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Editoriali

Guidonia Montecelio, elezioni. Nicodemi: O Zarro o il solito minestrone scaduto e rimbustato

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GUIDONIA MONTECELIO (RM) – “Non ci resta che Zarro”. Prego? “È lui, Claudio Zarro, l’unico candidato Sindaco spendibile, nel desertico panorama politico di Guidonia Montecelio, gli altri sono un minestrone scaduto e rimbustato con nuove etichette”. Cioè? “Sono sempre i soliti, basta, hanno già governato la Città e i risultati sono stati pessimi. Ora fanno a gara a chi la spara più grossa, il duo PD-M5S promette un fiume di soldi dalla Regione Lazio. Perché non farlo prima? Usano toni da opposizione, invece hanno amministrato il Comune fino a ieri. Chi vogliono prendere in giro?” È così David Nicodemi, candidato al Consiglio Comunale con Una Nuova Storia, diretto e sanguigno, provocatore e irriverente, battagliero e cordiale. Da prendere o lasciare. Ambiente, sociale e trasporti i suoi argomenti.

Abbiamo rivolto alcune domande a Nicodemi:

Siamo agli sgoccioli, il 12 giugno si vota, paura del verdetto?   
“No. La campagna elettorale e l’attività giornalistica ti permettono di stringere nuove amicizie e conoscere da vicino le realtà del territorio. Auguro soltanto che il nostro progetto civico abbia la forza che si merita, se resterò fuori, pazienza, continuerò a lavorare a testa bassa”.

I cittadini sono stanchi…            
“Ne sono consapevole, però decidere di non votare è la soluzione peggiore. La politica è fatta dalle persone e siamo noi a scegliere e a distinguere tra chi vede il Comune come un’opportunità per combinare qualcosa e chi come un marchettificio o un gettonificio. Dipende tutto da noi, le elezioni sono lo strumento democratico per rivoluzionare le cose. Usiamolo”.

Il solito fustigatore, non cambi mai…    
“Sono furioso, evito le parolacce, Guidonia Montecelio è una stupenda Città, soleggiata, circondata dal verde, con un borgo affascinante e un parco regionale meraviglioso, potrebbe trarre vantaggi economici e lavoro dal turismo, valorizzando le ricchezze del territorio. È diventata, al contrario, l’ombra di sé stessa, inaridita, disorganica, soffocata dal traffico veicolare, senza alcuna prospettiva per i giovani e con uno stato sociale disintegrato. Vive all’ombra della maledetta discarica e nell’incubo di una nuova infornata di monezza da Roma”.

L’assessora all’ambiente della Capitale ha escluso di conferire a Guidonia l’immondizia di Roma…              
“Difficile credere alle sue parole, allo stato attuale Roma, a causa della pessima gestione rifiuti degli ultimi 5 anni, non possiede gli strumenti per trattare e gestire nel proprio territorio circa 2.700 tonnellate di indifferenziato prodotto ogni giorno: non possiede una discarica per stoccarli, dopo la chiusura di Malagrotta, e il solo TMB di Rocca Cencia è al collasso. Una chiara dimostrazione l’apertura della discarica di Albano Laziale, l’autorizzazione di quella di Magliano Romano e la continuità nell’esercizio di quella di Viterbo. Prima che il Commissariamento dei rifiuti romani dia i suoi poco auspicabili frutti, come stabilire davvero l’autosufficienza, nel rispetto del Piano Rifiuti Regionale, preoccupa il fatto che possano essere i territori delle province, Guidonia Montecelio per prima, a dover sopportare di nuovo il carico ambientale e sanitario. Serve in Comune una forza che si opponga a tale scenario e all’incredibile trasversalismo politico che, implicitamente, lo sostiene”.  

