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Roma

GROTTAFERRATA, FIERA DEL LIBRO: LE CONSIDERAZIONI DI LUIGI JOVINO SENZA PELI SULLA LINGUA

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Tempo di lettura 2 minuti Jovino, giornalista e scrittore: "Più che fiera del libro, fiera della vanità, un evento provinciale che lascia il tempo che trova. Una grande occasione sprecata.

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Luigi Jovino
 

Caro direttore,

Mi piacerebbe fare qualche considerazione a margine della Fiera del libro di Grottaferrata, al di là dell’evento meteorologico che ne ha sconvolto il regolare svolgimento.

Lunedì 18 marzo sono stato invitato a presentare il libro “Ars culinaria”, scritto dalla filologa Antonietta Dosi e dalla dottoressa Giuseppina Pisani Sartorio. La manifestazione, promossa dal Gruppo archeologico latino “Bruno Martellotta” sobria e gentile si è svolta nell’ex biblioteca a via Giuliano della Rovere.

Il libro in questione, vero capolavoro di storia e cultura è entrato nella cinquina delle opere candidate al premio Bancarella. Una delle autrici, inoltre, è la direttrice dell’unico Bollettino unione storia ed arte che si pubblica in Italia. Questo periodico fu rilevato proprio dal compianto archeologo grottaferratese Bruno Martellotta che assicurò, grazie anche al suo impegno economico, la continuazione delle pubblicazioni.

La prima domanda che, all’atto della presentazione del libro, mi sono fatto è stata <come mai un evento del genere si tenesse al margine del programma della Fiera del libro, tanto da non essere nemmeno citato nel catalogo ufficiale?>.

Ho anche chiesto <se c’era stata l’intenzione del Gruppo archeologico latino di non far entrare nel novero delle iniziative fieristiche la presentazione del libro oppure la scelta fosse da addebitare ad una delle tante stravaganze del sindaco Gabriele Mori che pensa di aver inventato un format culturale solo perché si è assicurato la certificazione di una firma d’autore?>.

Mi sembrava strano, infatti, che nella Fiera del libro ci fosse una sala dedicata a Bruno Martellotta, da cui era stata sfrattata l’associazione che porta il suo nome e una iniziativa che in qualche modo continuava la sua attività decennale. La risposta dei giovani archeologi è stata sobria e gentile e tesa a smontare qualsiasi polemica, ma si è notato tanto disappunto. Nei visi dei partecipanti anche una punta di delusione. Neanche a parlare della qualità del libro che forse gli arguti promotori della Fiera non hanno avuto il tempo di considerare.

Questo ennesimo infortunio ci porta, però, a tirare delle conclusioni che noi operatori culturali dovremmo fare con più continuità e senza peli sulla lingua.

Ma a chi serve una Fiera del libro, gestita in quel modo con quattro bancarelle gettate alla rinfusa e senza nessun collegamento con la realtà culturale del territorio? Perché si cercano fuori dai Castelli Romani enti gestori di un evento che affonda le radici nella cultura popolare locale? Ma il sindaco Mori, riconosciuto per la velocità del passo con cui attraverso le strade cittadine, ha mai buttato uno sguardo all’enorme patrimonio di intelligenze e di professionalità che operano nel territorio? Si è accorto che le società gestori dell’evento hanno dovuto giocoforza rivolgersi ad aziende culturali e ad artisti locali per costruire un programma di eventi? Ci sono episodi gustosi di cui potrei dare diretta testimonianza. A che è servito, inoltre, questo spreco di soldi? La domanda, caro, direttore, non è retorica, circola di bocca in bocca e non deve essere più sottaciuta.

Più che una Fiera del libro mi è sembrata la Fiera delle vanità. Un evento molto provinciale che lascia il tempo che trova. Una grande occasione sprecata.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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