Guidonia, commemorazione dei defunti: dopo 4 anni ancora 195 bare accatastate

Ammaturo (FdI): “La giunta grillina di Guidonia Montecelio se ne stropiccia di una sentenza del Consiglio di Stato e della pietà umana e religiosa. 2030 loculi e 695 ossari attendono il collaudo del Comune.”

Mancano poche ore per la commemorazione dei defunti. Una ricorrenza non solo della Chiesa latina che si celebra il 2 novembre. Un rito che si perde nella mitologia perché in tutti gli umani c’è sempre stato il sacro rispetto per i cari estinti e per tutti i defunti.

“Ma non a Guidonia Montecelio dove da 4 anni è in atto una barbarie. – Afferma a gran voce il consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Guidonia Montecelio Giovanna Ammaturo – Ho preso a cuore la questione – prosegue Ammaturo – è una vergogna che non si abbia rispetto per i morti oltre che per la comunità. Il protrarsi della permanenza delle salme mummificate sotto il pavimento della piccola Cappella cimiteriale, incompatibile con la funzione di deposito stesso è contraria alle norme di igiene pubblica. Girare solo intorno alla cristiana costruzione ti fa stare male. È tempo che questa Amministrazione a guida M5S mostri il sacro rispetto dovuto e faccia qualcosa. Il 26 luglio 2018 il Consiglio di Stato, n° 00772, si è pronunciato contro il Comune, rappresentato e difeso dall’avvocato Auciello, sentenziando a ” provvedere alla rimozione senza indugio dei 195 cadaveri giacenti nel deposito cimiteriale, la cui permanenza determina una situazione di pericolo per l’igiene e la salute pubblica. In pratica – prosegue il Consigliere di FdI – ancora prima dell’affidamento del cimitero al Consorzio Comor, il Comune aveva estumulato le salme dai fornetti già dal 2016 per sopraggiunta concessione trentennale e aveva trasferito il problema al Comor, che non ha voluto provvedere alla cremazione perché mancava la firma di almeno un familiare e quindi contro legge incorrendo nell’art 411 ccp delitti contro il sentimento religioso e la pietà dei defunti. Comor si è reso disponibile a realizzare una struttura dove riporre i resti ma il Comune fino ad oggi non ha dato un parere definitivo alla risoluzione. È evidente è scritto in sentenza “ la violazione degli art. 411 ss. ccp. e per mancato espletamento degli adempimenti propedeutici per legge alla cremazione dei resti mortali, in quanto ogni questione relativa alla destinazione delle spoglie mortali mummificate, dovendo essere affrontata e risolta dall’amministrazione comunale”.

Ci sono state decine di liti giudiziarie sorte tra il Consorzio Comor che si è aggiudicato l’appalto del cimitero della seconda città non capoluogo di provincia in Italia e l’Ente.

Perfino l’ordinanza di demolizione, n° 409 del 27 novembre 2017, di 2030 loculi e 695 ossari pure oggetto di liti giudiziaria conclusa davanti al Tar che annullò il provvedimento. Sarebbe stato il primo Comune in Italia che ordina di demolire una sua proprietà. Una costruzione i cui progetti furono approvati nel dicembre del 2010 con delibera di giunta n° 316. Ad oggi sebbene concluso questo plesso che misura 80 metri alto venti e profondo 15 metri su tre piani attende il collaudo del Comune. Il Consorzio ha ufficializzato il Comune a provvedere con lettera dell’avvocato i cui termini stanno per scadere. Intanto tutte le Istituzioni interessate latitano. La ASL risulta assente eppure il problema è serissimo. Nel frattempo non è semplice trovare oggi posto al cimitero che fu affidato al Consorzio, il 2 marzo 2017 per 25 anni. Una responsabilità che prevede ogni genere di obbligo per il Concessionario fino al 2042 quando tutto ritornerà alla Città oltre ad un appannaggio annuo pari a duecentomila euro. Anche i soldi sono stati stanziati già dal 2017 e impolpano il conto corrente del Comune dove giacciono mediamente inutilizzati 19 mln di euro. È tempo di smettere le liti giudiziarie e con la supponenza amministrativa ma agire ed in fretta. Ogni giorno che passa si disonora l’intera Città. È evidente il crimine contro l’umanità di tante povere spoglie quanto il negazionismo di questa amministrazione grillina contro ogni evidenza e la storia di tanto scellerato ritardo. Dopo un anno non è più indugio ed incapacità, ma omissione e ostruzionismo alle responsabilità ed al buonsenso.