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Roma

Guidonia, rapina con morto: per Tonelli la polizia ha fatto il suo dovere

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Tempo di lettura 4 minuti L’organico delle forze dell’ordine ha subito un taglio di quarantacinquemila uomini, di fronte al quale il taglio di ventimila operatori fatto da Teresa May in Inghilterra diventa un’inezia

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di Roberto Ragone 
 
Guidonia, dintorni di Roma. Sono le otto e cinquanta del mattino, nella frazione di Colle Fiorito. Una vecchia Fiat Punto, usata come trasporto valori, si dirige, come al solito, verso la filiale della banca in cui il dipendente del vicino supermercato Carrefour alla guida dovrà versare il denaro degli incassi del fine settimana, 9 mila euro in contanti. In agguato, parcheggiato lungo il suo percorso,  in via degli Aromi, c'è in sosta un Fiorino bianco, rubato la sera prima all’Albuccione ad un noto commerciante della piazza. Al passaggio della Punto, il furgoncino scatta, speronandola e bloccandola, all'altezza di via del Sambuchi. I due occupanti si calano sul volto i passamontagna e escono dal furgone, – armati, diranno i testimoni – tentando di trascinare l’autista della Punto fuori dell’auto. Alla scena da film – infatti un testimone oculare dirà che gli sembrava che stessero girando un film – assiste, in sella alla sua motocicletta, un poliziotto fuori servizio di passaggio, che interviene. Dopo essersi qualificato, il poliziotto punta l’arma, intimando ai due di arrendersi. Mollata la preda, invece, i due tentano la fuga, nel vicino Parco degli Aromi, fra i giochi per bambini.
Nasce un conflitto a fuoco,  e il poliziotto spara a sua volta. La mira del tutore dell’ordine è quella giusta. I banditi vengono colpiti, uno dei due, Emanuele Taormina di 22 anni, muore subito, l’altro, romano e coetaneo del complice deceduto, il cui nome non è stato reso noto, è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale S. Giovanni Evangelista di Tivoli. Il dipendente alla guida della Punto racconta che è stato rapinato già altre tre volte. La notizia si sparge rapidamente, tutti conoscono i rapinatori e il loro indirizzo di casa. Qualcuno avverte le famiglie, i parenti accorrono, e subito, di fronte alla sagoma del morto coperto di un lenzuolo bianco, si innesca una protesta in strada, con alte grida. Questi i fatti. Possiamo dire che tanti giovani scelgono la via che ritengono più facile e meno faticosa per procurarsi denaro.
Oggi basta guardare qualche filmetto stupido in tv, e ci si rende conto che il ‘modus operandi’ è alla portata di tutti. Rubare un furgoncino, speronare un’auto, calare sul volto un passamontagna, aggredire un portavalori della mutua – perché certo non si trattava di un furgone blindato – sembra facile e redditizio. Ma è pur sempre una collezione di reati. Essere armati, poi, vuol dire essere pronti a togliere la vita ad altri. A questo punto, l’intervento del poliziotto ci sta tutto, anche perché nessun poliziotto, o carabiniere, o finanziere è mai veramente ‘fuori servizio’. Siamo in Italia, e sappiamo come vanno certe cose. In un’altra nazione l’agente sarebbe premiato con una medaglia, o una promozione. Non per il morto, ma per l’intervento per cui  ha sventato comunque un reato, e per l’aver affrontato il rischio d’essere anche lui ucciso. Purtroppo, come più volte abbiamo riferito, da noi il copione è diverso: è normale che un tutore dell’ordine perda la vita per essere intervenuto in una rapina, e tutti sono pronti a piangere il ‘servitore dello Stato’ e a compiangere la vedova, specialmente le alte cariche di quello Stato che tali ‘servitori’ dovrebbe meglio proteggere. Meno normale è che a soccombere sia il rapinatore, con i parenti subito pronti a chiedere vendetta e risarcimenti a suon di centinaia di migliaia di euro.
A questo proposito, per avere un commento a caldo sull’accaduto, abbiamo sentito Gianni Tonelli, Segretario Generale del SAP, Sindacato Autonomo di Polzia, che si sta battendo da tempo per un miglioramento delle condizioni e dell’addestramento degli agenti della Polizia di Stato. 
 
