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GRECIA: TSIPRAS SVENDE IL SUO PAESE E POI SI DIMETTE. A SETTEMBRE ELEZIONI ANTICIPATE

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Non ha fatto tempo a ratificare l’accordo per il terzo pacchetto di salvataggio per ricevere gli aiuti finanziari da parte dei creditori internazionali, che la tv greca ha comunicato che Alexis Tsipras ha deciso di dimettersi, d’altronde sembra che ben 35 deputati abbiano votato contro l’adozione dell’ennesimo salvataggio che ha innescato invero la privatizzazione dei gioielli statali della Grecia

di Cinzia Marchegiani

Atene (Grecia) – Tsipras prima svende il suo paese e poi annuncia dimissioni. I mal di pancia interni al partito hanno preso forma e l’ipotesi di elezioni anticipate ora si son fatte concrete. La decisione è stata presa alla scadenza del rimborso che la Grecia dovrà versare alla Banca Centrale Europea di ben 3,2 miliardi di euro. L’uomo del cambiamento non ha fatto tempo a ratificare l’accordo per il terzo pacchetto di salvataggio per ricevere gli aiuti finanziari da parte dei creditori internazionali, che la tv greca ha comunicato che Alexis Tsipras ha deciso di dimettersi, d’altronde sembra che ben 35 deputati abbiano votato contro l’adozione dell’ennesimo salvataggio che ha innescato invero la privatizzazione dei gioielli statali della Grecia, disattendendo su tutti i fronti quelle promesse fatte ai suoi elettori. Anche se il piano firmato con la Troika era stato già tessuto dai suoi predecessori, Tsipras ha ratificato la privatizzazioni per 50 miliardi di euro. Infatti era stato istituito il Fondo di sviluppo dei beni della Repubblica ellenica, con cui si erano selezionati i migliori beni su cui gli investitori avrebbero potuto mettere le mani, tra cui appunto 22 infrastrutture pubbliche quali porti, aereoporti e autostrade e società di gestione acqua, energia elettrica e di gas naturale.

Ma Tsipras ha tradito tutti, e ora dope aver "svenduto" la Grecia sembra voglia dimettersi, e portare alle elezioni anticipate il paese che ora è in mano alla Merkel, e mamma Troika.

Il terzo pacchetto di salvataggio. Solo due giorni fa il Parlamento tedesco ha dato il via libera al piano di aiuti da 86 miliardi per la Grecia. lo stesso ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, ha definito questa scelta come “aiuti indispensabili”, verrebbe da chiedersi per chi. La Grecia così ha ricevuto il terzo piano di salvataggio della Grecia. L'approvazione del Bundestag è arrivata con 454 voti favorevoli, 113 contrari e 18 astensioni, mentre nel voto precedente del 17 luglio 2015, per decidere l’avvio dei negoziati sul terzo pacchetto di aiuti, 439 deputati avevano votato a favore mentre 119 si erano opposti, 40 gli astenuti. Tra le condizioni per il piano di salvataggio Tsipras ha dovuto accettare la creazione di un fondo di garanzia di 50 miliardi di euro di beni pubblici da privatizzare. Le prossime tappe riguardano il porto ateniese del Pireo e di quello di Salonicco, mentre entro le fine dell’anno sono attese offerte per l'operatore ferroviario greco Trainose e la società di materiale rotabile Rosco.

Nessuna garanzia. Il fatto più inquietante riguarda la forte incertezza che questo pacchetto di salvataggio rappresenti, lo stesso Schaeuble il ministro delle Finanze tedesco ha spiegato che dopo tutto quello che è successo nei mesi scorsi, non esiste alcuna garanzia che questa soluzione possa riuscire e ci sono sempre dei dubbi, ma considerando che il Parlamento greco ha già approvato la maggior parte delle misure di riforma concordate, sarebbe irresponsabile non cogliere l'opportunità per offrire alla Grecia una nuova possibilità per ricominciare.

