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di Emanuel Galea
Il 26 ottobre 2002 il Corriere della Sera ha pubblicato l’intervento di Oriana Fallaci all’American Enterprise Institute di Washington D.C. Era la prima volta dopo dieci anni di silenzio che la scrittrice appariva in pubblico. Lo fece per presentare l’edizione americana del suo libro best seller “La Rabbia e l’Orgoglio”. Il suo discorso profetico si può riassumere in una frase di allarme, lanciato allora dalla Fallaci: “Se non difendiamo la nostra cultura, saremo sconfitti dall’Islam”
L’altro ieri, l’arcivescovo caldeo di Mosul, Amel Nona, ha rilasciato un’intervista sempre al Corriere della Sera, esortando all’occidente: "Per favore, cercate di capirci. I vostri principi liberali e democratici qui non valgono nulla. Occorre che ripensiate alla nostra realtà in Medio Oriente perché state accogliendo nei vostri Paesi un numero sempre crescente di musulmani. Anche voi siete a rischio. Dovete prendere decisioni forti e coraggiose, a costo di contraddire i vostri principi. Voi pensate che gli uomini siano tutti uguali. Ma non è vero. L’islam non dice che gli uomini sono tutti uguali. I vostri valori non sono i loro valori. Se non lo capite in tempo, diventerete vittime del nemico che avete accolto in casa vostra".
Tutti colori che a suo tempo avevano demonizzato la Fallaci, bollandola come “rancorosa, piena d’odio.” oggi magari stanno facendo delle sagge riflessioni. Nel presentare il suo libro “La Rabbia e l’Orgoglio”, a un certo momento, con passione e, come diceva lei, con l’arma della verità, aveva proposto il seguente passaggio: "Dall’Afghanistan al Sudan, dall’Indonesia al Pakistan, dalla Malesia all’Iran, dall’Egitto all’Iraq, dall’Algeria al Senegal, dalla Siria al Kenia, dalla Libia al Ciad, dal Libano al Marocco, dalla Palestina allo Yemen, dall’Arabia Saudita alla Somalia, l’odio per l’Occidente cresce. Si gonfia come un fuoco alimentato dal vento, e i seguaci del fondamentalismo islamico si moltiplicano come i protozoi d’una cellula che si scinde per diventare due cellule poi quattro poi otto poi sedici all’infinito. Chi non se n’è accorto, guardi le immagini che ogni giorno ci arrivano dalla televisione. Le moltitudini che inzuppano le strade di Islamabad, le piazze di Nairobi, le moschee di Teheran (….omisis) . Altro che frange di estremisti! Altro che minoranze di fanatici! Sono milioni e milioni gli estremisti, sono milioni e milioni i fanatici. (…omissis) . Sere fa vidi quelli di Nairobi, luogo di cui non si parla mai. Gremivano la piazza più che a Gaza o Islamabad, e a un certo punto il telecronista chiese a un vecchio: «Chi è per te Osama Bin Laden?». «Un eroe, il nostro eroe!» rispose il vecchio, felice. «E se muore?». «Ne troviamo un altro» rispose il vecchio, sempre felice. In altre parole l’uomo che di volta in volta li guida non è che la punta dell’iceberg: la parte della montagna che emerge dagli abissi, e il vero protagonista di questa guerra non è lui. È la Montagna. Quella Montagna che da millequattrocento anni non si muove, non esce dagli abissi della sua cecità. Non apre le porte alle conquiste della civiltà, non vuol saperne di libertà e giustizia e democrazia e progresso (omissis) segretamente attratta dal nostro sistema di vita, attribuisce a noi la colpa delle sue povertà materiali e intellettuali…".
E’ strano, molto strano. Il grido d’allarme della Fallaci di allora e quello dell’arcivescovo caldeo di Mosul, Amel Nona di oggi si sovrappongono, una storia di atrocità infinita. Che fine ha fatto l’Onu, paladino dei “diritti umani”.
Navi Pillay, Alto commissario Onu per i diritti umani, che ha condannato gli attacchi israeliani a Gaza contro case, scuole, ospedali, centri Onu, definendoli un atto di deliberata violazione del diritto internazionale, come definisce il massacro di donne e bambini, tanti sepolti persino vivi, in fosse comuni, la distruzione delle loro case, l’espropriazione dei loro beni? Si sa benissimo il pensiero dominante dell’Onu. Solamente che si sta parlando di diritti umani, diritti dell’infanzia, del bambino. Altre ideologie non trovano luogo.
Mentre l’Onu prende tempo per decidere cosa fare; mentre il Patriarca Caldeo di Baghdad, Louis Raphael I Sako, si appella a Usa, Ue e Lega araba,auspicando un intervento congiunto per annientare la minaccia islamista e “aiutare gli sfollati”, cristiani, yazidi e sciiti; mentre l’arcivescovo di Baghdad lancia un grido d’allarme e chiede all’occidente di fare in fretta perché in mezzi non ci sta solamente la loro sopravvivenza ma anche quella dell’occidente, la Fallaci, a suo tempo, terminò il suo discorso con un grido disperato : “Occidente, svegliati”. Ho visto scritto da qualche parte : Come fa l’Europa a indignarsi davanti agli eccidi dei primi del novecento e quanto può riuscire credibile quando oggi fa finta di non vedere la “mattanza dei cristiani”?
Europa e Onu dei popoli ! Quali popoli? Riuscirà l’occidente a capire la gravità della situazione?
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