Saresti un Consigliere di lotta? 
“Certamente, lo sai, detesto ogni forma di ingiustizia e di sopraffazione, detesto chi maltratta gli anziani, i bambini, le donne e gli animali, e chi esercita il potere a danno degli altri, della collettività, dei più deboli. Chi ha gli strumenti deve impegnarli, secondo me, per dare voce a chi non ce l’ha. Nel mio piccolo lo faccio, sempre, è la mia filosofia. Sarei il Consigliere del Popolo perché vengo dal Popolo: il mio impegno politico e passione per la scrittura nascono tra i lotti popolari di Tor Bella Monaca. È stata una grande scuola di vita, ha forgiato il mio carattere, insegnato a leggere tra le righe e a essere un uomo di poche parole”.

Ti sei candidato per questo?     
“Circa 2 anni fa, dopo il sit-in di protesta contro il TMB dell’Inviolata, Claudio Zarro e io abbiamo avuto l’intuizione di costituire il Comitato Spontaneo, anche grazie al supporto di Marco Cacciatore, esponente di Europa Verde e Presidente della commissione Rifiuti della Regione. La mia candidatura è la naturale prosecuzione di questa esperienza di lotta. Ieri come oggi c’è da affrontare una seria situazione ambientale e sanitaria. In un distretto già fortemente compromesso, si intende attivare, appunto, il TMB e si autorizza un impianto di biogestione alle spalle di Villalba, quando c’è ancora da bonificare la megadiscarica. In più il cementificio ha chiesto di bruciare il combustibile solido secondario (CSS). Siamo circondati”.

Ne sai qualcosa
“Sono vissuto per vent’anni a Rocca Cencia, a un tiro di scoppio da Guidonia Montecelio, in un fazzoletto che ospita sia il TMB sia la discarica di Castelverde, anche questa da bonificare. Nel biennio 2014 e 2016 il cancro si è portato via mia sorella, mia madre e sterminato 6 cani. Ogni volta che chiamavo il veterinario, per le iniezioni terminali, si metteva le mani nei capelli. A Guidonia Montecelio, abito a Colle Fiorito con la mia compagna, 2 gatti e 1 cane, intendono ripetere lo stesso disgraziato schema, discarica e TMB. Lo trovo assurdo e inquietante”.

Una storia dolorosa, colpa dell’inquinamento?
“Secondo lo studio della biologa Paola Michelozzi, Direttore dell’Unità di epidemiologia ambientale del Servizio sanitario del Lazio, vicino al TMB di Rocca Cencia le aspettative di vita dalla nascita sono di 3 anni inferiori rispetto a chi nasce e vive nel centro di Roma. C’è un alto rischio di ammalarsi di cancro, tra l’11 e il 21% in più, neanche gli animali si salvano. Un’altra ricerca, sempre dell’Unità di epidemiologia, certifica come nelle zone entro i 5 chilometri da una discarica del Lazio, Inviolata compresa, si registri un aumento del 34% del cancro ai polmoni, mentre il rischio di ricovero in ospedale per malattie respiratorie sale del 5%. I più colpiti sono ovviamente i bambini. La mia storia non è la prima né l’ultima, il collega de La7 Massimiliano Andreetta fece un ampio ed esaustivo servizio, prendendo spunto dalle nostre inchieste giornaliste. Quando la raccontai al sit-in di protesta i partecipanti, numerosi, rimasero allibiti. Molti di loro, alla fine, confidarono di avere parenti o amici con problemi oncologici, cardiovascolari, all’apparato respiratorio o alla tiroide. L’inquinamento non conosce confini comunali. Si muore di cancro!”