La Germania risparmia 100 miliardi grazie alla crili elelnica. La Germania, intanto è l’unica che ha beneficiato della crisi ellenica secondo i calcoli effettuati da un istituto tedesco Leibniz IHW, la sofferenza greca gli ha fatto risparmiare più di 100 miliardi di euro in bilancio a partire dall'inizio della crisi greca del 2010, cioè più del 3% del suo PIL, grazie alle notizie negative sulla Grecia.

Tsipras va via e lascia la strada avviata alle privatizzazione dei gioielli di Stato, la prima tappa è stata la cessione di 14 aeroporti regionali alla società tedesca Fraport per 1,23 miliardi di euro, secondo quanto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale ellenica. Si tratta della prima privatizzazione completata da quando Atene ha raggiunto l’accordo con i creditori sul terzo piano di salvataggio. I 14 aeroporti regionali le cui attività sono state rilevate dalla Fraport tedesca sono quelli di Salonicco, Corfù, Chania (Creta), Cefalonia, Zante, Aktion, Kavala, Rodi, Kos, Samos, Mytilini, Mykonos, Santorini e Skiathos. La privatizzazione degli aeroporti regionali greci era stata inclusa nel memorandum d’intesa che il governo di Atene ha concordato con i suoi creditori internazionali, al fine di ottenere un nuovo programma di salvataggio triennale del valore di circa 86 miliardi di euro. 

Una strategia pur troppo chiara, eppure c'è ancora chi crede nelle favole della solidarietà e della correttezza.

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Germania, stretta sui controlli ai confini: un esempio per l’Italia?

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Il governo tedesco introduce controlli rigorosi. Italia pronta a valutare la stessa via per la sicurezza nazionale

Il governo tedesco ha deciso di ripristinare i controlli alle frontiere per sei mesi, sospendendo temporaneamente l’accordo di Schengen. L’iniziativa, annunciata dal cancelliere Olaf Scholz e dal ministro dell’Interno Nancy Faeser, mira a combattere l’immigrazione clandestina e identificare potenziali estremisti islamici. Faeser ha dichiarato: “I controlli ci permetteranno di fermare i criminali e proteggere la sicurezza nazionale”.

In Italia, il governo osserva con attenzione. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha elogiato l’approccio tedesco, affermando che “l’Italia dovrebbe considerare misure simili per garantire il controllo dei flussi migratori e migliorare la sicurezza”.

Anche Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha espresso sostegno all’iniziativa, sottolineando la necessità di un rafforzamento delle frontiere esterne dell’UE.

Dall’opposizione italiana, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato la misura, sostenendo che “questo approccio può danneggiare la solidarietà europea”. Schlein ha insistito sulla necessità di politiche migratorie basate sulla condivisione delle responsabilità tra i paesi membri.

Sul fronte tedesco, i Verdi hanno espresso perplessità, ribadendo che i controlli non devono compromettere i diritti umani e chiedendo una maggiore attenzione agli aspetti umanitari della migrazione. Il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD), invece, ha applaudito la decisione, richiedendo controlli ancora più severi.

Queste misure giungono in un momento in cui l’Europa è di fronte a una crescente pressione migratoria, e la cooperazione tra gli Stati membri appare cruciale. L’approccio della Germania, sebbene temporaneo, potrebbe fornire spunti per l’Italia, che sta cercando soluzioni a lungo termine per affrontare la gestione dei flussi migratori.

Meloni: Lavoriamo a soluzioni innovative sui migranti, occhi puntati sul modello Albania

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo l’incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer, ha ribadito la volontà di esplorare nuove strategie per la gestione dei migranti, con particolare attenzione al protocollo Italia-Albania. Meloni ha dichiarato che il progetto richiede ulteriore lavoro, ma potrebbe rappresentare un modello innovativo in Europa per processare le richieste d’asilo. Sottolineata anche la necessità di intensificare la lotta al traffico di esseri umani, unendo forze di sicurezza e intelligence.

