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Grottaferrata, asilo nido comunale. L’amministrazione chiarisce: “Nessuno stravolgimento. Attuiamo al meglio i cambiamenti della società e delle normative a vantaggio dei nostri piccoli utenti”

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GROTTAFERRATA (RM) – Nessuno stravolgimento in corso nella gestione dell’asilo nido comunale “L’isola che c’è” ma l’intenzione chiara e netta da parte dell’Amministrazione comunale di procedere in un quadro di rimodulazione calibrato secondo nuovi e innovativi obiettivi, inserito in una realtà di servizi educativi in continua evoluzione dove anche le esigenze delle famiglie cambiano.

In relazione al dibattito in corso, nato in seguito alla prossima votazione in Consiglio comunale sull’affidamento in regime concessorio del servizio dedicato ai bambini da 0 a 3 anni, l’Amministrazione comunale, rivolgendosi alle famiglie dei piccoli utenti, come ai lavoratori del settore spiega e ribadisce come la scelta che si va adoperando sia realmente mirata solo al raggiungimento di una ancora maggiore efficacia che potrà derivare proprio da una formula più flessibile e diversificata dell’offerta, migliorando complessivamente il servizio.

La possibilità di una diversa organizzazione del servizio di asilo nido attraverso l’affidamento in concessione, ovvero di una diversa possibilità di garantire alle famiglie servizi educativi innovativi ed integrativi, risulta essere in linea con le indicazioni nazionali in materia di Servizi integrati per l’infanzia e con la nuova legge regionale numero 7 del 5 agosto 2020 prima firmataria la Presidente della IX Commissione consiliare Eleonora Mattia,  approvata dal Consiglio Regionale del Lazio nel corso dei mesi estivi.  che i cittadini possono scaricare e leggere cliccando sul link a seguire

(http://www.consiglio.regione.lazio.it/consiglio-regionale/?vw=leggiregionalidettaglio&id=9389&sv=vigente),

Proprio con la nuova legge approvata dalla Regione Lazio che è stata la prima in Italia ad attuare il Decreto Legislativo 65/2017 che innova e rivoluziona i servizi educativi 0-6 anni, vengono regolamentati una serie di servizi integrativi tra cui lo spazio gioco, e il centro per bambini e famiglie, e tutta una serie di servizi a sostegno della genitorialità che si possono realizzare in maniera efficace all’interno della struttura dell’asilo nido oltre l’orario di apertura e in giorni di chiusura, con l’obiettivo di favorire la conciliazione tra i tempi di lavoro dei genitori, la cura dei bambini e agevolare la frequenza dei servizi educativi.

L’attenzione dell’Amministrazione per l’infanzia e per il nido comunale, nonché per i lavoratori del nido, è stata sempre prioritaria, anche sotto le necessità straordinarie derivate dall’emergenza sanitaria in corso.

Tra queste proprio la rimodulazione costante e continua del servizio nella fase del lockdown e per tutto il periodo di sospensione del servizio, attraverso attività alternative a distanza per le famiglie e per i bambini, mantenendo un contatto con gli operatori del nido, supportando i genitori in un momento estremamente difficile, garantendo, in una fase estremamente delicata, ai lavoratori l’intero stanziamento di bilancio al netto delle minori entrate riscontrate dall’ente.

A seguire, nella stagione calda, non appena è stato possibile dalle normative nazionale e regionali, è stato attivato uno spazio ludico estivo in presenza, presso i locali dell’asilo nido, in tempi brevissimi per consentire ai bambini una ripresa delle attività in presenza e un alleggerimento delle famiglie, tutto ciò a costi calmierati considerato il periodo di difficoltà.

L’ASSESSORA SALMASO: “GARANZIE MASSIME PER PICCOLI UTENTI, FAMIGLIE E LAVORATORI”

– “Una sorta di percorso naturale, dunque – spiega l’assessora alle Politiche Sociali, Tiziana Salmaso – che sta tenendo coerentemente insieme sul territorio le nuove necessità della società, l’avanzamento normativo oltre alla qualità e al livello occupazionale operante nella struttura”.

“Nella concessione – prosegue Salmaso – l’ente aggiudicatore si assume una parte del rischio economico della gestione del servizio, poiché non deve iniziare la propria attività di promozione e sviluppo ex novo. Usufruisce della struttura del nido oltre l’orario, nei giorni festivi, weekend, mese di agosto con la possibilità di implementare i servizi educativi di cui potranno usufruire tutti i bambini del territorio, anche quelli che non rientrano nella graduatoria del nido”.

