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GROTTAFERRATA, IL PERCHE' DI TANTI "NO" AL NUOVO DEPURATORE

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Tempo di lettura 3 minuti Grottaferrata ha già un depuratore

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Riceviamo e pubblichiamo

nota de Associazione “U Lengheru Neru” – Il Piccolo Segno Italia Nostra Castelli Romani
 

Domenica 13 maggio a Grottaferrata si è tenuta la manifestazione contro il progetto del nuovo depuratore da realizzare a Valle Marciana. L’iniziativa è stata indetta dall’associazione “U Lengheru Neru”, la redazione grottaferratese de “Il Piccolo Segno”, la sezione Castelli Romani di “Italia Nostra”. L’obiettivo era duplice:

1.     informare i cittadini di Grottaferrata del progetto di realizzazione di un ulteriore megadepuratore per 40.000 abitanti che va ad aggiungersi a quello già esistente che già ne serve 30.000;

2.     esercitare una pressione politica verso l’attuale Amministrazione di centro-sinistra guidata da Gabriele Mori affinché si rendesse disponibile ad aprire un tavolo di confronto sul progetto con le associazioni e i cittadini.

Il primo obiettivo possiamo dire che è stato raggiunto. Per la prima volta i cittadini sono venuti a conoscenza di un problema che li interessa direttamente, che ha una enorme portata ambientale e del quale fino ad oggi nessuno si era preso la briga di aprire un pubblico confronto.

Il secondo obiettivo ha anch’esso ottenuto un qualche effetto. Il giorno dopo la manifestazione il Sindaco ha convocato le associazioni promotrici. Bisognerà verificarne le reali intenzioni, ma indubbiamente è una positiva novità.

Un paio di riflessioni su altrettanti aspetti di questa vicenda.

Primo: l’attuale Amministrazione comunale è direttamente responsabile di atti amministrativi finalizzati alla realizzazione di un depuratore (che a Grottaferrata non serve perché già ne ha uno) grande quanto un campo di calcio che si sostanzia come un vero e proprio disastro ambientale e paesaggistico.

Questo è un punto cruciale, una grave responsabilità politica che l’attuale Amministrazione di Grottaferrata porta intera sulle spalle. Su questo concetto si deve essere molto chiari perché qualcuno prova a deviare dalle responsabilità. Domenica ci ha provato l’assessore Castricini di Rifondazione Democristiana, ma anche il sindaco Mori non è da meno.

Si dice: “l’attuale amministrazione non poteva rifiutarsi di portare avanti il progetto perché ormai era stato deciso a livello regionale e i giochi in buona sostanza erano già fatti”.

Per essere chiari: un procedimento amministrativo finché non conclude il suo iter di approvazioni è sempre modificabile. Qualora l’Amministrazione di Grottaferrata o il Consiglio Comunale avessero eccepito dubbi e proposto modifiche al progetto o avessero voluto rigettarlo del tutto, nessuno poteva impedirlo. Invece l’attuale Amministrazione si è data da fare portando in Consiglio Comunale l’approvazione del progetto preliminare, approvazione che è avvenuta senza il documento di V.I.A. pervenuto dalla Regione solo sei mesi più tardi. Occorre inoltre sottolineare che lo studio di impatto ambientale, citato dal documento del V.I.A., mostra notevoli carenze in merito al rispetto della normativa paesaggistica vigente (PTP, PTPR) che stabilisce, per l’area prescelta per il nuovo depuratore, vincoli importanti che non sono stati rispettati dal progetto. Con la delibera di approvazione del progetto preliminare, infine,  si è approvata la contestuale Variante Urbanistica di PRG; variante che ha trasformato un’area da area agricola vincolata ad area industriale; un vero e proprio capolavoro. Complimenti!

Secondo: questi provvedimenti sono stati assunti in assenza di qualsiasi forma di partecipazione da parte di associazioni e cittadini di Grottaferrata che sono in prima persona interessati dall’opera. Tale comportamento è di una gravità ancora maggiore in considerazione del fatto che l’amministrazione comunale si è sempre riempita la bocca con parole come “partecipazione” e “trasparenza” ma a questo non ha mai fatto seguire i fatti. Ha preferito fare le cose in “sordina”, alla “chetichella” per evitare le responsabilità del confronto. È il modus operandi della politica di “palazzo”; uno dei motivi per i quali la politica è invisa ai cittadini.

 Si dovrà ora passare all’approvazione del Progetto esecutivo. Ci auguriamo che questa volta Amministratori e Consiglieri dimostrino maggiore accortezza.

 

Associazione “U Lengheru Neru”              Il Piccolo Segno Italia Nostra Castelli Romani
 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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