Cosa faresti come prima cosa?
“Riaprirei la conferenza dei servizi relativa all’inquinamento della falda acquifera, che l’amministrazione PD-M5S ha chiuso frettolosamente e irresponsabilmente nel maggio 2021, altra fesseria, senza aspettare gli esiti dell’indagine effettuata da ARPA LAZIO su 19 piezometri ubicati intorno alla discarica dell’Inviolata, 11 dei quali costruiti lo scorso anno. Dai risultati, resi noti all’inizio di giugno, è emerso che la perimetrazione dell’inquinamento non solo persiste ma si è aggravata, coinvolgendo l’area del TMB e avvicinandosi sempre più a Santa Lucia di Fonte Nuova. Sono stati riscontrati spesso valori sopra la norma, soltanto il pozzo all’ingresso del TMB supera di 70 volte i limiti di legge. Una tragedia annunciata, imbarazza il silenzio degli altri candidati, come se la difesa dell’ambiente e della salute pubblica fosse, non so, un capriccio, un aspetto secondario, un concetto astratto. Sono talmente sicuri di sé al punto da ignorare gli appelli dei cittadini e delle realtà associative”.

Una possibile soluzione?           
“I TMB, gli impianti di biodigestione e i termivalorizzatori sono soluzioni superate dalle norme, il Pacchetto Economia Circolare dell’Unione Europea del 2018 chiede la conversione a recupero di materia per evitare di produrre combustibile, la dismissione dell’incenerimento. Bisogna affidarsi alle tecnologie innovative e sostenibili, sfruttando le risorse messe a disposizione dalla Comunità Europea, senza gravare sulle casse del Comune e dei Cittadini. Tecnologie già adottate in Italia, che permettono di chiudere il ciclo dei rifiuti in modo sostenibile e consentono al Comune di abbattere sia TARI, ai cittadini come alle imprese, sia di ridurre i costi del trasporto e conferimento”.

Per te il confronto è importante.           
“Sempre. Un buon amministratore pubblico non deve mai perdere il contatto con il territorio, i cittadini, i comitati e le associazioni. È fondamentale sapersi rapportare e, come dico in ogni occasione, fare squadra, da soli non si va da nessuna parte. Sul tema ambientale ci sono persone serie e competenti, per esempio, Francesca Chimenti, consigliera di Tivoli eletta proprio con Una Nuova Storia, Donatella Ibba, già assessora all’ambiente e candidata civica a Fonte Nuova, Bernardino Lanciani, Ezio Curti e Romina Polverini che, come me, hanno deciso di rimettersi in gioco. È una tematica annosa quella dell’ambiente, riguarda anche la difesa del suolo, dalle scelte urbanistiche scriteriate, e il recupero ambientale dell’intero bacino delle Acqua Albule, tra Villalba e Villanova, siti in cui l’estrazione è dismessa o in fase di esaurimento”.

Sei anche un esperto di trasporti pubblici, o sbaglio?   
“Così dicono. Fino a marzo sono stato nello staff del Gabinetto del Sindaco Gualtieri, in qualità di consulente della comunicazione con particolare riferimento ai trasporti pubblici. Incarico durato 3 mesi”.

E perché?          
“Perché non sono un uomo di apparato, anzi sono indigesto a molti del PD e M5S. Alla prima occasione me l’hanno fatta pagare e costretto alle dimissioni. Sono stato sacrificato con un pretesto assurdo e risibile per chi fa il nostro mestiere, ne riparleremo, c’è tempo, in 9 mesi può accadere di tutto. La verità è che lì dentro sono spariti i principi della Sinistra”.

Facci capire, se fossi rimasto in Campidoglio, ti avremmo visto sostenere il centrosinistra?              
“Le vicende personali sono irrilevanti di fronte all’interesse pubblico. Detto questo, mai avrei sostenuto il candidato PD-M5S. È stata un’Amministrazione miope, inconsistente, lontana, che ha deciso di non decidere. Lo sanno anche loro, altrimenti avrebbero cercato la conferma del Sindaco uscente anziché rimpiazzarlo con un altro. La vera Sinistra, con una forte componente ecologista, è rappresentata da noi de Una Nuova Storia, di cui sono fiero di essere il capolista. Condivido le parole del nostro responsabile d’aria Luca Brocchi: Guidonia Montecelio ha bisogno di una Sinistra che non la tradisca, impegnata con costanza nel rilancio sociale del territorio, vicina al lavoro e ai lavoratori, che abbia un’idea seria di mobilità, che si spenda in politiche abitative concrete, ma soprattutto attenta all’ambiente e fedele all’antifascismo. Il nostro è un piano di rilancio, serio, concreto, con al centro i cittadini”.

