Il PD “regala” il tmb a Guidonia e “inguaia” Lombardo. I cittadini: “Una vergogna!”
GUIDONIA MONTECELIO (RM) – Passate le elezioni amministrative, il PD – e Roma Capitale – inguaia, ancora prima di incominciare, il neo sindaco Mauro Lombardo, sostenuto al ballottaggio. La tegola è una di quelle pesanti, riguarda l’attivazione del TMB dell’Inviolata, data per certa dall’assessora capitolina all’ambiente e ai rifiuti Sabrina Alfonsi.
È la stessa che solo il 1 giugno, cioè l’altro ieri, ospite di una iniziativa in favore del candidato Alberto Cuccuru, escludeva il conferimento della “monnezza” romana nei comuni laziali, Guidonia Montecelio compresa. Un impegno preciso il suo, divulgato in pompa magna dai megafoni del centrosinistra locale e da quei candidati del suo partito, che ora siedono in Consiglio Comunale.
“Nel vertice in Prefettura si è parlato anche dei rifiuti”, aveva dichiarato la delegata del sindaco Roberto Gualtieri, nel sopralluogo a Centocelle, teatro del devastante incendio. “Anche perché l’incendio di Malagrotta ci porta ad avere di nuovo una grandissima emergenza nella città. Inoltre zone come questa andrebbero bonificate ma è difficile farlo se non sappiamo come gestire i rifiuti che vengono prodotti normalmente. Nel vertice è stato quindi riconfermata la riapertura degli impianti di Albano e dell’attivazione del TMB di Guidonia”.
“Considero le dichiarazioni dell’Assessora Alfonsi una grave e irritante mancanza di rispetto istituzionale nei confronti di Guidonia Montecelio che non è un Municipio di Roma ma un Comune autonomo e importante”, ha sparato a zero Lombardo. “Non tollero che un impianto che insiste sul mio territorio sia aperto in fretta e furia, senza terminare i controlli previsti dalla legge per risolvere atavici problemi nella gestione dei rifiuti della Capitale”.
Ieri – martedì 12 luglio – nell’atteso incontro con il Prefetto di Roma Matteo Piantedosi, nel quale il sindaco ha parlato anche dell’intricata vicenda: “Vorrei ottenere garanzie – ha annunciato – che scelte così importanti non vengano assunte senza la partecipazione attiva del nostro Comune a tutela della salute e della serenità dei miei concittadini”.
Parole che non hanno convinto l’opposizione di centrodestra: “Il primo cittadino non ha detto nulla di rilevante – ha attaccato il consigliere Adalberto Bertucci (FdI) -, dica apertamente quale è la volontà politica, sua e della sua variopinta maggioranza. E ci dica anche cosa ne pensa il PD, che oggi è nella coalizione di governo a pieno titolo”. È un affondo senza esclusione di colpi. “L’emergenza rifiuti non può gravare unicamente sulle spalle della nostra comunità, Guidonia Montecelio non è un Municipio romano, né tantomeno un circolo del PD. Non sappiamo se questo impianto sarà attivato temporaneamente, o se al contrario il via per i rifiuti di Roma farà da apripista ad una mezza in funzione definitiva; non abbiamo nemmeno informazioni chiare sulla società che andrà a gestirlo, sulla quale sembra gravare addirittura una interdittiva antimafia”.
Dal Consiglio regionale Marco Cacciatore, esponente di Europa Verde e Presidente della commissione ai rifiuti e all’ambiente, ha bocciato senza mezzi termini la scelta di Albano e di Guidonia – “entrambi i siti non rispettano i termini del Piano Rifiuti della Regione” – e ribadito che su di essi “insiste una interdittiva antimafia”. Per lui l’autorizzazione dell’impianto dell’Inviolata rappresenta la prima contraddizione del Piano e dell’autosufficienza di Roma, parte integrante dello stesso.
“Le Giunte Comunali avrebbero potuto agire con maggiore forza, come ho sempre chiesto – ha poi aggiunto – anche optando per la strada delle ordinanze e pretendendo l’attuazione della Legge Aree a Rischio Ambientale. Ad Albano non è stato fatto nulla di tutto ciò; a Guidonia è stata invece chiesta la sua attuazione, anche se solo a seguito delle richieste da parte delle associazioni del territorio. L’amministrazione di Barbet ha persino cantato vittoria quando la procedura sul TMB è stata riportata da variante non sostanziale a variante sostanziale. Come già sottolineato allora – e adesso è evidente – quel passaggio non era una vittoria: erano iniziative di mera passerella elettorale che preludevano alla messa in funzione dell’impianto. L’attuale Sindaco, come anche il suo sfidante, già durante la campagna elettorale hanno dimostrato di non sentire affatto il problema del TMB”.
Fuori dai palazzi della politica, insorgono i cittadini al grido di “vergogna”. Le associazioni del CCL-Coordinamento Cittadini Lazio hanno fatto sapere di aver prima chiesto al Sindaco Lombardo il parere sanitario quindi di aver scritto al Prefetto, “perché non è mai stato aperto il TMB e l’AIA è pure viziata da nullità oltre tutte le illegittimità emerse e quindi non si può nominare alcun commissario perché non esiste nessun appalto per cui si debba garantire la prosecuzione per contratto pubblico in itinere a salvaguardia di maestranze che non ci sono e bilanci pubblici inerenti inesistenti. Crediamo ancora – recita il comunicato – che valga più il rispetto delle regole di inutili barricate convinti che se le associazioni dovessero avere ragione sarà perché il Prefetto magari non è stato esaustivamente informato anche del contesto dell’Inviolata e dello stato dell’arte e delle autorizzazioni, originarie e in itinere”.
La battaglia è appena iniziata.