Connect with us

Primo piano

Il caos M5S: Muraro querela Renzi. Pizzarotti si libera del movimento e la Virgina Raggi trova i conti fuori posto

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

di Paolino Canzoneri

Maurizio Mannoni, storico conduttore di Linea Notte, un ottimo programma di approfondimento notizie dal mondo in onda in seconda serata nella TV di Stato, ironicamente ha introdotto l'ennesima notizia relativa al M5S come fosse un appuntamento fisso, una sorta di rubrica giornaliera del programma e torto non gli si può certo dare se pensiamo che il M5S ne combina una al giorno quasi ci fosse una intenzione dolosa di fare notizia sempre e comunque. L'amara realtà è che i problemi di incapacità nel risolvere i problemi relativi ad una sempre più confusa gestione dei poteri all'interno del movimento e una palese incapacità di creare un assetto governativi efficace e concreto al Campidoglio necessario per cominciare a risolvere i problemi della capitale, sembrano molto lontani dalla probabile riuscita. Un caos infinito aggravato dagli ultimi sviluppi che hanno visto l'assessora all'ambiente Paola Muraro querelare il presidente del Consiglio Matteo Renzi per la sua dichiarazione senza mezzi termini: "In fondo la svolta della Raggi è dare la gestione dei rifiuti a una donna collegata a Mafia capitale, a quelli che c’erano prima". La querela risulta estesa anche a tutti coloro che hanno fatto indebiti accostamenti con l'inchiesta di Mafia Capitale e l'avvocato dell'assessora Alessio Palladino ha immediatamente emesso un esposto spiegando le ragioni della sua assistita e giudicando la vicenda come una vera e propria azione diffamatoria e asserendo che la Murari è già a disposizione degli inquirenti per l'accusa di abuso d'ufficio insieme all'ex dirigente di AMA Giovanni Fiscon imputato nel processo di Mafia Capitale e reo d'aver firmato i contratti della Muraro con la municipalizzata nonchè d'averla scelta quale consulente giudiziario. Sembra inoltre che si siano spuntate delle telefonate agli atti dei PM aggiunti alle verifiche delgi atti sequestrati all'AMA che pongono sotto indagini anche Salvatore Buzzi e Massimo Carminati che configurano la Muraro quale vera e propria manager con deleghe alla gestione degli impianti di trattamento meccanico-biologico e dei tritovagliatori e favorendo le aziende dei rifiuti di Manlio Cerroni facendo in modo che gli impianti di AMA avessero un carico di lavoro minore e più lento e consentendo alle ditte private di occuparsi dello smaltimento del resto del carico. 

Una confusione e un giro di accuse in un caos da cui si è appena liberato il primo sindaco M5S di Parma che in un messaggio video dopo ben 144 giorni di sospensione dal Movimento a seguito della sua "illeggitimità" per aver aperto dei contatti a Alternativa Libera e ai Civatiani per una probabile e ipotetica alleanza necessaria e che forse avrebbe magari giovato alla città,

ha spiegato le sue motivazioni dell'uscita dal M5S che a detta sua non è più quello di una volta, non è più quel baluardo di trasparenza proclamato a viva voce in ogni comizio a porte aperte dove le dirette in streaming delle sedute di comune e di tutti quegli impegni e promesse per i cittadini potevano essere controllati nella rete da tutti ma che poi pian piano invece la porta si è chiusa sempre di più e la chiave custodita gelosamente da un Beppe Grillo autoproclamatosi dirigente del movimento. Con rammarico ma con un volto sereno di chi si è levato un macigno dallo stomaco: "Non sono cambiato io, o i nostri ideali, è cambiato il M5s. È mancata la coscienza critica, l'ho esercitata solo io, e quindi vengo visto come disturbatore. In tante parti d'Italia siamo stati consumati da arrivisti ignoranti che non sanno cosa vuol dire amministrare: vogliamo governare e poi non si dialoga con nessuno. Questo non vuol dire governare». 

E a poche ore di distanza a Roma Beppe Grillo ha incontrato Davide Casaleggio, il figlio del compianto fondatore del movimento per discutere insieme ai capigruppo alla Camera e Senato  Giulia Grillo e Luigi Gaetti del programma di governo M5S con i portavoce parlamentari. A testa alta e ostentando la solita sicurezza già vista troppe volte del "tutto va bene", discuteranno dei problemi che interessano i cittadini e che possono trasformare il Paese in una Italia pentastellata. Ovviamente a connessione spenta.

Nel corso di una conferenza nella sede muncipale della capitale, la sindaca Virginia Raggi ha rassicurato tutti circa il fatto che la recentissima attività di governo è stata dedicata alla quadra dei conti di Roma Capitale e che tutto non è stato trovato in ordine. Alla scoperta "dell'acqua calda" della sindaca ne è seguita una forsennata ricerca di tutte quelle economie di bilancio da rivedere dove è stato appurata una cattiva gestione e un costante spreco: "Oggi presentiamo una prima variazione importante al bilancio. Abbiamo trovato 9 milioni di euro che assegniamo all'assistenza sociale nei municipi. Da una verifica puntuale delle poste di bilancio abbiamo gia' individuato 11 milioni. Di questi 3.181 milioni andranno all'assistenza degli alunni disabili, mentre i restanti 6 all'assistenza sociale in generale come famiglie case riposo eccetera. Dal 6 ottobre prenderà il via il Sostegno per inclusione attiva, SIA, per il sostegno alle famiglie in condizione economiche disagiate. Ci siamo trovati a gestire una situazione particolare perché la carta acquisti sperimentale non era partita a Roma. I 7 milioni stanziati dal governo per Roma Capitale saranno usati per un progetto di aiuto al reinserimento in società".

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print


Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

Continua a leggere

Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print


La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

Continua a leggere

In evidenza

Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti