccati davanti alle nostre coste: in fuga da morte e sofferenze, guerre, povertà e fame, scampati a lunghi viaggi nel deserto, sfuggiti talvolta alle torture nei centri di detenzione in Libia, con i segni nel corpo e nell’anima delle violenze degli scafisti.” Chiude la batteria pirotecnica con: “A loro il nuovo Ministro dell’Interno Matteo Salvini sta negando la speranza di vivere”. Il suddetto pezzo ricorda tanto la monotona tiritera dei questuanti rom presenti all’uscita delle chiese: mamma morta, tre fratellini da sfamare, nonno in ospedale, bambina piccola molto malata….” In un suo articolo apparso su La Nuova Bussola del 12 giugno, Andrea Zambrano pone una domanda molto pertinente: che ci fanno i giornalisti a bordo della nave della Ong Aquarius? Altri chiedono: chi li ha chiamati? Per quale scopo umanitario-pubblicitario? Un fatto, se per null’altro, rimane molto curioso e fa pensare che l’operazione sia stata preparata preventivamente. Cosa doveva fotografare la stampa-umanista? Senza meno i volti sofferenti delle donne, gli sguardi stanchi dei bambini, qualche anziano? Doveva fare colpo la “pietas” e lo “xenofobo” governo italiano appena insediato, ne doveva uscire fuori con le ossa rotte.
Il macigno che Salvini ha gettato nello stagno mediterraneo ha causato uno tsunami. Le sue onde anomale già lambiscono gran parte del vecchio continente e qualcuno dovrebbe evitare che si propaghino ulteriormente. L’Europa dovrebbe uscire fuori dalle sue incongruenze. Sta vietando i respingimenti e nello stesso tempo sta chiudendosi a riccio dentro i suoi confini, puntando il dito indice verso chi si azzardi a ribellarsi contro siffatta ingiustizia. Anche il divieto dei respingimenti può, in qualche modo, essere considerato un ricatto, uno scudo anomalo. Il 10 luglio 2014, la Adnkronos/Aki, riportava: Il movimento islamico Hamas invita i palestinesi della Striscia di Gaza a fare da scudi umani contro i raid aerei israeliani. “Chiediamo che venga seguita questa pratica”. Una tattica come un’altra per cautelarsi contro un pericolo. Qualcuno nel paese della “belle époque” la definirebbe “vomitevole” L’Europa non dovrebbe rincorrere Hamas.
Mentre le Ong si proteggono e si difendono prendendo in consegna dalle mani degli scafisti, immigrati clandestini decisi ad affrontare la traversata, embedded fotografi e giornalisti fanno circolare la notizia; Mentre fino a ieri la sinistra accucciata nel suo vassallaggio verso Bruxelles, con gran pace dell’establishment, l’Europa si sentiva forte e con la coscienza a posto, elargendo al Belpaese l’obolo della vedova, intimando porti aperti e divieto assoluto ai respingimenti, qualcosa di strano è successo. Il principe ha baciato la bella assonnata e l’Europa si è svegliata. Oramai il dado è tratto e l’incanto si è rotto! Non c’è migliore finale a questa storia che seguire il noto principio: “Fai ciò che devi, accada quel che può”
Emanuel Galea