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IL MALTEMPO COLPISCE TUTTA ITALIA DA NORD A SUD: CINQUE MORTI

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Redazione

Il maltempo fa davvero paura. E' salito a cinque morti il bilancio del maltempo che ieri ha colpito la penisola, ma soprattutto il centro sud, con piogge a tratti torrenziali e vento forte, che hanno abbattuto alberi e fatto esondare torrenti. Diversi i feriti. Molti gli interventi di soccorso. Innumerevoli i disagi e gli incidenti.

Minibus si ribalta, feriti nell'Astigiano – Un minibus che stava rientrando a Torino, con 25 persone a bordo, è uscito di strada a causa della pioggia che ha reso viscido l'asfalto. L'incidente stamane verso le 5, sulla A21 all'altezza del Comune di Castello d'Annone, nell'Astigiano. I feriti, non gravi, sono stati trasportati negli ospedali di Alessandria, Asti e Novi Ligure. Sul posto sono intervenuti tre mezzi dei vigili del fuoco di Asti, la polizia stradale di San Michele e 118.

Cinque morti, schiacciati da alberi o travolti dalle acque – Un agricoltore, Rocco Montorro, di 51 anni, è morto in provincia di Reggio Calabria schiacciato da un eucalipto di grandi dimensioni che, per il forte vento, si è abbattuto sulla sua automobile. La tragedia è avvenuta a Candinoni, nella piana di Gioia Tauro. Inutili i soccorsi: l'agricoltore, che stava tornando a casa dopo una giornata di lavoro in campagna, è morto sul colpo. Non è escluso che sia legata al maltempo, ma non ci sono certezze, anche la morte di un uomo di 50 anni, annegato nel veronese dopo essere scivolato nel fiume Tione, mentre era in compagnia di alcuni amici. All'origine della disgrazia forse il terreno reso viscido dalla pioggia. Altre tre persone sono morte in serata.

Due vittime, secondo le prime informazioni dei Vigili del fuoco, si sono registrate a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta: un albero abbattuto dal vento ha colpito l'auto su cui viaggiavano. La terza vittima è una persona che è finita con l'auto in un torrente in piena a Sant' Angelo in Pontano, in provincia di Macerata. In Calabria, un albero, abbattuto dal forte vento, é finito su un bambino di otto anni provocandogli un grave trauma cranico e varie fratture. Vicino Roma, una donna con due figli di 7 e 14 anni si è salvata solo per il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco, dopo essere salita con i figli sul tetto dell' automobile per sfuggire all'acqua di un torrente che aveva invaso la strada.

E’ ripresa questa mattina con il primo collegamento della giornata, il regionale 4801, la circolazione ferroviaria sulla linea Biella-Novara. Il traffico era interrotto dalle 6.20 di ieri, a causa di una frana provocata dalla pioggia che aveva fatto deragliare un treno fra Cossato e Rovasenda. I tecnici di Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana sono intervenuti per rimuovere il treno, liberare la sede ferroviaria dai detriti e ripristinare le condizioni di sicurezza per la circolazione. Nel periodo dell’interruzione la mobilità è stata garantita da un servizio bus sostitutivo.

Il Piemonte è tra le regioni più colpite dal maltempo. Una bufera di neve (novanta centimetri al colle di Tenda, tra Italia e Francia, 70 al Colle della Maddalena, una ventina in pianura) ha investito il Cuneese creando disagi alla viabilità. In Valle Stura un tir di traverso lungo la carreggiata ha bloccato il traffico per oltre un'ora e sono stati una quarantina gli interventi compiuti dai vigili del fuoco. Numerosi gli alberi spezzati dal peso della neve e le auto fuoristrada, soprattutto nelle zone di Saluzzo e Bra. Neve anche sul resto del Piemonte, dalla Valle di Susa al nord della regione. Analoghi disagi in Liguria, nel savonese, soprattutto in Val Bormida. Tra Carcare e Cairo Montenotte sono caduti quasi 40 centimetri di neve. Alberi si sono abbattuti sulle strade bloccando la circolazione tra San Giuseppe di Cairo e Cengio, tra Dego e Giusvalla e Pontinvrea, tra Murialdo e Calizzano e tra Altare e Mallare. A Roccavignale e Pianissolo diverse abitazioni sono rimaste al buio a causa della caduta di alberi che hanno danneggiato i cavi della linee elettriche.

Diversi anche gli incidenti stradali a causa dell'asfalto viscido. A Pisa invece un grosso pino si è abbattuto su alcuni giochi per bambini, su una panchina e su un lampione in un parco pubblico cittadino, fortunatamente deserto quando si è verificato il crollo.

Al Sud non è solo la Calabria alle prese con il forte vento, che a Cosenza (dove oggi le scuole resteranno chiuse) ha raggiunto raffiche di 135 chilometri l'ora, a Reggio ha scoperchiato tetti, fatto cadere alberi e cartelloni pubblicitari e causato la chiusura al traffico del lungomare, e a Gioia Tauro ha provocato la chiusura del porto. L'intensità con cui sta soffiando lo scirocco e il mare agitato hanno provocato l'interruzione di tutti i collegamenti marittimi tra Napoli, Capri e Ischia. Sono fermi sia i mezzi veloci, sia i traghetti. Solo un aliscafo è riuscito in mattinata ad assicurare alcuni collegamenti tra Capri (dove il vento ha divelto tettoie e abbattuto alberi) e Sorrento, mentre da Ischia una sola nave è riuscita a partire per Pozzuoli.

E nel capoluogo campano sono state decine le chiamate ai vigili del fuoco per alberi e rami divelti, pezzi cornicioni crollati, lamiere e gazebo volati e motoveicoli caduti e 18 voli dall'aeroporto di Capodichino sono stati cancellati e altri sei dirottati su altri scali . Forte raffiche di vento anche sugli scavi di Pompei: per motivi di sicurezza alcuni tratti di via dell'Abbondanza sono stati temporaneamente e in via precauzionale interdetti al pubblico. Vento forte anche a Quarto, al punto che il sindaco Rosa Capuozzo ha invitato i concittadini a uscire di casa solo in caso di reale necessità. Il forte scirocco ha investito anche la Puglia: una cinquantina gli interventi compiuti dai vigili del fuoco a Bari per rimuovere alberi caduti e cartelloni divelti.

A Venezia torna l'acqua alta, seppure le previsioni siano state ritoccate al ribasso durante le ultime ore di ieri. L' allagamento dovrebbe interessare solo i punti più bassi della città, con una punta massima di 100-110 centimetri sul medio mare. Per lo meno al Centro e al Nord il maltempo non sembra intenzionato a mollare la presa: una nuova allerta della Protezione civile prevede ancora per oggi temporali su Liguria, Lombardia meridionale, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise e forti venti di burrasca.

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

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“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

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