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Editoriali

Iena ridens e le sue due istantanee di quotidiano delirio

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Tempo di lettura 3 minuti

di Paolino Canzoneri

Il sogno di ogni buon lavoratore a fine carriera è quello di andare in pensione nel miglior modo possibile, con la serenità e l'orgoglio di aver svolto il proprio mestiere con dovizia e d'aver contribuito positivamente al complesso ingranaggio del lavoro che richiede ad ognuno di noi di occuparci di una piccola parte a garanzia del pieno funzionamento dell'ingranaggio stesso. Difficilmente questo varrà per l'esponente delle forze dell'ordine che, ripreso nel video scoop del programma televisivo "Le Iene" nel servizio sullo scandalo delle firme false andato in onda ieri 8 ottobre, sembra sia andato troppo in escandescenze mostrando una rabbiosa violenza del tutto ingiustificata e poco edificante per il prestigio delle divisa che indossa. Le immagini delle telecamere accese mostrano, seppur in modo confuso ma comprensibile, concitate urla di intimidazione e violenta colluttazione senza che ci siano stati evidenti segni tangibili di  necessità di procedere urgentemente alle mani. I giornalisti della trasmissione sempre alla ricerca della verità e intenti a scovare l'ennesima truffa o raggiro stavano registrando un servizio video relativo ad una presunta falsificazione, ad opera del Movimento 5 Stelle, di oltre 2000 firme raccolte per presentarsi alle elezioni comunali a Palermo di pochi anni fa. Sembra infatti che prima del deposito delle liste delle firme sia sorta l'esigenza di controllare l'esattezza dei dati anagrafici e una volta riscontrati degli errori, onde evitare la cancellazione dei nomi con i dati inesatti ad insaputa degli stessi firmatari, si sia proceduto ad una ricopiatura in un nuovo foglio lista ricopiandone pure la firma, atto assolutamente proibito quale palese reato. Se non fosse che verrebbe facile pensare che il nostro paese si sia ridotto a sopravvivere ad eventi di cosi bassa lega e sebbene fossimo abituati a scandali più o meno vergognosi come questo, si percepisce sempre di più come il sostantivo "baratro" oramai usato ed abusato in ogni dove sembri oramai perdere valenza espressiva cosicchè in un un unico servizio del programma si assiste sgomenti ad un probabile ignobile raggiro politico messo in atto da "giovani di buona volontà" troppo sicuri, furbi e immaturi convinti di fare fessi tutti e illuminati dalla luce di 5 stelle che gli indica la strada giusta della legalità. Ragazzi in fin dei conti figli di un decadimento sempre più marcato che ogni giorno mostra delle crepe sempre più preoccupanti proprio nelle fondamenta del movimento che neanche i più esagitati mastini d'assalto anti-giornalisti sguinzagliati a Palermo durante la recente Festa e portati al guinzaglio in ogni ritrovo pacifico e democratico usati come servizio del "loro" ordine, possono essere. Che aspettarsi ancora di più? Forse Beppe Grillo avrebbe dovuto capire che affidare compiti cosi seri ai giovani inesperti significa affidare il proprio destino politico ad una generazione che muove i primi passi in un mondo complesso credendo che la burocrazia sia un qualcosa che si possa correggere e sistemare come una semplice firma da ricopiare. Come sempre sarà la storia a giudicare e non si dovrebbe mai dimenticare che il giudizio sarà sempre rigoroso e le definizioni nei libri di storia saranno delle vere sentenze che potranno togliere il sonno a chi oggi si sobbarca responsabilità civili e istituzionali di portare avanti un paese difficile come il nostro. Per quanto riguarda l'uso e l'abuso di modi forti e violenti di certuni signori vicini alla pensione è sempre auspicabile l'incoraggiamento ad usare toni pacati, a comprendere che la divisa porta responsabilità e prestigio e non deliri di onnipotenza. Due istantanee che riprendono due esempi di delirio che segnano il nostro presente e che raccontano il paese stretto in una morsa sempre più interessata ai propri biechi e meschini interessi di potere.    

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