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IL CONSENSO A MONTI

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Tempo di lettura 4 minuti Pur di mandare il Cav. a casa, i partiti di sinistra e la stessa destra del buon Fini avrebbero venduto l'anima al diavolo.

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Ninnj Di Stefano Busà

Il consenso frettoloso quanto inspiegabile di Mario Monti è certamente il risultato di un rigetto viscerale alla politica berlusconiana, una sorta di esorcizzazione e di riadattamento all'idea di poter contare su una politica seria del  -fare-  tanto ventilata e opportunamente motivata da Berlusconi (prima versione). L'Italia avverte un grandissimo bisogno di adeguarsi alle riforme, di  realizzare misure di emergenza che mantengano l’allineamento all'Europa, ha l'esigenza  di un nuovo riscatto morale e istituzionale, di un salto di qualità, di una marcia in più che possa riscattare la politica divenuta marcia e collusa, dopo l'afflosciamento e il galleggiamento degli ultimi tempi dell'esecutivo Berlusconi. Pur di mandare il Cav. a casa, i partiti di sinistra e la stessa destra del buon Fini avrebbero venduto l'anima al diavolo. Oggi, bisogna leggere in chiave di avvicendamento fisiologico: l'entrata in scena di Monti è una sterzata a sinistra per evitare il vecchio governo, ma bisognerà valutarlo nei fatti, non nella speranza, giudicarlo dalle azioni di governo e non mi sembrano mosse ben azzeccate, sin dal suo primo esordio parlamentare. Intanto, l'esecutivo Monti, con tutto il suo enturage riflette un atto di illealtà verso il Popolo italiano, verso l'elettorato che si era democraticamente espresso,  il cui voto già espropriato del suo diritto di scelta, da un metodo poco ortodosso di veti incrociati, di congreghe tra capi-gruppo, arbitri decisionali degli eletti e di sotterfugi interscambiabili e di malapolitica perpetrati ai danni del popolo come quello del sistema di voto:"porcellum" definito così perfino dal suo stesso firmatario, si è visto ora espropriato del suo sacrosanto diritto di eleggere per scelta e non per imposizione. La ragione per cui Monti ha tutto questo credito tra il popolo italiano è soprattutto di ordine psicologico. Dopo quasi un ventennio di berlusconismo portato alle sue estreme conseguenze, soprattutto negli ultimi tempi, da un ostruzionismo di carattere patologico e spesso esacerbato da contrasti, quanto inficiato nelle forme di legalità istituzionali, (inammissibili da parte di un alleato come Fini). L'esecutivo di Berlusconi navigava in brutte acque, sul "filo del voto",ormai impossibilitato a svolgere le sue funzioni di rafforzamento alla spesa pubblica, tagli, riforme richieste dalla U.E, disoccupazione alle stelle, quindi esigenza di modifiche strutturali per la crescita e la riforma sul lavoro, per il sistema pensionistico etc. era divenuto una roccaforte contro il giustizialismo forsennato della magistratura di sinistra, inceppato già dai mille divieti di Bossi, che nutriva una coalizione d'interesse esclusivamente federalistica,  in funzione del voto della prossima campagna elettorale che gli avrebbe fruttato altri voti, non poteva più reggere. Il frutto condito con l'odio viscerale verso il cittadino di status mediocre, (borghese di ceto medio: Berlusconi che, dal  -nulla-  si era catapultato alle altissime vette, fino ad essere il 2° uomo più ricco d'Italia avevano ingenerato calunnie, malumori, invidie, polemiche a mai finire. Tutti sappiamo quanto l'odio sia meschino e crudele, mai obiettivo nei confronti di un uomo che, seppure impedito nell'espletamento del suo ruolo, tuttavia in tempi non sospetti, aveva dato il meglio di sé. Ma tant'è, si è portati a considerare solo il brutto degli ultimi tempi…  Ora si inneggia al tecnocrate Monti quale "salvatore" dell'Italia, ma di quale Italia stiamo parlando? Allo stato dei fatti, sta facendo le medesime mosse. Non porta avanti nulla dei tagli alla politica capitalistica e onerosa e alla