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Cronaca

Tentato assassinio a Donald Trump: Fermato un 58enne armato di AK47 in Florida

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Un nuovo attentato contro Donald Trump è stato sventato mentre l’ex presidente giocava a golf nel suo club di West Palm Beach, Florida. Ryan Wesley Routh, 58 anni, proveniente dalle Hawaii, ha puntato un fucile contro Trump. Un agente del Secret Service ha individuato l’arma e aperto il fuoco, mettendo in fuga Routh, poi arrestato senza opporre resistenza. Il sospettato è ora sotto custodia della polizia.

L’FBI ha avviato un’indagine sul tentato omicidio, mentre il movente di Routh rimane oscuro. Tra i suoi post sui social, si evidenzia un forte interesse per la guerra in Ucraina, dove ha tentato di reclutare persone per la causa di Kiev.

L’ex presidente Trump, rassicurando i suoi sostenitori, ha dichiarato: “Sto bene, non mi arrenderò mai”. Questo è il secondo attentato nei suoi confronti in due mesi, aumentando le preoccupazioni per la sua sicurezza.

Il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris sono stati tempestivamente informati dell’episodio. Harris ha espresso sollievo dichiarando: “Sono felice che stia bene. La violenza non ha posto in America”. Anche Biden ha condannato l’episodio, sottolineando l’importanza della pace e della sicurezza nel paese.

Le misure di sicurezza attorno a Trump sono state intensificate, con la presenza di cecchini a protezione immediata durante l’evacuazione. Le indagini proseguono, mentre l’episodio aumenta la tensione in vista delle prossime elezioni, a soli 51 giorni dall’apertura dei seggi.

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Esteri

Biden pronto ad autorizzare l’uso di armi a lungo raggio dall’Ucraina contro la Russia

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La visita del nuovo premier britannico Keir Starmer a Washington potrebbe segnare una svolta nella strategia militare occidentale.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sarebbe sul punto di approvare l’utilizzo da parte dell’Ucraina di armi occidentali a lungo raggio per colpire obiettivi russi, secondo fonti europee, purché tali armi non siano fornite dagli Stati Uniti. Questo tema cruciale sarà al centro del primo incontro ufficiale tra Biden e il nuovo primo ministro britannico, Keir Starmer, previsto per venerdì alla Casa Bianca.

Londra ha già espresso la propria disponibilità a consentire all’Ucraina di utilizzare i missili a lungo raggio “Storm Shadow” per colpire obiettivi militari russi lontano dal confine ucraino, ma vuole il via libera esplicito di Biden per garantire una strategia coordinata con gli alleati, in particolare con la Francia, che produce un missile simile. Sebbene il presidente degli Stati Uniti non abbia ancora preso una decisione definitiva, ascolterà attentamente l’opinione di Starmer durante l’incontro.

Se Biden darà il via libera, l’Ucraina potrebbe rafforzare le proprie posizioni nelle aree di confine già sottratte alla Russia, come dimostrato durante l’incursione nella regione di Kursk. Tuttavia, il presidente americano ha esitato a permettere l’uso di armi statunitensi in questo contesto, preoccupato dalle possibili ritorsioni della Russia, che potrebbe intensificare la cooperazione con l’Iran per attaccare le forze americane in Medio Oriente.

Giovedì, funzionari della Casa Bianca hanno dichiarato che non è imminente una decisione sull’uso dei missili tattici a lungo raggio di fabbricazione statunitense (ATACMS). Tuttavia, Biden ha lasciato intendere che una maggiore flessibilità potrebbe essere in arrivo, rispondendo martedì alle insistenti richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Stiamo lavorando su questo”.

Il via libera da parte degli Stati Uniti e degli alleati europei all’uso di armi a lungo raggio potrebbe rappresentare l’ultima accelerazione dell’assistenza militare all’Ucraina. Tuttavia, resta da vedere quale sarà la reazione della Russia, che giovedì ha avvertito esplicitamente che l’uso di tali armi richiederebbe l’assistenza tecnica e satellitare occidentale. Questo, secondo il presidente Vladimir Putin, equivarrebbe a un coinvolgimento diretto della NATO nel conflitto.

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