GROTTAFERRATA, VIA CIPRIANI ABBANDONATA DAL COMUNE. LA DENUNCIA DI UN CITTADINO

Chiara Rai
Davvero suggestivo il panorama in via Cipriani dove ville e villini che popolano il quartiere hanno la fortuna di godere di una vista panoramica sul mare. Probabilmente è uno dei pochi benefit che vantano di possedere i residenti, perché se si tocca il tema dei servizi, la situazione è grave. Le circa trenta famiglie della ribattezzata “Collina dei miliardari” si definiscono cittadini di serie “B” con una situazione da terzo mondo. Nessuno dei villini in via Cipriani, eccetto l’Hotel della zona e una casa religiosa, ha l’allaccio in fogna. Ognuno ha provveduto a realizzarsi a proprie spese il pozzo nero e sempre a proprie spese, ogni otto mesi circa, deve provvedere a svuotare la fossa biologica. “Siamo in una situazione da terzo mondo – a parlare è Gianni Spaldi, un residente  –  dobbiamo provvedere tutto a nostre spese, eppure anche noi facciamo parte del Comune di Grottaferrata che, negli anni, non ha mai provveduto a renderci i servizi che ci spettano”. Difatti, racconta Spaldi che vive in un villino a via Cipriani dagli anni ’80, ci sono ancora dei cavi elettrici volanti appesi ad un traliccio di cantiere che portano l’elettricità alle abitazioni circostanti. Una condizione precaria che, non appena si verificano eventi atmosferici straordinari, neve, grandine o forti temporali, fa calare il black out sull’intera zona. E poi? Si vuole parlare del fatto che non c’è neppure l’allaccio al metano? Ogni abitazione ha dovuto dotarsi di bomboloni del gas, autonomamente a proprie spese. “Più volte mi sono recato in Comune – continua il residente – ma non ci sono certezze, addirittura qualche tempo fa, abbiamo pagato circa 400 euro per la predisposizione dell’elettricità, ma poi non è stata più fatta e il Comune ci ha rimborsati”. Gianni Spaldi ha deciso di denunciare questa condizione perché, soprattutto in questi giorni, che Grottaferrata si sta promuovendo con numerosi eventi come la “città del libro”, appare “assurdo” che non lontano dal centro illuminato a festa e pieno di stand ed eventi culturali organizzati dal Comune, ci sia un quartiere che non solo rischia di rimanere al buio ma tira a campare con l’olezzo di fogna che traspira dai giardini e che solo facendo fondo alle proprie tasche può essere attenuato. Svuotare una fossa biologica costa all’incirca 500 euro, una somma importante che potrebbe essere risparmiata anche perché per il Comune offrire servizi pubblici è un dovere, tanto quanto chiedere ai propri cittadini di pagare le tasse.