spesa pubblica; ha escluso, eluso, volutamente “glissando sulla patrimoniale”, (anzi non l'ha posta tra le priorità del governo), non effettua la strategia di mercato nell’interesse dell’introito economico, utilizzando l'etere come deterrente: i canali di trasmissioni televisivi vengono dati gratuitamente e distribuiti tra Mediaset e Rai; non colpisce le fasce alte dei redditi o patrimoni immobiliari megagalattici, non fa pagare l'ICI al megastratosferico patrimonio immobiliare di proprietà della Chiesa. Senza pensare che poteva colpire il reato di tentativo di frode fiscale nei riguardi dei “Furbastri” di turno, il che, se andava bene, avrebbero occultato ingenti ricchezze, (tentativo di furto ai danni dello stato) passibile di galera… Poteva, ipso facto, con un decreto-legge “lampo” portare il rientro dei capitali dall'estero e tassarlo al  5/6%, invece  che all’ 1,1/5%, ma  se è egli stesso un magnate, come può colpire i suoi simili? Tassa il popolo e i pensionati, strozza la povera gente, i cassaintegrati, gli operai…a quelli sì, è facile prelevare gli ultimi spiccioli per il latte e il pane, i magnati se lo divorerebbero, perciò li teme. Intanto, aumentano le accise della benzina e lui resta inerte. In poche parole, sta facendo tutto quello che avrebbe potuto fare Berlusconi, Dov'è la differenza?  quest’ultimo (se non avesse dovuto scontrarsi  Fini e coi veti di Bossi, (il quale vede il territorio come terreno di caccia al voto, sperando di giungere al tanto sospirato "federalismo"), anche Berlusconi avrebbe potuto operare in tal verso e lo avrebbe fatto, se avesse avuto ancora  la maggioranza, questo ricordiamocelo quando si voterà… Dunque, apriamo gli occhi, guardiamo la realtà, che è quella di voler vedere a tutti i costi il bicchiere "mezzo pieno", perché assediati da una sete irrefrenabile, che è quella della speranza, dettata da fiducia cieca ed esasperata in "qualcuno o qualcosa" che ci dia una mano a salvarci dal baratro. Ma non sarà Monti, per quanto si cerchi di farlo passare per un governo tecnico, tale da non essere costretto a passare sotto la mannaia dell'elettorato, a fare il miracolo e…allora non potremo più fare la battaglia dell'odio personale per il ricco, ma solo per la nostra inadeguatezza a capire. Calunnie a mai finire. So per certo che Berlusconi ultima maniera si era afflosciato, quasi snaturalizzato, estraneato dal suo fervore iniziale. Ma sfido chiunque nei suoi panni: con le sentenze passate ingiudicate presso le preture di mezza Italia, con la giustizia che le dà la caccia come a un malfattore o un criminale, chiunque si sarebbe arenato nelle strettoie e nei labirinti subdoli di un potere occulto pronto a denigrarlo, a fare carte false per distruggerlo nella sua integrità morale, e istituzionale. Berlusconi, è vero, colpe ne ha a iosa. Non sarò qui a difenderlo, avrebbe dovuto avere più coraggio, più fiuto e non imbarcare un camicia nera che poi si è trasformato in un serpente "rosso". Col senno del "poi"…anche noi scorticheremo Monti, che non sarà affatto diverso dal precedente premier, se non nel fatidico "bunga bunga" e nella gogna mediatica che lo ha travolto. Monti non è un Santo, non sta realizzando nulla per la povera gente, non mettiamolo sull'altare, prima di constatarne la validità dell’operato e mi pare che come inizio non c'è malaccio…tutte tasse, sacrifici per il popolo e nulla in corrispettivo per i più abbienti.  Se questo doveva essere il suo rimedio, mi pare siamo messi piuttosto male. Non solo non rimedierà nulla, ma peggioreranno molte, troppe cose, perché il buon giorno si vede dal mattino, e sotto la pelle dell'orso quasi mai si ritrova l'agnello. Non dimentichiamo che proviene dall'elite, è anch'egli uno che si schiera per le fasce alte… non difenderà mai i deboli della società, perché le sue motivazioni sono connaturate con lui e non sono certamente di ceto basso…
 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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