“Dottor Tonelli, ci può fare un commento a caldo a proposito dell’intervento dell’agente fuori servizio a Guidonia?”
“Il commento è estremamente positivo, il collega fuori servizio ha affrontato due malviventi, e mi compiaccio del fatto che non sia stato lui a soccombere.”
 
“Secondo lei, più interventi di questo tipo sarebbero un deterrente per la delinquenza comune?”
“Certamente, ci dovrebbe essere più controllo del territorio. Oggi mi compiaccio dell’esito positivo di questo intervento. Purtroppo se non ci fosse un cronico deficit di circa quarantacinquemila uomini nelle forze dell’ordine, gli operatori e i poliziotti avrebbero la possibilità d’intervenire più spesso con immediatezza, addirittura, come in questo caso, nella flagranza del reato, ciò che sarebbe un deterrente per la delinquenza e un reale servizio alla comunità.”
 
“Quindi possiamo concludere che in questo caso la Polizia ha fatto il suo lavoro.”
“La Polizia ha fatto il suo lavoro, anche se purtroppo dobbiamo contare un morto, e una volta tanto non fra le forze dell’ordine. Tutti i giorni i miei colleghi scendono per strada con le migliori intenzioni, nonostante il sistema non li tuteli. Mi auguro che per questo collega ci siano soltanto medaglie e non rogne.”
 
“Cosa pensa del fatto che i parenti sono scesi in strada a protestare per il morto?”
“Ah, è l’Italia, ribaltiamo sempre l’ordine dei fattori. Il fatto che i parenti siano scesi per strada, ma, scusate, glie l’aveva raccomandato il medico d’andare a fare una rapina, di andare in giro armati? E di dover mettere a rischio la vita dei cittadini? Questa è una vera vergogna. E adesso, cosa vogliono fare i parenti, trovare un motivo per chiedere un risarcimento? Quello che succede in Italia è deplorevole.”
 
“Questo suo collega, lei lo conosce? È per caso iscritto al SAP? Conta d’incontrarlo?”
“No, non lo conosco, né conto d’incontrarlo. Anche perché l’indagine di per sé sarà condotta in modo riservato, e spero che non vengano rese pubbliche le sue generalità, come accaduto nel caso dei due agenti che hanno risposto al fuoco del terrorista islamico a Milano, uccidendolo ed evitando altri attentati.”
“Comunque, alla luce dei fatti, risulta che chi fa il proprio dovere e compie un’azione di questo genere, si deve nascondere.”
“Non solo nascondere, ma sfuggire anche ad una intimidazione da parte dei parenti, una manifestazione contro il sistema. Da quando in qua i parenti hanno qualcosa da recriminare? Se non per creare un caso giudiziario per poter tentare di avere un risarcimento.”
 
Come sempre, Gianni Tonelli ha messo il dito sulla piaga, e con ragione. L’organico delle forze dell’ordine ha subito un taglio di quarantacinquemila uomini, di fronte al quale il taglio di ventimila operatori fatto da Teresa May in Inghilterra diventa un’inezia. Siamo avvezzi ad ascoltare grandi critiche contro la difesa del cittadino armato di fronte ad un’aggressione, tanto che ora, perché la reazione sia legittima, l’aggressione deve avvenire di notte, a luci spente, e magari con minori in casa. Altrimenti – sembra che dica il testo – alzate le mani e fatevi depredare. Una strettoia assurda per impedire che il cittadino possa legittimamente difendere la vita propria e della sua famiglia. Ma ora ci troviamo davanti a chi alla nostra difesa è delegato per legge, e l’intervento dei soliti buonisti 'a prescindere' risulta più difficile. Fino a che qualcuno si renderà conto che siamo in guerra, e che permettere ad una classe sociale al di fuori della legalità di sopravvivere a spese delle persone oneste, risolvendo problemi economici che l’establishment non riesce a risolvere, non dev’essere possibile. Staremo a vedere. 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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