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I nuovi talenti della musica italiana: Chiara Pilosu

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Tempo di lettura 3 minuti Vincitrice assoluta del Cantagiro 2015, ha legato il suo nome all’album della manifestazione canora

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di Mario Vito Torosantucci


Chiara Pilosu, è certamente una punta di diamante della nuova generazione canora italiana. Fin da giovanissima ha avuto la vocazione del canto e del campo artistico, dimostrando nelle molteplici manifestazioni a cui ha partecipato, di avere i giusti numeri per emergere prepotentemente. La sua maturazione artistica, costante ed in irrefrenabile crescita, l’ha portata inevitabilmente, ad ottenere numerosi premi ed importanti riconoscimenti.

 

Chiara, a soli diciannove anni, può ritenersi ormai, una veterana del palcoscenico, ma, una sua grande dote, è la ricerca continua dell’originalità e, la forza di volontà nel voler continuare a migliorare attraverso lo studio. Sicura di sé, sceglie con cura il suo sempre aggiornato look, con gusto, sobrietà ed un pizzico di follia, che la rende attraente e simpatica a tutti quelli che la circondano, nonchè al pubblico che la ascolta. La sua bellezza, bionda con occhi azzurri, ed il suo sorriso, bello ed accattivante, ne esaltano, come la stupenda cornice di un quadro, le doti artistiche, proiettandola verso un sicuro successo. Artista completa, coniuga (secondo i principi professionali, che lo staff del Cantagiro insegna attraverso la propria accademia) la sua bellissima voce con il look appropriato, la finezza della gestualità, ed, una performance qualitativa ed interpretativa di altissimo livello. Vincitrice assoluta del Cantagiro 2015, ha legato il suo nome all’album della manifestazione canora, che rappresenta la storia della musica italiana, affiancando il suo nome a quelli dei più famosi miti musicali. Il brano “ UN PEU DE FOLIE “ con cui ha vinto il festival, composto da lei stessa in francese, la rappresenta in tutta la sua poliedricità, e la magica e superba interpretazione, ha ipnotizzato tutti, determinando un successo assoluto. Essere promotori e padrini artistici di questi nuovi talenti della musica italiana, è motivo di grande orgoglio per il patron del Cantagiro Enzo De Carlo, il direttore generale Elvino Echeoni, Giulia De Carlo, Lorenzo Echeoni e tutto lo staff, perché rappresenta il giusto raccolto, frutto di una semina, seria, competente e piena di enormi sacrifici. Auguriamo tutti, a Chiara, una carriera luminosa, come il suo talento merita.


Chiara Pilosu 19 anni, sarda, vive a Budoni in Sardegna, un piccolo paesino affacciato sul mare della costa Nord-Orientale. La sua passione per la musica nasce a circa sette anni, da un progetto delle scuole elementari. Durante l'ora d'inglese per apprendere meglio la lingua, l'insegnante dava da studiare delle canzoni dei Beatles; il sabato era interamente dedicato al canto, alla musica e all'inglese. La scuola metteva in oltre a disposizione degli strumenti musicali come l'armonica, la chitarra e la possibilità di cantare con i microfoni. Chiara sceglie l'armonica, e da lì, iniziò a comprarne tante altre da riempirne una borsa!
Durante il saggio di fine anno le viene proposto di partecipare ad un coro esterno alla scuola e, colta l'occasione, entusiasta, non ha più smesso di cantare e ballare. Contemporaneamente ha frequentato una scuola di ballo sardo (altra sua grande passione) e nuoto agonistico. Dovendo studiare, ha dovuto rinunciare al ballo e al nuoto per poter continuare il percorso musicale. Studia canto dall'età di dieci anni, prima in privato poi in una scuola civica. Per migliorarsi, ha partecipato a molti master organizzati  da maestri di teatro e di accademie importanti d'Italia. Volendosi confrontare con gli altri, ma soprattutto per mettersi alla prova, decide di partecipare a tutti concorsi canori regionali ottenendo grandi soddisfazioni. Nell'agosto 2014, vince il Festival Regionale "Di Mare e D'Azzurro" con il premio "Miglior presenza scenica"; nel settembre dello stesso anno la finale regionale del Cantagiro in Sardegna, e nell'ottobre 2015 raggiunge il traguardo massimo, vincendo il Cantagiro Nazionale a Guidonia Montecelio, con un brano in francese scritto da lei, "Un peu de folie". Nel 2016 vince il Festival Regionale "Di Mare e D'Azzurro" con il premio della critica. E’ stata fin da piccola, una persona un po' esuberante, molto intraprendente e creativa non solo dal punto di vista musicale ma anche da quello artistico, infatti ha sempre amato tutto ciò che è arte, disegno, pittura etc. etc. Oltre a questo ha sempre avuto la passione per le lingue straniere e la loro letteratura, infatti frequenta il Liceo Linguistico, dove studia Inglese, Francese e Tedesco. Il suo mondo è un po' particolare e un po' "Folle", a volte coloratissimo a volte sui toni del grigio/nero ma sempre con sfumature etniche. Ragazza socievole (forse anche un po' troppo) ed estroversa, anche se a volte questo atteggiamento, può essere scambiato per superficialità, ma basta conoscerla un attimo, per capire, di aver di fronte un’artista molto più matura della propria età.
 

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

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“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

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