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Editoriali

IL PREMIER TRA POTERI FORTI E ZOFF

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di Daniele Rizzo

Matteo Renzi ancor prima che un politico è un grande comunicatore. Se sia un buon Presidente del Consiglio, un buon sindaco, un buon amministratore, lascio ai lettori deciderlo. Sul fatto che sia il più grande comunicatore apparso in politica dopo Berlusconi, su questo permettetemi di non discutere. Alzi la mano chi l’altra sera, guardando entrare Renzi a “Che tempo che fa”, non ha pensato “Ecco che adesso fa una battuta su Zoff”. E infatti puntuale – vorrei dire come un treno, ma in Italia i treni puntuali sono un’utopia – la battuta è arrivata.
Matteo Renzi sa stare in tv come pochi altri. La sua più grande capacità è quella di saper spostare l’attenzione di chi lo ascolta, saperli indirizzare dove vuole lui, guidarli lungo strade facili sulle quali destreggiarsi. Era nato il problema dell’abolizione dell’articolo 18, e lui ha tirato in mezzo le battaglie ideologiche, la crisi della sinistra, i poteri forti che lo vogliono far fuori. E così improvvisamente l’articolo 18 è uscito dalla prima pagina per sedersi sui trafiletti laterali, mentre le discussioni con la Camusso e con D’Alema acquistavano via via più importanza.
E’ questo il gioco di Matteo Renzi: spostare l’attenzione mediatica dai problemi veri a quelli finti. Intanto la discussione sul Jobs Act ieri è arrivata in Senato, e così, mentre il Premier sembra aver fatto retromarcia almeno per i licenziamenti disciplinari, i leader dell’opposizione si lamentano del passo indietro, visto come un tentativo di tenere unito il PD: a queste condizioni non voteranno. D’altra parte anche Pier Luigi Bersani ha detto parlando di Renzi: “Prendersela con tutti, con i sindacati, i magistrati, la minoranza del partito e mai una volta con la destra è curioso”. Quindi, ricapitolando, la destra che dovrebbe volere un PD disunito preme affinché trovi l’unità per il voto sul Jobs Act; al contrario la minoranza PD, che dovrebbe volere l’unità del partito, spinge affinché Renzi faccia marcia indietro (a discapito della maggioranza). Si profila una bella battaglia per il Premier, ma sono certo che anche questa volta non ci deluderà, a costo di tirare in ballo i poteri forti, Obama, gli alieni o l’Uomo Tigre.

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