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Esteri

GRECIA: OGGI SI VOTA

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Tempo di lettura 2 minuti Tsipras un leader che ha convinto gran parte dei greci, schiacciati dalla crisi economica, che il tempo dell'austerità debba finire.

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Redazione

Oggi il giorno del giudizio per i nostri amici greci. L'esito delle elezioni in Grecia certamente non passerà indifferente a Bruxelle, dove le ultime dichiarazioni di Tsipras pare non siano state gradite. Si sono aperti alle 7 locali (le 6 in Italia) i seggi per le elezioni legislative in Grecia, il cui risultato potrebbe avere cruciali ripercussioni politiche ed economiche su tutta l'Unione Europea. Le operazioni di voto si concluderanno alle 19 locali (le 18 in Italia), e poco dopo dovrebbero essere pubblicati i primi exit-poll. Le prime proiezioni saranno disponibili entro due ore dalla chiusura delle urne, verso le 20.30 italiane.Protagonista assoluto del voto è Alexis Tsipras, l'uomo che ha unito la frammentata sinistra greca in un partito, Syriza, che è il superfavorito per la vittoria. Un leader che ha convinto gran parte dei greci, schiacciati dalla crisi economica, che il tempo dell'austerità debba finire. Lo stop ai sacrifici contiene però anche e soprattutto il rigetto degli accordi stretti tra il suo predecessore, il conservatore di Nea Dimokratia Antonis Samaras, e i creditori internazionali. E ciò genera preoccupazione tra i fautori europei del rigore, favorevoli a una continuazione dell'attuale fase politica. Una vittoria della sinistra, dicono, potrebbe mandare la Grecia al fallimento e farla uscire dall'Eurozona. Un'ipotesi che viene però smentita seccamente dallo stesso Tsipras (secondo il quale si può arrivare ad un accordo, dopo l'apertura mostrata dalla Bce per un acquisto "condizionato" dei titoli greci) ed è giudicata improbabile anche da molti altri leader d'Europa. In questo senso si è espresso anche Angel Gurria, segretario generale dell'Ocse, che parlando al World Economic Forum di Davos ha osservato: "Non condivido l'ipotesi di uscita della Grecia dall'Ue e non penso che sia una buona ipotesi. Ma soprattutto non credo che questo accadrà. Noi siamo interessati sul possibile risultato delle elezioni in Grecia perché siamo sempre interessati ai risultati di un'elezione e tutti sappiamo che dobbiamo rispettare i risultati e il volere della gente della Grecia che deciderà il governo che vuole eleggere".
Gli ultimi sondaggi, pubblicati venerdì prima del silenzio elettorale, sono chiari: quello della societa' Mrb per Star TV vede Syriza al 31,2%, Nea Demokratia al 26%, Potami (centrosinistra) al 6,5%, Alba Dorata (estrema destra) al 5,5%, Kke (comunisti) al 4,5%, Pasok al 4%, Greci Indipendenti (centrodestra) al 3,2%, Kinima (centrosinistra) al 2,9% (la soglia per entrare in Parlamento e' il 3%). L'altra societa' di sondaggi, Gpo, segnala Syriza al 33,4%, ND 26,7%, Alba Dorata 5,1%, Pasok 5%, Potami 5%, Greci Indipendenti 3,5%. In tutti i sondaggi tuttavia Syriza non sembra poter conquistare abbastanza seggi (151 su 300) per poter governare da sola (nonostante il bonus che dà 50 seggi al partito di maggioranza relativa). Le alleanze sembrano dunque al momento inevitabili; ma due dei potenziali "papabili" sembrano in difficoltà: Kinima, dell'ex premier Giorgos Papandreou, sembra avere poche chance di entrare in Parlamento e il Pasok, partito dell'attuale vicepremier Evangelos Venizelos, formazione un tempo egemone in Grecia, lotta attorno al 4%.

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Esteri

Trump in vantaggio su Biden: ecco gli ultimi sondaggi

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Donald Trump è in vantaggio su Joe Biden nei sette principali Stati in bilico.

Lo rivela l’ultimo sondaggio del New York Times. Si tratta in particolare di Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin. Il margine più stretto è in Michigan, dove il tycoon ha il 42% delle preferenze contro il 40% del presidente, e in Pennsylvania (43% contro 40%). 

