Editoriali
I PASTORI DEL FIRMAMENTO
Tempo di lettura 4 minutiNel M5S ci sono tante persone in buona fede che lavorano alacremente per dimostrare efficienza e coerenza intellettuale
Published
9 anni faon
di Vincenzo Giardino
Quando Di Pietro scese in politica furono molti gli italiani ad illudersi che finalmente era arrivato il paladino degli ideali di giustizia sociale, ma che delusione quando videro convogliare nell' IDV degli illustri "sapientoni" a scaldare inutilmente gli scanni del Parlamento e molti di loro a farsi comprare con disinvoltura dagli avversari politici o intrallazzare in affari privati. Per fortuna Di Pietro ha avuto il pudore di ammettere il fallimento, ritirandosi (momentaneamente?) dalla politica attiva.
Nel frattempo maturava un'altra illusione per gli idealisti che credevano di poter spazzare via il marciume politico: il M5S di Beppe Grillo. Le file del Movimento si ingrossavano ad ogni comizio di piazza tenuto da Grillo, tutti i delusi di altri partiti e gli incazzati contro il sistema, vedevano in lui il “messia castigastronzi”, il “Savonarola del terzo millennio” o il “Robespierre genovese”. Le piazze esaltate inneggiavano dei sonori “Vaffanculo” contro l'intero mondo politico, molti auspicavano addirittura ad una nuova marcia su Roma. Ma in realtà Grillo ha creato un ovile nel quale ha fatto entrare molte pecore belanti, trattenute da un recinto di regole e intimorite da un pastore urlante. Negli anni ottata i primi attacchi alla politica, da parte dell'ex comico, in particolare contro Craxi e il mondo socialista da lui definito un'associazione di ladri. Nulla di detto sui democristiani e i comunisti. Dopo la cacciata dalla Rai i teatri si riempivano ad ogni suo spettacolo, la gente accorreva ammirata ad applaudire il comico dissacratore che diventava sempre più pungente verso il sistema corrotto. Di volta in volta prendeva di mira una multinazionale, una per settore, da quello farmaceutico a quello alimentare, da quello energetico a quello automobilistico. Anticipò con intuizione il crac della Parmalat, ha avuto il merito di aprire gli occhi a molti consumatori.
Poi scese in campo arringando le folle con la stessa dialettica da palcoscenico e poi… poi presenta come co-leader un personaggio psicosomaticamente inquietante: Gianroberto Casaleggio. In molti ancora si chiedono chi è costui e cosa rappresenta realmente nel M5S. Di certo deve avere un peso notevole all'interno del Movimento visto il timore riverenziale che ne hanno i grillini.
Ecco le informazioni che abbiamo su questo personaggio: È un imprenditore che comincia la sua carriera come progettista di software di base presso l'Olivetti di Ivrea. Ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato della Webegg S.p.A. (una società della Telecom), un gruppo multidisciplinare per la consulenza delle aziende e della pubblica amministrazione in rete e il posizionamento delle aziende in rete; da tale carica fu sollevato dagli azionisti nel 2003 che non condividevano la sua politica commerciale e gestionale.Ricordiamo ai lettori che sia l'Olivetti che la Telecom sono state oggetto di violenti attacchi verbali da parte di Grillo in diversi spettacoli. (Vendetta trasversale di Casaleggio?). Nel 2004 si è candidato alle elezioni nel comune in cui risiede, Settimo Vittone in provincia di Torino, con la lista civica Per Settimo guidata da Vito Groccia. Casaleggio ottiene sei voti e la sua lista risulta la terza su tre contendenti. Secondo Panorama, Groccia era vicino a Forza Italia, Casaleggio ha successivamente replicato, in polemica con il periodico, che la lista civica non era legata a nessun partito (è credibile visto il numero di voti che prese). Sempre nel 2004 fonda la Casaleggio Associati s.r.l. e dal 2005 è curatore, insieme al figlio Davide, del blog di Beppe Grillo e per alcuni libri del quale è stato anche editore. Si è occupato anche del blog di Antonio Di Pietro (fino al 2010). A partire dal 2006 la sua azienda svolge studi e ricerche sull'e-commerce in Italia. Tra il 2007 e il 2008 svolge gratuitamente l'incarico di consigliere del Ministro delle Infrastutture Antonio Di Pietro per lo studio delle attività inerenti alla comunicazione istituzionale nel secondo governo Prodi.
Nel giugno del 2012 ha avuto un incontro privato con Michael Slaby ( guru della campagna elettorale di Obama) per parlare di internet e di come esso possa essere un elemento di democrazia di retta. Nell'unica esperienza politica che ha avuto Casaleggio gli hanno dato sei preferenze (forse i voti di famiglia) ed oggi controlla e dispone sul dire e sul fare dei parlamentare del M5S che sono la rappresentanza del 20% circa dell'elettorato italiano.
Grillo dichiara apertamente di essere ricco, Casaleggio presenta una dichiarazione dei redditi pari a quella di un fruttivendolo. A questo punto, utilizzando lo stesso linguaggio colorito del Beppe genovese, si potrebbe chiedere: Grillo ma che minchia ci fai con questo?
Dopo aver raggiunto lo scopo con la rappresentanza politica in Parlamento, si sono spenti i comizi di piazza di Beppe Grillo. L'attuale politica continua a devastare la Costituzione e i Pentastellati disertano le aule per protesta senza concludere nulla. L'Italia a breve scenderà in guerra violando i principi della Costituzione e Grillo non si sente. A Roma i grillini attaccano un Marini già politicamente morto e non si pronunciano sullo scandalo di Crocetta a Palermo.
È ormai evidente che la Germania e l'America stanno calpestando la nostra autonomia nazionale, ma Beppe Grillo continua a scrivere sul suo Blog cose di cui è difficile trovarne il senso. Fa riflettere che c'è un argomento scottante sul quale Grillo in passato ne ha fatto accenno durante un suo spettacolo, ma da allora non ne ha più parlato, nonostante sia stato più volte incitato a farlo: il signoraggio bancario.
Grillo non ha più parlato di quest'argomento che è forse la risposta a tutto quello che sta avvenendo attualmente nel mondo occidentale. Attacca le “multinazionali delle brioscine” e non accenna all'asservamento planetario degli stati agli oligarchi della ricchezza mondiale.
Beppe Grillo è molto bravo a dare appellativi a coloro che attacca: “lo psiconano” a Berlusconi e “l'ebetino” a Renzi. L'appellativo che potrebbe calzare per lui è forse quello di “Jolly”? Come la carta da posizionare dove si vuole nel gioco della scala quaranta?
C'è solo da capire chi realmente conduce il gioco dietro questi due personaggi indecifrabili, in quanto loro sono solo i pastori di questo gregge chiamato M5S, ma la fattoria è di qualcun altro.
Nel M5S ci sono tante persone in buona fede che lavorano alacremente per dimostrare efficienza e coerenza intellettuale, ma rischiano di vanificare il loro impegno politico per colpa del gioco di Grillo e Casaleggio dal quale è vietato scrollarsi pena l'espulsione.
Le teste pensanti del M5S,come Di Maio, Di Battista, Fico, e altri, hanno tutti le carte in regola per prendere in mano la direzione del Movimento, che comunque è nato sulla base di buoni principi, ma dovrebbero avere il coraggio di dare un calcio nel culo a Grillo e Casaleggio.
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