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Redazione
Roma – Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto per la riforma delle banche di credito cooperativo e altre misure come la riforma del diritto fallimentare e il recepimento dell’accordo europeo sulle garanzie pubbliche alla cartolarizzazione dei crediti bancari in sofferenza Gacs. E’ stata una riunione di lunga durata, che ha portato all’inserimento dell’esenzione delle imposte di registro per le aste giudiziarie. Non è invece prevista nessuna misura per gli indennizzi degli obbligazionisti di Carichieti, Carife, Banca Etruria e Banca Marche, anche se Renzi ha assicurato che il problema verrà risolto a giorni attraverso un decreto ministeriale e con la firma di un Dpcm. Matteo Renzi ha presicato: “Non c'è nessuno slittamento e nessun rinvio, non c'è bisogno di un decreto perchè nella legge di stabilità si prevede già un percorso. Bisogna aspettare il dpcm e il decreto ministeriale che avverranno nei prossimi giorni”. Ha precisato inoltre a gran voce che “il sistema bancario italiano è più solido”. Il Premier ha inoltre sottolineato: “Abbiamo ricevuto una proposta di autoregolamentazione dalle Banche di credito cooperativo e tra queste ci sono esempi di straordinaria buona gestione, gente valida di grande livello ed è un modello che non va buttato via, non buttiamo il bambino con l'acqua sporca, quindi è un modello che va difeso e protetto”. E ha proseguito dicendo: “le banche di credito cooperativo sono state da noi stimolate a preparare un piano, ce lo hanno presentato e, per larghissima parte, è stato accolto dal consiglio dei ministri. Il progetto che ci hanno presentato prevedeva di avere un gruppo che come minimo avesse un miliardo di patrimonio, possiamo immaginare che da qui ai prossimi 18 mesi ci sarà un unico gruppo che costituirà un grande ombrello di salvataggio e di coesione per tutte le banche che decideranno di stare in questo gruppo e metterà in sicurezza, nei fatti, da eventuali tensioni, dei singoli istituti”. Ha concluso dicendo che le banche di credito cooperativo rimangono in una grande famiglia molto più forte di quella che c’è ora “poi se vorranno aggregarsi noi saremo ben felici perchè sarebbero più forti e noi le incoraggiamo. Il modello della banca cooperativa rimane, tuttavia devono stare dentro un sistema che avrà maggiore forza, una grande struttura bancaria di grande importanza”. E per i rimborsi? Il Premier ha precisato: “per i rimborsi delle persone che verranno riconosciute come truffate dall'arbitrato sono sostanzialmente pronte e arriveranno a giorni”. Le Banche quindi potranno non aderire se lo vorranno alla holding e potranno rimanere cooperative o spa, dovranno mantenere però una soglia minima di 200 milioni di euro. Il ministro Padoan ricorda che sono circa dieci le banche che rispettano questo canone, ma non è detto che decidano di rimanere fuori dalla holding. Il governo invece puntualizza che puntualizza che il suo obiettivo non è quello di crearne di nuove ma di aggregarle: “Ci auguriamo che la riforma delle banche popolari sia recepita nel modo più intelligente e innovativo possibile dai singoli soggetti delle banche popolari, spero possano rapidamente fondersi, unirsi, aggregarsi, nel rispetto della loro autonomia”. L’obiettivo dell’esecutivo è quello di rafforzare il sistema bancario: “Le vendite all'asta saranno per tutto il 2016 esenti dall'imposta di registro, vale più di 200 milioni ed è un messaggio per semplificare la questione dei crediti incagliati”, Renzi tende a sottolineare: “Il sistema italiano è solido, non è il più preoccupante del mondo, sono molto più preoccupato per banche di altri paesi anche più solidi dell'Italia anche perché una crisi del sistema bancario, ad esempio, in Germania ha certo effetti anche da noi”.
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