“Il nido non diventa privato, nell’appalto come nella concessione, il servizio viene affidato a terzi, ciò che cambia è l’assunzione da parte dell’Ente Gestore di una quota residuale di rischio di impresa, si chiede pertanto agli Enti del Terzo Settore di compartecipare alla gestione del servizio attivandosi in forma maggiormente attiva. Il Comune continuerà ad essere il riferimento dell’Ente Gestore e delle famiglie esercitando una forte azione di monitoraggio, verifica e controllo sul servizio”.

“Per il passaggio a concessione – prosegue l’assessora alle Politiche Sociali – l’Amministrazione ha avviato nei mesi scorsi e sta portando avanti un percorso di confronto/comunicazione con i vari attori coinvolti. Nelle varie commissioni consiliari e in riunioni svolte con le sigle sindacali e le centrali delle Cooperative, sono state accolte osservazioni e proposte, un lavoro costante di ascolto e confronto, conservando in capo al Comune, attraverso la definizione degli atti di gara, i poteri di orientamento, definizione e controllo delle tariffe, controllo sulla qualità delle prestazioni; saranno, inoltre, garantite forme di supporto alle famiglie con basso reddito. Un lavoro imponente per il quale ringrazio gli uffici per la decisiva collaborazione, sotto la guida della dottoressa Patrizia Pisano”.

“Nella nuova riorganizzazione del servizio possiamo affermare e ribadire – specifica Salmaso – che non ci sarà un aumento dei costi per le famiglie. La retta è ridotta poiché l’orario del nido termina alle 16 e inoltre tutte quelle famiglie che usufruiranno dell’orario successivo alle ore 16 (sappiamo che circa un 70-80% dei bambini esce tra le 16.30 e le 17) pagheranno lo stesso importo che sostengono attualmente.

Per quanto riguarda i lavoratori verrà richiesto all’ente aggiudicatario oltre alla clausola sociale, il rispetto del contratto collettivo nazionale aggiornato a settembre 2020 e il piano di riassorbimento del personale, previsto tra l’altro dalla normativa vigente in materia di appalti. Pertanto non si prevede nessuna alternanza di personale ma la garanzia richiesta al concessionario sarà quella di rispettare i criteri di formazione e professionalità previsti per il personale educativo impiegato nei servizi per la prima infanzia.

IL SINDACO ANDREOTTI:”SCELTE AMPIAMENTE CONCERTATE A FAVORE DI UN SERVIZIO CHE

MIGLIORERA’ SENSIBILMENTE“ – “E’ ferma volontà dell’Amministrazione comunale  applicare la legge regionale numero 7 del 5 Agosto 2020. Un provvedimento legislativo che riteniamo importante nel dare risposte  concrete ad un servizio di primaria importanza, che ha portato innovazione in questo settore e prevede tra l’altro contributi alle famiglie disagiate o con figli con disabilità. Alla base della nuova legge vi è un sistema integrato di offerta che detti le linee guida ai Comuni gestori di questi servizi, un obiettivo ambizioso a fronte di sistemi di appalto di tipo tradizionale che il più delle volte risultano non adeguati e non rispondenti alle reali esigenze di efficacia ed efficienza del servizio da dare” sottolinea il sindaco di Grottaferrata, Luciano Andreotti

“In tal senso il percorso fino ad oggi intrapreso prima di procedere con la gara testimonia anche la buona volontà da parte del Comune di rimanere in una dimensione di dialogo e confronto, che si può definire una buona prassi” aggiunge il primo cittadino.

“Obiettivo dell’Amministrazione perciò è far conciliare una maggiore flessibilità e un’ offerta diversificata dei servizi con la qualità educativa e il rispetto del livello occupazionale dei lavoratori. Il fine è valutare come prioritario il progetto educativo/pedagogico”.

“Per questo l’Amministrazione Comunale attraverso la forma di gestione in concessione intende garantire elementi di qualità nei servizi integrativi che verranno richiesti nel progetto di gestione come l’attenzione alla molteplicità delle esigenze delle famiglie e ai molteplici nuovi bisogni educativi delle bambine e dei bambini. Con l’affidamento in concessione – conclude il sindaco – il servizio di asilo nido progredirà e migliorerà sia per l’organizzazione generale del servizio che per i livelli di qualità offerti ai piccoli utenti e alle famiglie di Grottaferrata”.

