I "PICCOLI BALBUZIENTI": I SEGNALI DI ALLARME PER RICONOSCERE LA BALBUZIE INFANTILE

a cura della Dott. Chiara Marianecci – Logopedista

Fino agli anni Ottanta, nei casi di piccoli balbuzienti si consigliava di non intervenire in alcun modo, in realtà in questi casi c’è un’organizzazione neuro psicolinguistica diversa e di conseguenza è importante intervenire precocemente proprio per andare ad organizzare il sistema linguistico del bimbo. Lasciare la situazione così, potrebbe al contrario consolidare la disfluenza. La balbuzie spesso si manifesta tra i tre e cinque anni, fase in cui il bambino sta consolidando le sue competenze linguistiche. Ci sono dei segnali di allarme che i genitori possono cogliere ed eventualmente riferire ad un logopedista: ripetizioni multiple di una parte di parola (generalmente la prima sillaba), prolungamenti dei suoni iniziali di parola, tremori, tensioni o sforzo a livello dei muscoli delle labbra e della mandibola, modificazione del tono e dell’intensità della voce, espressioni fugaci di paura all’avvicinarsi di una parola, meccanismi di fuga per evitare l’uso di una parola fino a quando non si sente sicuro di poterla pronunciare correttamente (pause lunghe, rifiutarsi di parlare, sostituire parole, inserire suoni senza significato). Naturalmente è opportuno preoccuparsi solo se questi segni si manifestano frequentemente ed in diverse situazioni o cominciano a disturbare la possibilità di comunicare del bambino. La familiarità è un altro indice cruciale che legato ai segnali di allarme dovrebbe condurre il genitore a rivolgersi ad uno specialista, tanto più se la disfluenza si è presentata in modo stabile da tre mesi. Per i genitori che nonostante tutto preferiscono aspettare prima di intervenire, possono tenere presente alcuni consigli su come gestire la situazione: ascoltare pazientemente cosa il bambino dice e non come lo dice; permettere al bambino di completare l’espressione del proprio pensiero senza interruzioni; mantenere mentre il bambino sta parlando un naturale contatto oculare; evitare di completare o anticipare il pensiero del bambino; trovare almeno cinque minuti al giorno da dedicare al proprio figlio per parlare tranquillamente, senza fretta; dopo che il bambino ha parlato, riformulare attentamente ed in maniera rilassata alcune sue parole. Estremamente utile può essere il garantire al proprio bambino uno stile di vita scarsamente frenetico, rivolgersi a lui in maniera non affrettata, spegnere televisori o radio durante i pasti o nei momenti di conversazione. Questi consigli e comportamenti è opportuno che vengano seguiti da tutte le persone che sono quotidianamente a contatto col bambino, in modo da prevenire (in parte) che un “piccolo” balbuziente non si trascini quella che potrebbe diventare una grande difficoltà.

 

Logopedista Chiara Marianecci

Tel. 3497296063

e-mail: chiara.marianecci@hotmail.it

Centro Psicologia Castelli Romani