Tornando ai trasporti, c’è molta Atac in questa competizione elettorale, alcuni nomi dovrebbero esserti familiari…
“C’è tanta Atac, guarda, per farti capire, ti dico solo che non è stato un caso che nel 2011 lasciai la delega ai trasporti: scriverò un libro sugli ultimi 12 anni dell’Azienda capitolina. Comunque, in un ipotetico gioco della torre, non butterei di sotto gli autoferrotranvieri. E l’amico Claudio è un autoferrotranviere. Mi fermo qui”.

Da presidente dell’Associazione TrasportiAmo, che ne pensi dei trasporti di Guidonia Montecelio?     
“Un disastro. Ci sono frazioni isolate, tipo Marco Simone, Colleverde e Pichini, tanto per fare degli esempi. Il trasporto collettivo rappresenta l’ossatura di una Città: incentiva il lavoro e il commercio; favorisce il turismo e le relazioni sociali, culturali ed economiche; migliora la qualità della vita; permette la riduzione del traffico veicolare e le emissioni di CO2; annienta le distanze. Se da un lato è necessario il decentramento amministrativo, dall’altra serve un piano di ristrutturazione e potenziamento della rete dei trasporti locali, che dev’essere capillare e disegnata anche in funzione delle uscite/entrate delle scuole e delle partenze/arrivi dei treni. Va inoltre inserita la tariffa nel sistema regionale Metrebus, come suggerito dal CESMOT, e avviata la sostituzione dei mezzi a gasolio con quelli elettrici, adatti per le strade strette, come la via Garibaldi a Villanova. Occorre poi interloquire con Cotral e Trenitalia per potenziare le corse nei giorni festivi e ripristinare il servizio di Scuolabus. La Ryder Cup 2023 come il raddoppio della tratta ferroviaria fino a Guidonia, rappresentano una grande opportunità e sfida per Guidonia Montecelio, usiamole per creare una rete di trasporto veramente integrata con la Ferrovia, la mobilità dolce e la micromobilità. Poi…”

Poi?
“Altro aspetto fondamentale sono i TAXI e NCC per dare alla Città un servizio moderno e efficiente, che soddisfi i requisiti di qualità all’utenza. Altra cosa, la messa in sicurezza delle strade, capitolo importantissimo: rifacimento del manto, ripristino della segnaletica orizzontale e verticale, illuminazione e l’installazione dei dossi nonché degli autovelox laddove necessari”.  

A proposito di raddoppio della ferrovia, tempi di consegna?    
“Nel 2023 almeno stando al cronoprogramma presentato dal Gruppo lo scorso marzo, in concomitanza dell’inizio del Ryder Cup. Ho avuto modo di parlarne con Andrea Ricci, Presidente dell’Osservatorio Regionale sui Trasporti, e Amedeo Trolese, responsabile dei trasporti di Legambiente Lazio. Saranno realizzate due nuove fermate, Tivoli Terme e Guidonia Collefiorito, che prenderanno il posto delle attuali. Seppur non condivida l’idea di abbandonare il vecchio tracciato ferroviario, per ovvie ragioni strategiche, occorre però pensare di realizzare un asse di collegamento ciclabile con la nuova fermata”.

Finito?
“Macché. È opportuno utilizzare il Superbonus 110% per la ristrutturazione delle case ERP di proprietà del Comune e chiedere all’ATER provincia di fare altrettanto con i suoi alloggi. E, poi, ho messo a punto un piano, condiviso con le associazioni, per la tutela e difesa degli animali d’affezione e della fauna selvatica, principi fondamentali sanciti dalla legge”.