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Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Monte Compatri, giovani fuori controllo: sputi e insulti a un pensionato

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Mastrofrancesco: “Ormai siamo fuori controllo”

È di mercoledì la notizia dell’aggressione con sputi, insulti e strattonamenti a Monte Compatri, da parte di alcuni minorenni, ai danni di un pensionato già dipendente comunale e molto conosciuto in paese.
Un motivo banale all’origine del tragico fatto: il “NO” alla richiesta di una sigaretta.
Anche stavolta, a leggere i commenti su Facebook, è stato “l’effetto branco” a far scaturire la violenza “sedata” per il pronto intervento di alcuni cittadini accortisi del fatto.
Ma la “brutta storia” sui social ci è finita perché è duro l’attacco del consigliere comunale di Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco, che, senza mezze  misure ha “tuonato” contro un’assenza di sicurezza che tra troppo tempo la fa da padrone nella cittadina dei Castelli Romani.
Dopo l’omicidio di Ivan Alexander nel capolinea della Metro di Pantano, le baby gang che impazzano spesso nello stesso piazzale, passando per la tentata rapina al bancomat della centralissima Banca di Novara e i tentativi maldestri nella stessa notte ai parcometri ed a un negozio centralissimo ed in ultimo, ma solo a livello temporale, agli aumenti di furti nelle abitazioni, Monte Compatri sembra più avvolta da una spirale di violenza che dalla tranquillità.
Abbiamo contattato la consigliere Agnese Mastrofrancesco alla quale abbiamo rivolto le nostre domande.


Consigliere Mastrofrancesco ma che succede a Monte Compatri?
Ormai siamo fuori controllo, non c’è vigilanza del territorio, mi dispiace dirlo, ma stiamo diventando terra di nessuno. Polizia locale che passa solo con la macchina di servizio, per richiamare l’attenzione dei ragazzini che giocano a pallone sotto la passeggiata, fischiano dal finestrino della macchina, senza scendere, li ho visti io personalmente – aggiunge con tono deciso.
Si limitano a passare solo in macchina oppure viene la comandante e senza modi, toglie il pallone ai bimbi di 6 anni.
Le dico che la settimana scorsa in molti hanno assistito ad una scena “pietosa” tra il comandante ed una mamma che quasi veniva alle mani.
Il comandante della Polizia Locale che strilla in piazza: ma dove siamo arrivati? Il Il fatto che indossi una divisa dovrebbe far capire che il primo che deve  rispettarla è chi la indossa.
Strilli, inveisci sei aggressiva e poi pretendi rispetto. Pensi, mi hanno detto, che quando e andata via i ragazzi dal muretto le hanno gridato ” scema scema”.
Si può andare avanti così?

Lei è mamma di due splendidi ragazzi. Faccio più la domanda a “mamma Agnese” che al politico: cosa è mancato a questi ragazzi che hanno aggredito il suo concittadino?
Bella domanda, credo che la colpa sia di tutti noi. Famiglia, scuola ed istituzioni. Non mi sento di escludere nessuno.
La famiglia è importante, indispensabile, essenziale, ma pensiamo a chi non è fortunato ed ha problemi seri in famiglia, problemi di violenza o economici, che facciamo li abbandoniamo?
La scuola dovrebbe controllare, contenere ed educare e a volte anche “punire” ragazzi con atteggiamenti violenti.
Stesso vale per le istituzioni che dovrebbero affrontare il problema e non girare la testa dall’ altra parte.
Non servono i soldi del PNRR se poi hai un paese allo sbaraglio: bancomat rotti, furti, violenze , alcolismo … e mi fermo qui

Un quadro triste per Monte Compatri; anche stavolta abbiamo inviato all’ufficio stampa del Comune la richiesta di avere, perlomeno, due parole da parte dell’amministrazione comunale.
Lo facciamo non solo di prassi ma per avere un ulteriore punto di vista sulla situazione.
Ci auguriamo, almeno stavolta, che vi sia una risposta.

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Frascati, Libri in Osteria: Angelo Polimeno Bottai presenta il libro “Mussolini io ti fermo”

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“O lo battezzate o ve lo riprendete. Io una bestia non l’allatto!”
Sono queste le parole che la balia frascatana Teresa rivolge ai genitori del piccolo Giuseppe Bottai contenute nel libro “Mussolini io ti fermo” che il nipote, Angelo Polimeno Bottai, presenta oggi nel salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria.
Sono l’incipit a questa serata che racconta, attraverso le pagine del libro, la storia e la vita di una delle figure che hanno rappresentato il ventennio fascista.

