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Cronaca

I MOLISANI NEL MONDO INCONTRANO PAPA FRANCESCO

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Tempo di lettura 3 minuti Il prossimo fine settimana, in occasione della visita del Santo Padre a Campobasso, la Regione Molise ha riunito il Consiglio dei molisani nel mondo

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di Silvio Rossi

Campobasso – Quando si parla di emigrazione l’immaginario collettivo è dominato dalle scene dei film rappresentanti gli italiani che hanno cercato fortuna, in genere oltreoceano, dove il protagonista tipo raggiungeva il nuovo mondo partendo dalle terre siciliane o dalle campagne venete.

Se ragioniamo in valori assoluti, in effetti, il Veneto è la regione che ha visto il più alto numero di emigrati; quasi due milioni di veneti sono partiti nel periodo della “grande migrazione” (tra il 1876 e il 1915), e la Sicilia oggi è la regione che annovera il più alto numero di cittadini italiani residenti all’estero, oltre seicentomila unità

In valori relativi invece le proporzioni cambiano. In questo caso il Molise, che ha visto oltre trecentomila partenze fino alla Grande Guerra, circa un partente per ogni cittadino che attualmente risiede nel territorio regionale (seconda regione dopo il Friuli Venezia Giulia), e oltre settantatremila residenti all’estero, circa un quinto dell’intera popolazione molisana, è di gran lunga la regione con il rapporto tra cittadini ed emigrati più sbilanciato verso questi ultimi (i dati sono stati presi dal Istat e dal museo dell’emigrazione italiana).

Per questo motivo l’iniziativa della Regione Molisana, che ha istituito un Consiglio dei molisani nel mondo, sotto la guida del vicepresidente della Giunta regionale, Michele Petraroia, che ha la delega specifica in materia, riveste un’importanza particolare, perché proprio in una regione così piccola, e scarsamente popolata, tagliare il cordone ombelicale con i propri cittadini che hanno cercato una via diversa di vita, per scelta o per necessità, significherebbe rinunciare a una delle poche possibilità di superare la crisi che affligge la nostra nazione, e in particolare il meridione, più del resto dei paesi con cui normalmente ci confrontiamo.

Il prossimo fine settimana, in occasione della visita del Santo Padre a Campobasso, la regione ha riunito il Consiglio dei molisani nel mondo, con presenze da tutti i continenti, in rappresentanza di molti dei 136 comuni che costituiscono la più giovane regione italiana. I rappresentanti delle comunità dei Molisani nel mondo incontreranno il Papa sabato 5 luglio, presso l’ex stadio Romagnoli.

Il Consiglio sarà presieduto dall’assessore Petraroia, e parteciperanno tra l’altro il Presidente della Regione Paolo di Laura Frattura, i sindaci di Isernia Luigi Brasiello, e Campobasso Antonio Battista, il vescovo di Campobasso, monsignor Bregantini, il rettore dell’Università del Molise Gianmaria Palmieri, il prefetto di Campobasso Francescopaolo Di Menna.

Per rappresentare i molisani che vivono in altre regioni italiane è presente l’associazione Forche Caudine, presieduta dal dottor Giampiero Castellotti, che da oltre un ventennio mantiene un legame vivo con le terre di origine, organizzando eventi sia sul territorio, che nelle principali città italiane, in primis nella Capitale. Nell’occasione Forche Caudine è rappresentata dalla dottoressa Simonetta D’Onofrio, nata a Roma ma proveniente da Pietrabbondante, e legata all’alto Molise.

Abbiamo raccolto alcune sue dichiarazioni:

“Innanzi tutto vorrei ringraziare l’assessore Petraroia e l’associazione Forche Caudine col presidente Castellotti per l’onore concesso nel rappresentare la componente italiana dei Molisani nel mondo. Spero di poter contribuire attivamente alle iniziative che il Consiglio deciderà di adottare.

Incontrarsi nel Molise con chi ha dovuto spesso affrontare un lungo viaggio, o con chi pur essendo nato in un altro continente continua a sentire il sangue molisano nelle vene, assume un valore significativo. La possibilità di confrontarsi tra noi produce senso di appartenenza, dove il valore delle storie, delle memorie, delle testimonianze rimangono fondamentali nell'interesse di tutti i molisani. Ritengo essenziale il fil rouge instaurato dall'amministrazione regionale, per la condivisione di vicende allo stesso tempo personali e collettive. Un patrimonio del passato che la politica ha l'obbligo di non trascurare e dissipare, per non  privare le nuove generazioni di elementi di cultura fondamentale nell’Italia contemporanea.

Oggi, anche con l'ausilio dei new media e delle nuove tecnologie, come Internet, che hanno accorciato il distacco della «nostalgia», rimane più semplice divulgare materiali adatti a rappresentare la molteplicità e le infinite sfumature che caratterizzano l’attuale condizione di vita, sociale e culturale dei migranti molisani. Recuperare questi valori è la nostra ricchezza che potrà assumere in futuro un ruolo determinante. Incoraggiare con scelte progettuali riconosciute universalmente, può rendere i «Molisani nel mondo» unici. Per questo credo che un’iniziativa incentrata sul riconoscimento delle nostre comunità all’estero, se ben organizzata, possa essere la chiave di volta per accrescere l’identità regionale in ambito nazionale e internazionale".

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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