Il corpo umano è un oggetto da guardare? Consideriamo alcuni aspetti pedagogici e filosofici

Guardare è un termine sempre molto generico e superficiale che “classifica il corpo al pari di un oggetto”. Il corpo umano in sé per sé è oggi sempre più di ieri guardato e non osservato; ciò vuol dire che la nostra attenzione è superficiale, nel senso che si limita allo stato epidermico di un corpo senza scendere nella sua profondità.

In senso pedagogico, il corpo umano non è un oggetto, ma un soggetto strettamente connesso al concetto di essere umano in carne ed ossa. Inoltre, stando nel panorama pedagogico, il corpo umano possiede un’anima che deve essere riconosciuta ancora prima di voler comunicare. Tuttavia, non limitandoci al corpo come involucro, dobbiamo saper osservare un corpo umano nella sua accezione più profonda. Il corpo umano non è un oggetto da guardare, ma un soggetto da osservare.

Nella società odierna, dove tutto si riconduce all’apparenza, è facile confondersi e limitarsi a guardare esteriormente un corpo; difatti oggi ci incontriamo con molti corpi differenti tra loro e con altrettante anime diverse, che però non sappiamo riconoscere. Pertanto, lo scopo di ognuno di noi sarebbe quello di osservare, di conoscere il soggetto di quel corpo, per poter-ci parlare, conoscere e interscambiare relazioni.

La filosofia ci conferma, già dai tempi di Cartesio, che il corpo non è distaccato dalla mente umana, ma c’è una grande affinità tra i due “elementi”: la mente non esiste senza il corpo e viceversa. Da qui i meravigliosi studi del filosofo Antonio Damasio, neurologo, neuroscienziato e psicologo portoghese che parla dell’errore cartesiano come concezione che non trova affinità con gli studi successivi tra mente-corpo. Damasio afferma, che corpo e mente non sono separati, anzi le emozioni, i sentimenti sono collegati ai movimenti del nostro corpo. Questo riferimento è per ricalcare l’importanza della connessione mente-corpo e della congiunzione dell’osservare un corpo.

Di concerto, quando noi guardiamo un corpo, in realtà lo dovremo osservare per capire, attraverso le nostre dotazioni mentali, quali sono le sensazioni che quella persona/corpo prova. È con questi riferimenti che si vorrebbe aspirare ad un mondo che non dà importanza solo all’ “oggetto” corpo, ma all’intero involucro comprensivo di anima, di sentimenti e di emotività, nonché la capacità di sviluppare la nostra intelligenza emotiva per consentir-ci con tutti i nostri sensi di connetterci all’altro.