Emanuela Bruni ed Angelo Polimeno Bottai

C’è un profondo legame tra Frascati e l’autore del libro in quanto la città tuscolana, dice, “è parte stessa della nostra vita, infatti mio nonno venne battezzato nella Cattedrale di San Pietro ed io, molti anni dopo, ricevetti nella stessa Chiesa la Prima Comunione”.
Figura molto controversa, Giuseppe Bottai, viene “raccontato” attraverso una attenta analisi storica proprio per evitare, come dice lo stesso Angelo Polimeno Bottai, che “gli affetti prendessero il sopravvento sulla verità storica … è stata davvero una grossa responsabilità”.
Il quadro che emerge dalle pagine del libro narra un giovane Bottai lontano, nei primi anni della giovinezza, dalla politica ma che poi, vivendo, con la sua famiglia, nello storico quartiere romano Macao, resta colpito dalla presenza e dalla prestanza dei militari.
Siamo a ridosso della Grande Guerra alla quale Giuseppe Bottai prende parte come volontario negli Arditi riuscendo a mettersi in luce per il suo ardimento che lo porterà a ricevere una medaglia d’argento ed una di bronzo al valor militare.
Alla fine della guerra conosce e frequenta Benito Mussolini “rimandone folgorato” – dice l’autore – legandosi a quello che diverrà il “duce” attraverso un “rapporto travagliato con quest’uomo non altissimo di statura ma imponente nel carattere e nel modo di essere”
Un legame che può essere racchiuso nel titolo della rivista che Giuseppe Bottai fonda nel 1922, Critica Fascista, (da ricordare che tra gli abbonati di tale rivista figura Antonio Gramsci) proprio a sancire un atteggiamento molte volte contrario dello stesso Bottai ad alcune scelte che condurranno quella che originariamente vuole essere una rivoluzione che vuole riportare ordine e legalità in un paese, l’Italia, attraversato da molteplici attività anarchico socialiste che portano a terre occupate e centinaia di scioperi, ad una vera e propria dittatura.
“Ci sono due anime nel fascismo: quella che incarna mio nonno, i revisionisti, e quella che fa capo a Roberto Farinacci, gli irriducibili” spiega con estrema chiarezza Angelo Polimeno Bottai precisando che l’intento della “fazione” a cui fa capo il nonno cerca di convincere il Duce a mettere le mani nelle riforme necessarie allo sviluppo del paese per farlo risorgere da quella vittoria dimezzata che è stata la fine del Primo Conflitto Mondiale.
Ed una profonda frattura, spiega ancora, avviene immediatamente dopo la notizia del rapimento del deputato socialista, Giacomo Matteotti, definito da Giuseppe Bottai il “più efferato, inumano e stupido delitto che si potesse commettere verso un uomo di parte avversa e contro l’idea che anima la nostra parte”; una vera e propria condanna che culmina nella frase “bisogna trovare i responsabile anche se fossero nelle alte sfere”.
Questo, ovviamente, come riportano le pagine del libro, pone lo stesso Giuseppe Bottai ai margini del regime che sta nascendo che non è “inviso alle grandi potenze”, spiega Angelo Polimeno Bottai, ma che non pensa minimamente ad una alleanza con la Germania che sta divenendo hitleriana.
Addirittura, spiega, “ci sono liti profonde tra la stampa italiana e quella tedesca” fino al punto che alla cacciata degli ebrei dalla Germania molti di questi addirittura arrivano nel nostro Paese ed è la guerra d’Etiopia, nella quale Giuseppe Bottai si arruola, diventa il “punto di non ritorno” che segna in modo inesorabile l’alleanza italo/tedesca.
Le sanzioni permettono ad Hitler di legare con un patto economico e sodale l’Italia di Mussolini determinando il fatto che, spiega l’autore, “l’innamoramento di Giuseppe Bottai verso il duce si incrina ma rimane una lealtà critica che non determina affatto la rottura del rapporto”.
Ed è in questo momento che la frattura con l’area degli irriducibili di Farinacci raggiunge punti davvero enormi arrivando all’approvazione delle Leggi Razziali.
Lo stesso Roberto Farinacci fa girare la voce che Bottai sia d’origine ebraica per estrometterlo ed il risalto che questa notizia ha a livello internazionale diventa sempre più grande (addirittura si trova in molti giornali francesi e tedeschi).
La scelta di Giuseppe Bottai, divenuto Ministro dell’Educazione, di applicarla in maniera dura diventa, al tempo stesso, “un’angoscia” ed una “responsabilità” necessaria.
La prova di questo suo momento difficile si ritrova nella corrispondenza riportata tra le pagine del libro ove un carteggio con l’allora vicepresidente dell’Unione delle Comunità Israelitiche d’Italia, l’avvocato Aldo R. Ascoli mostra l’apertura di Bottai verso gli ebrei italiani valuta la possibilità concreta di “concedere particolari benemerenze a famiglie di ebrei in cui qualcuno abbia acquisito meriti particolari, militari o civili”.
“Due parti in commedia” spiega Angelo Polimeno Bottai dimostrando, ancora una volta, il forte attaccamento di Giuseppe Bottai all’origine rivoluzionaria del fascismo di cui resta innamorato.
Le contrapposizioni con Farinacci aumentano esponenzialmente: Bottai redige, durante il mandato che lo vedo governatore della Capitale, i piani per la creazione di EUR 42, l’Esposizione Universale di Roma che si sarebbe tenuta nel 1942 (a ragione si crede che nessuno nei primi anni del ’30 pensasse ad una Guerra Mondiale), ed in antitesi al premio Cremona, Bottai da vita dapprima al premio Bergamo e successivamente manda in stampa la rivista Primato che diviene uno dei capisaldi della cultura italiana del momento.
Sulle pagine del “Primato. Lettere e arti d’Italia” scrivono le firme italiane più eccellenti, da Nicola Abbagnano a Galvano della Volpe, da Walter Binni a Mario Praz, da Dino Buzzati a Vasco Pratolini, passando per Quasimodo, Montale, Ungaretti, Guttuso ed un giovanissimo Eugenio Scalfari ebbe a dire “su il Primato potevo scrivere liberamente mettendo alle corde Farinacci”.
Un’oasi culturale che dimostra la libertà di pensiero di Giuseppe Bottai ed il suo vano tentativo di riportare il fascismo a quegli albori che erano rimasti nel suo animo rivoluzionario.
Oasi che, attraverso poi l’emanazione di quella che divenne la legislazione per la difesa delle opere d’arte italiane fino alla creazione dell’Istituto Centrale del Restauro, porta alla salvezza di un enorme patrimonio artistico del nostro paese grazie anche alla collaborazione di personalità del calibro di Giulio Caio Argan, in chiave e funzione antinazista concretizzandosi anche sul piano prettamente pratico.

