Guidonia, Ammaturo fa tana ai Cinque Stelle sul verde: “Hanno dimenticato di piantare 2 mila alberi”

IL M5S di Guidonia Montecelio dimentica di intitolare ai bambini nati ed adottati l’albero con il loro nome. Disattesa una legge del ’92.
“Sul verde e l’ambiente l’amministrazione pentastellata a guida Michel Barbet non ha fatto nulla” Ci va dura il consigliere di Guidonia Montecelio di Fratelli d’Italia Giovanna Ammaturo: “Due anni fa il M5S con il suo programma ambientale ha ammaliato i cittadini.
Dopo un anno sono iniziati i tagli sempre giustificati dal pericolo incombente. Allo stato i parchi e le pinete del centro sono senza alberi e i tronchi stanno ancora lì a ricordare con desolazione che i bambini, dopo la chiusura delle scuole li puoi tenere solo a casa. Alberi tagliati, parchi chiusi, mancanza di una corretta anagrafica arborea oggi che amministrano,
al contrario di quando erano all’opposizione restano le foto propagandistiche mentre facevano finta di incatenarsi dopo il taglio dei pini pericolosi sulla Maremmana. Eppure nel programma di Barbet era ben descritto “Campagne estensive di piantumazione di alberi e piante , creazione di aree boschive e parchi di dimensioni adeguate e corridoi naturalistici tra parchi extra comunali. Aggiornamento al registro regionale degli alberi di valore storico- paesaggistico“. Niente di tutto questo è stato fatto, oltre alla presa per il naso dell’intera Comunità. È evidente che la cura e lo sviluppo del verde urbano non è stato svolto con la dovuta professionalità e diligenza.
Un’attività, in particolare, appare assente se non peggio dimenticata pur non trattandosi di un’opzione discrezionale, bensì di un obbligo di legge disattesa. In Italia vige l’obbligo di piantare un albero per ogni nuovo nato, già con Cossiga-Andreotti, la n. 113 del 29 gennaio 1992, poi modificata e completata nel 2013, con la legge 10, che introduce anche il “bilancio
arboreo”.

Ogni sindaco, con popolazione di 15.000 residenti, deve far sapere quanti alberi ha trovato al suo insediamento e quanti ne lascia al termine del mandato infatti deve redigere due mesi prima il bilancio arboreo. Anche a Guidonia Montecelio ogni bambino nato o adottato dovrebbe essere collegato ad un albero piantato. Ai genitori dovrebbe essere consegnato il certificato e la foto dell’albero intestato al bambino e che porta il suo nome. Non sono previste sanzioni per gli inadempienti, se non quella politica. Ma proprio per questo è necessaria una sollevazione dell’opinione pubblica davanti a tanto torpore ed inadempienza
per costringere gli amministratori a rispettare una legge che renderebbe la città più vivibile , meno inquinata e anche più fresca. E molto più ricca di verde. Se la legge fosse stata rispettata da Barbet oggi avremmo 2.000 piante in più. Se fossero stati ripiantumati i pini e tutte le piante tagliate nella Città oggi respireremmo una aria migliore di certo. Impedire l’intitolazione di un albero ad un neonato non è solo una villania istituzionale ma equivale a
spezzare tutti i loro sogni oltre al mancato rispetto per i genitori che sarebbero ben lieti di far crescere il loro bambino insieme alla catalpa o un platano. Una maniera gentile e seria di fare comunità senza copiare come ha fatto il M5S sul programma oltremodo progetti europei defunti da anni. Come si giustificherebbe il sindaco davanti al Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico se fosse interpellato dal suo ministro dell’ambiente Sergio Costa resta un mistero. Resta questa realtà grigia dei pentastellati pronti a lagnarsi degli scandali del passato e la mancanza di soldi, incapaci di recuperare i crediti mentre si inibisce che ogni bambino abbia il diritto per legge di un “suo” albero. Intanto il sindaco Barbet e la sua amministrazione continueranno a tenere le mani intrecciate rivelando la forte
tensione, fino alla fine del mandato, speriamo prima, nell’interesse della Città, e dovrà dare conto del rispetto della legge all’interrogazione. Al consigliere di opposizione deve riconoscersi l’opportunità di fare politica anche rispondendo ai quesiti avanzati: si chiama democrazia.”

IL CONSIGLIERE di FRATELLI D’ITALIA

Giovanna Ammaturo