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Editoriali

Il paradiso dei profughi può attendere…

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Tempo di lettura < 1 minutoIl vertice di Bratislava si è concluso, come si prevedeva, con un nulla di fatto. L’unico risultato ottenuto è stato quello di evidenziare che l’Europa c’è ma non è unita

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di Emanuel Galea

 

Alla Commissione europea non sono certo i buoni propositi che mancano. Il presidente Jean Claude Juncker è il portabandiera di continui proclami che spaziano dalla flessibilità alla difesa comune e dalla necessità di un ministro degli Esteri Ue al tema scottante dei rifugiati, ma anche dell’immigrazione irregolare.
"Nello spirito dell'agenda europea sulla migrazione – ha dichiarato Junker – le priorità sono: salvare vite in mare, aumentare i rimpatri, consentire ai migranti e ai rifugiati di rimanere vicino a casa e, a lungo termine, sostenere lo sviluppo dei paesi terzi". Belle parole e intenti condivisibili.
 Esaminando attentamente questa agenda emerge che qualche lieve risultato è stato raggiunto riguardo alla prima voce, e si sottolinea lieve risultato perché solo nel 2015 gli annegati superavano i 3200 e nel 2016 già hanno superato la macabra cifra di 2000. Per quanto riguarda poi le altre voci, è stato un flop completo. Rimpatri quasi inesistenti, misure per sostenere lo sviluppo dei paesi terzi e per invogliare i migranti a rimanere vicino a casa sono rimasti buoni propositi nell’agenda della Mogherini. L’ultimo progetto escogitato dal presidente Renzi, che si deve ancora discutere,  è quello di mettere a disposizione dei tecnici. Il Matteo nazionale, nella lettera inviata lo scorso 15 aprile ai presidenti di Commissione e Consiglio Ue, l’ha denominato “migration compact” e dovrebbe…

[ESTRATTO DALL'ARTICOLO DE L'OSSERVATORE D'ITALIA VIRTUAL PAPER – PER LEGGERE L'ARTICOLO COMPLETO CLICCARE QUI PER APRIRE L'EDIZIONE DI OGGI DEL GIORNALE E ANDARE A PAG. 1 E PAG. 3]