Il libro si conclude con i tragici momenti che portarono al famoso 25 luglio 1943 dove una “dittatura” decreta una successione, una piena antitesi al concetto stesso di dittatura.
Giuseppe Bottai è uno di quelli che votarono a favore dell’Ordine del giorno Grandi e per questo, condannato in contumacia, dai tribunali della Repubblica Sociale, dapprima si rifugia in Vaticano fino a giungere poi sotto il falso nome di Andrea Battaglia a combattere vestendo la divisa della Legione Straniera per la liberazione della Provenza dalle truppe naziste.

Due momenti importanti da sottolineare orchestrati da due ex sindaci della città di Frascati: Roberto Eroli e Stefano Di Tommaso.
Quest’ultimo, attento ricercatore, legge una lettera scritta dal Ministro della Cultura Popolare, Alessandro Paolini, ed indirizzato al ministro dell’Educazione Giuseppe Bottai.

Stefano Di Tommaso con in mano la lettera indirizzata da Alessandro Paolini a Giuseppe Bottai

Roberto Eroli invece esorta Angelo Polimeno Bottai a ricercare, tra i diari del nonno Giuseppe, informazioni che possano fare ulteriore luce sul tragico bombardamento effettuato dagli alleati l’8 settembre 1943 della città di Frascati.

nella foto, da sx, Angelo Polimeno Bottai, Roberto Eroli ed Emanuela Bruni

Una serata che ha riportato i tantissimi presenti nei giorni ancora vivi di quel Ventennio Fascista.

Colpisce, e non poco, la frase dell’ultima di copertina del libro nella quale, Angelo Polimeno Bottai, scrive “Nato pochi mesi dopo la sua morte, Giuseppe Bottai purtroppo non l’ho mai incontrato. Un doppio dispetto del destino: come nipote e come giornalista. In questa seconda veste, tuttavia, posso raccontare chi è stato l’uomo che più di tutti ha rappresentato ragione e coscienza del 25 luglio 1943”.

il direttore de “Il Tuscolo” ed amico Fabio Polli con Angelo Polimeno Bottai

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