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Roma

IGNAZIO MARINO, TRASCRIVE 16 MATRIMONI GAY: LE "NOZZE OMOSEX" SONO IL TORMENTONE DEL MOMENTO

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Tempo di lettura 3 minuti Una decisione, quella del sindaco della Capitale, che ha sollevato unputiferio politico.

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di Chiara Rai

Roma – Adesso non si parla di altro che di unioni gay. Il che è positivo per il raggiungimento di un fine ma ridicolo rispetto ai problemi che che attanagliano il Paese. E la condotta di Ignaizo Marino ascia davvero a desiderare, lui il gladiatore degli omossessuali che continua a registrare i matrimoni nonostante i niet di Angelino Alfano e del Prefetto.  Il sindaco di Roma ha trascritto nel registro di stato civile del Campidoglio 16 matrimoni gaycontratti all'estero. Si tratta di 16 coppie omosessuali, 11 composte da uomini e 5 da donne, che hanno preso parte alla cerimonia in Campidoglio mostrando bouquet di fiori, sfoggiano eleganti abiti scuri da cerimonia e accompagnati da numerosi bambini, alcuni dei quali figli dei coniugi. Una decisione, quella del sindaco della Capitale, che ha sollevato unputiferio politico. Lapidario il commento della Conferenza Episcopale Italiana: "La notizia della trascrizione in Campidoglio di matrimoni tra persone dello stesso sesso sorprende perche' oltre a non essere in linea con il nostro sistema giuridico, suggerisce una equivalenza tra il matrimonio ed altre forme che ad esso vengono impropriamente collegate. Una tale arbitraria presunzione, messa in scena proprio a Roma in questi giorni, non e' accettabile", dicono i vescovi. Per il Vicariato, invece, si tratta di "una scelta ideologica, che certifica un affronto istituzionale senza precedenti" basato su una "mistificazione sostenuta a livello mediatico e politico". Il sindaco Marino replica prontamente: qualora il prefetto di Roma dovesse procedere all'annullamento delle trascrizioni "faro' quello che indica la legge e chiedero' pareri legali per capire la legittimita' di un eventuale annullamento. Io faccio il mio lavoro e difendo il diritto di tutti ad amarsi". Quanto alle critiche della Chiesa Marino spiega: "Non ho nessun commento da fare sulla riflessione del Santo Padre o della Chiesa. Il nostro e' un atto di stato civile".

Mostrare approvazione verso le nozze gay è diventata ormai una squallida scusa per racimolare voti e consensi. Un virus che ha contagiato irreversibilmente i due premier del momento: Renzi e Berlusconi, due facce della stessa medaglia. La loro corsa a soddisfare le esigenze degli omossessuali, che riteniamo più che giuste perché destinatari di pari diritti come gli etero, per certi passaggi è forzatamente audace e inequivocabilmente imbarazzante. Berlusconi che folgorato dalla Pascale si fa un selfie con Luxuria e cambia improvvisamente registro rispolverando come giustificazione del suo cambiamento di rotta un ritorno alle radici più libertine che liberali. E con sottofondo l’inno di Forza Italia prova a sfilare la palla al giovane Renzi, pronto a ribattere con un disegno di legge che potrebbe approdare in consiglio dei ministri già a fine ottobre. Un ennesimo tsunami per quella frangia più conservatrice dell’ex Pdl che, fulminata dallo scatto trasgressivo dell’ex Cav che ha approfittato del coprifuoco per invitare Vladimir a palazzo, si è trovata a doversi giustificare con la propria fetta di elettorato come è successo, tra gli altri, a Fitto e Gasparri. Una nuova pillola edulcorata dalla verve di sempre del ragazzino Silvio, pronto a dire “chi mi ama mi segue”, spronato dalla padrona di Dudù a scendere nuovamente in campo. E lì si scatenerà l’inferno di coloro che hanno trattenuto il rospo e hanno resistito ai cicloni Casini, Fini e Angelino. Coloro che dopo una prima personale forma di ribellione, capiranno che lasciare l’ovile potrebbe essergli letale per la propria carriera politica. Soprattutto guardando i cadaveri sotterrati dal re del bunga bunga, in primis quello di Pierferdinando. E al lancio “omosex” del Cav risponde super Matteo, pronto ad allargare le braccia ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Un’apertura non a 360° una tolleranza moderata, sul modello della Germania dove fin dal 2001 esiste una legge che permette ai gay di sposarsi, anche se l'unione non si chiama matrimonio e non si possono adottare bambini esterni alla coppia. Rispetto al “Ni” di Renzi risuona feroce il si di Silvio che si dice favorevole anche all’adozione dei bambini. Creature che, secondo la conclusione di Berlusconi, senz’altro stanno meglio se cresciuti tra persone dello stesso sesso che in un lager. Di tutta questa storia quelli che se la ridono di più sono proprio gli omosessuali che, ovviamente, puntano al risultato e questo per loro è un momento proficuo.  

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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