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I Docenti della disciplina dei Diritti Umani sul femminicidio: la disparità di genere alla base

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Tempo di lettura 2 minutiIl coordinamento nazionale lancia proposte per contrastare il fenomeno

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Prof. Romano Pesavento, presidente Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani 


Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime tutto il suo cordoglio per l’ennesimo crimine, perpetrato ai danni del genere femminile: un’altra vittima, un’insegnante di 47 anni, a Roma, cade sotto i colpi della barbarie, della possessività malata, che rende esseri umani simili ad oggetti di proprietà personale. Nel 2017, i casi di femminicidio si stanno moltiplicando a un ritmo esponenziale: nella società italiana, evidentemente, mancano gli “anticorpi” per respingere la prevaricazione che ha come matrice la disparità di genere.
La strumentalizzazione del corpo femminile nella pubblicità e nei prodotti d’intrattenimento, in cui la figura femminile viene sempre relegata a ruoli di subalternità, passività e arrendevolezza rispetto ai partner maschili, è estremamente perniciosa.
Il sessismo in rete è un’altra piaga correlata alla mancanza di rispetto nei confronti del genere femminile; l’uso distorto del web diventa terreno fertile per “avvelenare” le menti dei giovani fruitori e trovare una giustificazione ad ogni forma di offesa personale, con la pretestuosa giustificazione della goliardia.
In considerazione dei molteplici, tragici, episodi di cronaca registrati quasi quotidianamente e aventi come vittime donne, colpevoli di autodeterminarsi e brutalizzate da compagni emotivamente “diseducati”, in una società in cui il corpo della donna è spesso mercificato e banalizzato, è necessario intervenire tempestivamente per promuovere tra i giovani il rispetto dell’altro e diffondere i valori della reciprocità e parità.
In maniera particolare occorre avviare percorsi scolastici che forniscano elementi per riconoscere forme di prevaricazione più o meno latenti all’interno delle dinamiche interpersonali tra i sessi per neutralizzarle e contrastare gli stati emozionali negativi (aggressività, bassa autostima) in funzione di maggiore autoconsapevolezza.
Occorre promuovere le competenze personali e relazionali, favorendo la corretta gestione della propria sfera emotiva e sviluppare l’empatia ai fini del riconoscimento e del rispetto dell’altro; inoltre è necessario attuare interventi formativi mirati a responsabilizzare i giovani aprendoli alla solidarietà e ai valori della convivenza civile e rispettosa delle regole, sviluppando le competenze trasversali con il supporto delle nuove tecnologie.
“E in che cosa consiste fondamentalmente un modo civilizzato di comportarsi? Consiste nel ridurre la violenza. È questa la funzione principale della civilizzazione ed è questo lo scopo dei nostri tentativi di migliorare il livello di civiltà delle nostre società.” (Karl Popper)