E sì…     
“Anche qui, con per tante altre cose, l’Amministrazione uscente ha fatto ben poco per migliorare le condizioni di salute degli animali presenti sul nostro territorio e per ridurre i costi di mantenimento nei canili privati convenzionati, che costano ai cittadini oltre 400.000 euro l’anno. Servono azioni concrete. Gli animali sono innocenti e ingenui come i bambini, fragili come le persone anziane e disabili e, come loro, sono spesso vittime di abusi e maltrattamenti. È importante l’applicazione delle norme nazionali volte a favorire una maggiore collaborazione tra associazioni e Istituzioni; avviare campagne di sterilizzazione, adozione e microchippatura per cani e gatti, istituire un Garante; manutenzione e ampliamento aree cani; costruzione canile comunale e, infine, approvazione del Regolamento comunale, che, tra l’altro, respinga il contenimento cruento della fauna selvatica e qualsiasi attività circense e/o itinerante che preveda la presenza di animali al seguito. Contesto, nella maniera più assoluta, il protocollo riguardo l’uccisione dei cinghiali: i piani di abbattimento per contenere qualsiasi popolazione animale, adottati negli anni dalla politica, sono stati sempre un fallimento e hanno costituito un danno all’ambiente; queste pratiche scriteriate, devono essere sostituite con reali metodi ecologici e con criteri scientifici”.

Se fossi eletto, avresti un’agenda piena di impegni       
“Certamente, ma sarei pagato dai cittadini per questo. Non c’è da meravigliarsi, la politica è una cosa seria, non tradisco mai la parola data. Questa è soltanto una parte di quello che vorrei fare, l’Amministrazione uscente PD-M5S lascia un’eredità pesante. C’è da ricucire il tessuto sociale, i rapporti con i cittadini e le associazioni, il Comune è il primo anello di congiunzione tra il territorio e l’Istituzione pubblica, la macchina amministrativa, che conosco bene, deve essere in grado di funzionare e di dare risposte. Punto”.

Sei stato chiarissimo, grazie e in bocca al lupo 
“Grazie a voi e viva il lupo”.

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Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Un anno senza Silvio Berlusconi

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Era il maggio del 2016, mancavano pochi giorni alla sfida tra Beppe Sala e Stefano Parisi candidati sindaco di Milano.
Io ero un “semplice” candidato nel municipio 8 ove ero residente.
Una serata elettorale come tante io, ovviamente, giacca e cravatta come “protocollo detta”.
Si avvicina un amico e mi fa: vuoi venire a salutare il presidente?
Io tentenno – non lo nascondo, mi vergognavo un po’ – lo seguo entro in una stanza.
Presenti lui, il presidente, Maria Stella Gelmini, il mio amico ed un altro paio di persone.
Presidente lui è Massimiliano Baglioni è uno dei candidati del nostro schieramento, dice il mio amico.
Il presidente mi stringe la mano mi saluta e con un sorriso smagliante mi chiede:
Cosa pensa di me?
Ed io, mai avuti peli sulla lingua, rispondo:
Presidente non mi è particolarmente simpatico, lo ammetto, ma apprezzo in Lei quella Follia che ci unisce in Erasmo da Rotterdam.
Sorride si gira verso la Gelmini e dice:
Mary segna il numero di questo ragazzo, mi piace perché dice ciò che pensa.
Si toglie lo stemma di Forza Italia che aveva sulla giacca e lo appende sulla mia.
Non lo nascondo: sono diventato rosso.

Oggi, ad un anno dalla morte di Silvio Berlusconi riapro il cassetto della mia memoria per ricordare questo italiano che ha fatto della Follia un impero economico, una fede calcistica, una galassia di telecomunicazioni.
Conservo con cura quella spilla simbolo di  un sogno, simbolo di libertà.
Grazie ancora, presidente, ma si ricordi: non mi è, ancora oggi, simpatico.

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