Quasi i due terzi dei democratici ritengono che Joe Biden dovrebbe ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca e consentire al partito di nominare un altro candidato. E’ quanto rileva un sondaggio di Ap-Nord Center for Public Affairs Research. 

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Cronaca

Libano, visita del Cardinale Parolin alle strutture umanitarie dell’Ordine di Malta

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Spirito di vicinanza e comunione d’intenti al centro del ciclo ravvicinato di incontri tra il Governo dell’Ordine di Malta e la Santa Sede iniziato con l’arrivo del Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, in Libano per visitare le opere assistenziali del Sovrano Ordine di Malta, e che si è concluso il 27 giugno proprio in concomitanza con il vertice di Stato in Vaticano tra Papa Francesco e il Gran Maestro dell’Ordine, Frà John Dunlup.
 
Nel corso della visita in Libano, Parolin ha celebrato una solenne Santa Messa in memoria di San Giovanni Battista, patrono dell’Ordine di Malta, alla presenza dell’Ambasciatore dell’Ordine in Libano, Maria Emerica Cortese e di alte cariche dello Stato. Il Segretario di Stato si è successivamente recato in alcuni dei centri umanitari gestiti dall’Associazione Libanese dell’Ordine e ha partecipato ad alcune attività caritative.
 
La visita è stata fortemente voluta dal Governo del Sovrano Ordine di Malta proprio per rafforzare lo spirito di comunione e collaborazione con la Santa Sede. Promuovere il viaggio in Libano del Segretario di Stato il Cardinale Parolin, contestualmente alla visita ufficiale del Gran Maestro dal Santo Padre, testimonia l’attenzione a sostegno dei tanti progetti umanitari che l’Ordine porta avanti nel mondo.  Da oltre 70 anni, l’Ordine di Malta è in prima linea nel fornire assistenza sanitaria di base e servizi di sostegno sociale alla popolazione di tutto il Libano. Dal 2020 l’Ordine ha focalizzato il suo impegno su progetti “agro-umanitari” riconoscendo nell’agricoltura un fattore cruciale nell’affrontare le principali questioni umanitarie e in particolare, dopo la crisi economica del 2019 che ha colpito il Paese, per garantire la sicurezza alimentare, promuovere la ripresa economica e sostenere le fasce della popolazione più vulnerabili del Libano. Oggi l’azione umanitaria dell’Ordine di Malta si inserisce nel contesto di una crisi socio economica che vede l’80% della popolazione vivere in una condizione di povertà multidimensionale e in una situazione che, a causa del conflitto Israelo-Palestinese, ha gettato il Paese in uno stato di continuo allarme.
 
Alla luce delle pressanti sfide umanitarie, il programma agro-umanitario è la testimonianza dell’impegno dell’Ordine di Malta nel Paese che attraverso un’ampia rete di iniziative mira a dotare le comunità degli strumenti e delle risorse necessarie per resistere e riprendersi efficacemente dagli shock avversi. Attualmente l’Ordine di Malta gestisce sei Centri agro-umanitari in tutta la nazione e l’attuale copertura di terreni agricoli riguarda il 69,26% del territorio libanese, con l’obiettivo di arrivare al 75% entro la fine di quest’anno.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Esteri

Uk, svolta a sinistra: Starmer chiede unità

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Il leader del Partito Laburista, Keir Starmer, è diventato primo ministro e ha esortato il Paese a unirsi a un “governo di servizio”. Nel suo discorso inaugurale, Starmer ha sottolineato l’importanza di superare le divisioni politiche e sociali per affrontare le sfide che il Regno Unito deve affrontare. Ha evidenziato la necessità di collaborazione tra partiti politici, settori economici e comunità per costruire un futuro più prospero e giusto per tutti i cittadini.

Starmer ha delineato le priorità del suo governo, che includono il rafforzamento del sistema sanitario nazionale, la promozione dell’istruzione e della formazione, la lotta al cambiamento climatico, e il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei diritti dei lavoratori. Ha anche promesso di affrontare le disuguaglianze economiche e sociali, investendo in infrastrutture e servizi pubblici essenziali.

Il nuovo primo ministro ha chiesto a tutti i cittadini di partecipare attivamente a questo progetto comune, mettendo da parte le differenze ideologiche e lavorando insieme per il bene comune. Ha concluso il suo discorso con un appello all’unità nazionale e alla solidarietà, invitando tutti a contribuire alla costruzione di un futuro migliore per il Regno Unito.

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